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Baldino: "La Spezia del 2030 va pensata oggi, porto ed Enel sono questioni da affrontare" In evidenza

Il Consigliere comunale della lista Per la Nostra Città afferma che bisogna discutere del futuro dell'area, tenendo conto di occupazione e ambiente.


Ora che ce l’ha detto anche ENEA qualcuno si è stupito.
E’ da tempo che diciamo in tutte le sedi possibili che il porto rischia di arrivare presto al capolinea.
Lo diciamo e lo sentiamo dire anche da quasi tutti gli auditi nelle commissioni consiliari.
Magari, non nella forma più esplicita, ma quando si afferma che “ci si allarga interrando, non per aumentare la competitività e il fatturato”, con relative ricadute occupazionali, ma unicamente per “rimanere sul mercato e non essere cancellati” , si capisce esattamente la realtà delle cose.
Il porto è finito o lo sarà, a breve. O pensiamo di continuare ad interrare sino a far arrivare il porto della Spezia a Marina di Carrara? Il territorio è quello che è. Spezia non è Civitavecchia e neppure Livorno.

Ecco perché non è follia cominciare almeno ad elaborare un piano B.
Qualcosa che preveda il riutilizzo di tutta quell’area, ENEL compresa, per idee e strategie di mercato variegate, diverse e compatibili tra loro e con il benessere economico e ambientale della città.
La Spezia del 2030 va pensata oggi. E lo si deve fare attraverso indirizzi strategici ben precisi, allargando lì’orizzonte su tutta quell’area. Tenendo conto delle ricadute occupazionali, ma anche della compatibilità ambientale. E deve essere la politica a dare questi indirizzi attraverso tutti i mezzi a sua disposizione. Come il PUC (Piano Urbanistico Comunale) per esempio.
Quella politica che per troppi anni è stata al servizio di troppi padroni e poteri forti: ENEL in testa.

Dunque oggi più che mai è bene ricordare a tutti i politici che operano sul nostro territorio che non siamo dipendenti né di ENEL, né di ENEA e dunque visionare quanto proposto va bene, diventarne invece succubi, sottraendosi ai propri doveri di tutelare la salute pubblica oltre che l’occupazione, spesso però garantita poco e male da chi la offre a fronte di sacrifici enormi per la collettività (Vedi ILVA) no.
Sarebbe l’ennesimo errore gravissimo per la nostra città. Attenzione per esempio quando si parla di “rinnovabili”. Perché la parola, spesso nasconde qualcosa che di “rinnovