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Caso Asti, le opposizioni all'attacco: "Centrodestra omertoso, ora basta reticenza" In evidenza

Pd, LeAli a Spezia, Partito Socialista, Spezia bella forte e unita e Spezia bene comune invocano chiarezza sul presunto conflitto di interessi dell'assessore.

"Continua a risultare l'inadeguatezza di Asti a ricoprire ruoli di responsabilità politica ed amministrativa - dichiarano i Capigruppo Federica Pecunia (Partito democratico), Guido Melley (LeAli a Spezia), Paolo Manfredini (Partito socialista), Luigi Liguori (Spezia bella forte unita) e Massimo Lombardi (Spezia bene comune), che continuano: "Ogni giorno emergono fatti e comportamenti, che definire scorretti è un eufemismo, imputabili ad Asti: messaggi intimidatori ad operatori culturali "non allineati" (come nel caso di De Terminal); interferenze e prevaricazioni nella realizzazione degli eventi - peraltro di scarso successo - dell'estate spezzina (come nel caso di Metarock); gestione opaca e certamente non ispirata a progetti di charity di eventi discutibili all'interno di un museo comunale (com'era nel caso della festa Idol Art organizzata al Camec prima di Natale). Insomma: conflitto di interessi, gestione personalistica, arroganza, opacità, sfregio delle regole e procedure amministrative e chi più ne ha più più ne metta".

"Abbiamo nuovamente richiesto al Segretario generale del Comune (anche nella sua veste di Responsabile dell'Anti Corruzione) - proseguono Pecunia, Melley, Manfredini, Liguori e Lombardi- di consegnare anche a noi la relazione circostanziata sulla brutta storia delle mostre al Camec che sono il punto centrale della questione che riguarda Asti.

Sta infatti passando troppo tempo senza i chiarimenti che tutti - consiglieri e semplici cittadini - chiedono a gran voce. E per far luce su tutto ricordiamo che in uno dei prossimi consigli comunali sarà discussa una nostra mozione sulla vicenda Asti, rivolta direttamente al Sindaco, la cui urgenza è stata colpevolmente bocciata in aula qualche sera fa da una maggioranza consiliare che per ora è rimasta silente ed omertosa sul piano di una seria valutazione politica dei fatti emersi".

"E chiarezza per chiarezza - concludono i capigruppo di opposizione - riteniamo opportuno riepilogare i fatti che hanno scatenato questa penosa vicenda:

1) Asti, in qualità di Assessore alla Cultura, ha promosso delle mostre al Camec gestendo tutta la fase organizzativa (dai cataloghi, agli allestimenti ai rapporti con gli sponsor) senza coinvolgere, se non marginalmente, gli uffici comunali preposti ed operando di fatto tramite la società Brain di cui lui è stato per tutto il 2018 amministratore unico;

2) tale situazione, oltre ad essere un pessimo esempio di gestione della cosa pubblica, configura una chiara situazione di conflitto di interessi ed incompatibilità come prevista dalla legge;

3) Asti ha poi coinvolto in queste operazioni Startè, la sua storca associazione culturale, che senza alcun mandato (e relativi atti amministrativi assunti dagli uffici) pare aver incassato bellamente i contributi offerti dagli sponsor delle mostre in questione: circostanza questa che mette in evidenza il danno erariale subito dal Comune che non ha registrato, come avrebbe dovuto, gli introiti derivanti dalle suddette sponsorizzazioni.

Una brutta storia, sotto molteplici profili. Ma che pare non voler vedere per primo il Sindaco Peracchini".

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