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“Sleghiamoci! Festa antirazzista, antifascista e per la giustizia sociale” In evidenza

Una Manifestazione interprovinciale a Caniparola di Fosdinovo

 Il Comitato 15 settembre, composto da singoli cittadini e da numerose associazioni delle due province di Massa Carrara e La Spezia ha organizzato per sabato 15 settembre la manifestazione “Sleghiamoci! Festa antirazzista, antifascista e per la giustizia sociale”. L’iniziativa è nata dall’indignazione per il caso della nave Diciotti, ma affronta in modo ampio le politiche del nuovo esecutivo ricollegandole, al di là dei vari proclami sul “governo del cambiamento”, a una tendenza degli ultimi anni (nessun sconto anche per i governi precedenti). Dai vari incontri preparatori (un momento particolarmente significativo è stata la partecipata assemblea pubblica che si è svolta a Sarzana, lunedì 10 settembre) è venuta fuori una piattaforma politica assai articolata, in cui alcuni commentatori hanno visto il germe di una rinascita del sentimento popolare della sinistra, ispirato ai valori della solidarietà e dell’accoglienza, dell’antirazzismo della giustizia sociale. Una ripartenza tanto più significativa in una stagione in cui sembra trionfare un populismo predicante l’individualismo più sfrenato, la paura del migrante, del povero, del diverso. L’appuntamento è sabato alle ore 16 con concentramento in viale Malaspina (zona supermercato Pam) da cui si partirà un corteo festoso e colorato per raggiungere il Parco della Resistenza con una festa-concerto.

IL COMITATO 15 SETTEMBRE

Documento della manifestazione “Sleghiamoci. Festa antirazzista, antifascista e per la giustizia sociale”. Caniparola 15 settembre 2018

Siamo cittadine/i militanti e attiviste/i di forze politiche e sociali impegnate/i nelle mobilitazioni e nelle vertenze antirazziste e antifasciste. Siamo semplici cittadine e cittadini che non possono più stare in silenzio davanti a ciò che accade, perché il passato ci ha insegnato che questo paese ha già pagato un carissimo prezzo l’indifferenza di una parte della sua popolazione.

Pensiamo che la recente vicenda della nave Diciotti, il trattenimento illegale di 177 migranti da parte del governo italiano, sia un fatto molto grave e pericoloso, che testimonia la natura ideologicamente razzista di chi oggi ci governa. Quest’ultimo barbaro atto si inserisce in una serie di provvedimenti e dichiarazioni che rappresenta chiaramente la linea politica del Ministro dell’interno e di questo governo Lega-5Stelle: acquistare e mantenere consenso accarezzando la pancia dell’elettorato, alimentare le paure dei cittadini e la guerra ai e tra i poveri, avvalendosi di una narrazione distorta e tossica che si fonda su una bugia ripetuta fino allo sfinimento, quella di una supposta “invasione” subita dall’Italia. La verità è ben diversa, come sa chi si informa al di fuori della litania salviniana e delle fake news che spopolano sui social: l’Italia accoglie molti meno migranti degli stati nord-europei e gli arrivi sono drasticamente diminuiti (meno quasi l’80% rispetto al 2017), anche grazie (o per colpa, sarebbe meglio dire) agli accordi che i precedenti governi Renzi e Gentiloni, hanno stipulato di fatto con le bande criminali in Libia.

L’attuale governo, puntando il dito contro i migranti, persegue una chiara strategia: alimentare il pregiudizio e la paura, fino all’odio razziale e alla xenofobia, può distrarre l’attenzione di lavoratrici e lavoratori, di sfruttate e sfruttati dalle vere emergenze sociali di questo paese, ancora profondamente in crisi. È una storia che già conosciamo: mai che si metta al centro dell’agenda politica nazionale la disoccupazione, la precarietà, la perdita di potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, la sottrazione progressiva dei diritti (in atto da qualche decennio) come salute, casa e istruzione. Se siamo arrivati fin qui è per le aberrazioni compiute con grande sfacciataggine dalla classe dirigente degli ultimi anni, in osservanza al culto di un neoliberismo senza freni che porta sulla punta della lancia individualismo, egoismo sociale e un primato dell’economia a discapito delle vite di noi tutte e noi tutti, ovvero il primato degli interessi dei privati sul bene comune. Adesso sentiamo dire come un mantra: «prima gli italiani», ma in realtà gli attuali governanti pensano ad un mondo in cui «prima vengo io e tutti gli altri possono arrangiarsi», perché loro sono i nipotini del «me ne frego» fascista.

L’attuale caccia alle streghe non nasce però come un fiore nel deserto, ma è il frutto avvelenato delle politiche antimigratorie e securitarie sia dei governi di centrodestra, sia di quelli di centrosinistra. L’azione che oggi svolge Salvini è facilitata da un impianto di legge e dai provvedimenti presi in materia dall’ex Ministro degli interni, Minniti, con una palese violazione dello stato di diritto e del diritto di asilo. E se si sprofonda sempre più nel buio di una notte che non sembra poter mai finire è perché si può far leva sullo stordimento e anche sulla rabbia che producono la devastazione sociale, la rassegnazione e la frustrazione. Una condizione che è l’effetto dei provvedimenti adottati sul piano sociale dai precedenti governi e delle loro politiche antipopolari, che hanno impoverito le classi lavoratrici (erodendo sempre più i diritti: basti pensare all’abolizione da parte di Renzi dell’art. 18, a cui aveva attentato per vent’anni il centrodestra senza riuscirci), sempre muovendosi per mortificare il lavoro e per avvantaggiare il capitale (i più ricchi e i più padroni, che oggi possono godere di minori vincoli e sempre più lauti profitti), offrendo il popolo in olocausto a un capitalismo finanziario europeo ed autoctono che in nome di un profitto selvaggio getta nella povertà milioni di persone, deturpa insieme alle

vite l’ambiente e ogni germoglio di speranza e di futuro. Del resto non è credibile nemmeno chi si trova all’opposizione parlamentare (e fino a ieri governava) quando denuncia, ad esempio, le violazioni sul piano umanitario e del diritto internazionale. È sotto gli occhi di tutti quanto tale denuncia sia strumentale e quanto i precedenti governi (Renzi e Gentiloni) abbiano grosse responsabilità, avendo contribuito alla crescita di consenso delle forze di estrema destra e xenofobe, ad esempio ostinandosi a inseguirli sul loro terreno demagogico e populista. Siamo abituati ormai da diversi anni che in questa Italia “malata” e affranta si parli sempre di altro; siamo abituati agli specchietti per le allodole dei vari governi che sono grandi armi di distrazione di massa (ieri l’altro le troppe tasse e i cinquant’anni di governo dei comunisti, ieri il risanamento dell’economia e lo svecchiamento, oggi i migranti e la paura dei poveri, domani chissà...). Eppure nessuno di questi governi ha mai affrontato il nodo centrale delle politiche antipopolari e della progressiva sottrazione dei diritti sociali delle classi subalterne, dei poveri, degli ultimi, mai nessuno che abbia cercato di far pagare la crisi economica a chi aveva la principale responsabilità nell’averla generata (la ricetta imperante è stata e continua ad essere quella di salvare le banche e il capitale e gettare nella disperazione le persone comuni). Il governo giallo-verde di Salvini-Di Maio-Conte al di là dei proclami sul “cambiamento” non fa eccezione e si conferma in linea con le precedenti stagioni, semmai ha un surplus di crudeltà e di stupidità che spaventa, perché è evidente che siamo di fronte a un progetto di società dissennata che mette gli ultimi contro i penultimi, i lavoratori autoctoni contro quelli migranti... e lo fa in nome di un sentimento patrio, che altro non è che una versione aggiornata del nazionalismo deteriore che, come dimostra la storia, ha sempre condotto alla deriva questo paese. La speranza è che presto i fatti dimostreranno la natura truffaldina di questi proclami: si dice «prima gli italiani» ma si intende «prima i ricchi». Il governo, infatti, reintroduce i voucher, vuole regalare i soldi a chi è già ricco, a svantaggio dei più poveri, attraverso la vergognosa Flat Tax, non parla ormai più di abolizione della legge Fornero e del Job Act, si pone in continuità con i predecessori per quanto riguarda la TAV e le grandi opere, quando la tragedia del ponte Morandi di Genova e le continue calamità naturali, ci ribadiscono che l’unica grande opera da affrontare per l’Italia è la messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture.

Occorre ribadire che la corsa all’austerity in realtà non ha nulla a che vedere col debito e con il risanamento; si tratta dell’uso del panico da deficit come scusa per smantellare i programmi sociali. Questo non lo diciamo noi, ma i più grandi economisti che vedono l’Uomo al centro degli effetti dell’economia e non i mercati finanziari. La redistribuzione della ricchezza oltre che promuovere la giustizia sociale è un fatto necessario per mantenere l’ordine sociale. Non c’è pace senza giustizia, si diceva una volta. Il governo, dopo avere bersagliato i migranti, passa a colpire chi occupa case e strutture abbandonate, lasciando per strada intere famiglie e minori. In nome di una legalità che sembra valere solo per le classi sociali più deboli. La Lega che inneggia alla legalità ha rubato 49 milioni di euro e non intende restituirli (con il plauso di tutti gli evasori fiscali passati e futuri) e i loro alleati 5Stelle, pur di salvaguardare l’accordo di governo, hanno deciso di chiudere questa volta un occhio, di fare torto alla loro tanto ostentata “onestà”. Ma non è finta qui. Anche il tanto atteso reddito di cittadinanza, così come si sta profilando, rischia di essere una fregatura. Verrà chiesto ai beneficiari di lavorare, non ha importanza se saranno lavori socialmente utili o quant'altro. Tutto questo si configura come una forma di sfruttamento, di lavoro sottopagato, che si sottrae alle vere occupazioni.

Di fronte a tutto questo noi non ci stiamo e pensiamo che si debba uscire da questa trappola che spinge questo paese, l’Europa e il mondo intero verso il baratro di una società alimentata dalla cattiveria e della paura, di una società più ingiusta e più inumana, sprofondata nella barbarie del neoliberismo.

Siamo per costruire un movimento internazionalista di lotta e solidarietà fra sfruttate e sfruttati, indigeni e migranti, che rivendichi giustizia sociale per tutti e tutte, siamo per abrogare tutte le leggi che hanno impoverito in questi ultimi decenni le classi subalterne, siamo per ripristinare i diritti dei lavoratori (a partire dall’abolizione del Job Act), per una scuola laica e democratica (abolizione della Buona scuola), per una sanità davvero pubblica che garantisca il diritto alla salute e a una vita dignitosa, siamo per un trasporto pubblico ed efficiente, per una drastica riduzione delle spese militari e per la promozione di una cultura di pace, siamo per una politica abitativa che contrasti il caro-affitti e promuova l’edilizia popolare, siamo per la promozione della parità dei sessi e per il contrasto del sessismo, della violenza di genere e di ogni discriminazione, siamo per un’economia che sappia coniugare le esigenze del lavoro con il rispetto dell’ambiente, siamo per la lotta alle mafie, alla corruzione e all’evasione fiscale, siamo per maggiori investimenti in cultura e ricerca. Siamo per abolire tutte le leggi riguardanti l’immigrazione a partire dalla TurcoNapolitano, passando per la Bossi-Fini, fino al decreto Minniti-Orlando; siamo per costruire corridoi umanitari, coinvolgendo tutta l’Europa, che diano la possibilità ai nostri fratelli e alle nostre sorelle migranti di sottrarsi alle carceri libiche e alle torture e, più in generale, di sottrarsi all’ingiustizia e alla disperazione provocate da guerre, povertà, discriminazioni, sfruttamento, cambiamenti climatici.

Siamo per costruire condizioni sociali migliori e vantaggiose per lavoratrici e lavoratori, precarie e precari, sottraendo capitali ai profitti e alle rendite finanziarie, in nome di una società più giusta, solidale, interculturale, in poche parole, ci adoperiamo per costruire, giorno dopo giorno, una società migliore che abbia al centro la ricerca della felicità per tutte e tutti senza distinzioni di sesso, nazionalità e appartenenze. È vero siamo sempre noi, dopo tutte le sconfitte non smettiamo di credere e di volere un mondo migliore. Siamo noi che vogliamo riconquistare, con i fatti e con l’esempio, tutta la dignità che ultimamente ha perso il concetto di «sinistra» politica tra la gente comune, tra la nostra gente.

Per questo pensiamo sia, ancora una volta, il momento di scendere in strada per dare voce a quella parte del nostro territorio che è decisa a non sopportare oltre il dilagare delle parole d’ordine dell’intolleranza. Invitiamo, quindi, cittadine e cittadini, associazioni, forze politiche e sociali che si riconoscono pienamente in questo documento a partecipare alla manifestazione indetta per sabato 15 settembre a

Caniparola nel comune di Fosdinovo. Dalle ore 16 ci sarà il concentramento all’inizio del Viale Malaspina (centro commerciale) e da lì si proseguirà con una marcia antirazzista fino al Parco della Resistenza all’Arco di Caniparola, dove si svolgerà una grande e gioiosa festa, con interventi e musica, per ribadire che esiste un’Italia solidale che sa accogliere e costruire insieme un mondo più libero e giusto. La decisione di organizzarla in questo luogo non è casuale. Il Parco della Resistenza di Caniparola è stato costruito dai partigiani della Brigata Garibaldi “Ugo Muccini” e in particolare dalla formazione “Orti”, poi Distaccamento “Ubaldo Cheirasco”, che raccoglieva i contadini, gli operai e gli studenti di Caniparola decisi a resistere per liberare l’Italia. I partigiani vollero erigere questo sacrario sia per ricordare i tanti giovani del territorio caduti per donarci la libertà, sia come monito alle future generazioni affinché non ripetano gli errori del passato. È un luogo ricco di significati e di un’eredità che non può essere lasciata appassire, per questo abbiamo scelto di fare qui la nostra festa colorata e gioiosa e per questo abbiamo deciso che la nostra marcia si concluderà davanti alle lapidi dei partigiani; ripercorrendo in senso inverso il corteo della Liberazione dal nazifascismo del 1945, per noi sarà come tornare a una fonte a cui abbeverarci, trovare l’esempio e la forza di quella parte migliore dell’Italia che ha saputo sconfiggere l’orrore anche quando tutto sembrava perduto. E nemmeno la scelta della data è casuale. Per quello stesso giorno è, infatti, previsto l’arrivo del Ministro degli interni nella città di Sarzana. Salvini è il simbolo di questa deriva culturale e politica. È colui che alligna l’invenzione di un popolo che non vuole convivere con la realtà, rappresenta l’anima nera del paese che vuole respingere, espellere, magari impallinare, dare la caccia a quelli che non sono confortevolmente italiani e bianchi, è colui che grazie alla sua oratoria, fondata sul pregiudizio e sulla paura del diverso, ha ottenuto un considerevole consenso e ora che è al governo intende moltiplicarlo con mezzi beceri e attraverso azioni sconsiderate. La sua visita è per noi un’offesa a un città come Sarzana che è un simbolo della convivenza e della lotta antifascista. È necessario quindi dare un forte segnale con la presenza alla nostra festa di tanti cittadini e cittadine che ancora hanno a cuore certi valori e che non condividono quei sentimenti di pregiudizio e di odio su cui si fonda la politica del Ministro. Saremo quindi tutte e tutti insieme per ribadire che xenofobia, razzismo, sessismo, omofobia non sono patrimonio comune degli italiani, che esiste un’Italia migliore.

Comitato 15 settembre 2018

Adesioni al documento: ANPI Massa Carrara, Archivi della Resistenza, ARCI Massa Carrara e Val di Magra, Associazione Culturale Mediterraneo La Spezia, Ass. Acad Point Massa Carrara, Ass. L’Alveare La Spezia, Ass. Solidarietà Popolo Saharawi - Laboratorio di pace La Spezia, CGIL Massa Carrara, COBAS Massa Carrara e La Spezia, Coop. soc. Magazzini del mondo La Spezia, FGCI La Spezia e Massa Carrara, Giovani Comuniste/i La Spezia, Libera La Spezia, Officina Rossa, Partito Comunista Italiano La Spezia e Massa Carrara, Potere al Popolo Massa Carrara e La Spezia, Rifondazione Comunista La Spezia e Massa Carrara, Sinistra Anticapitalista Massa Carrara, Sinistra Italiana La Spezia, Unione sindacale italiana - Confederation international de trabajo La Spezia

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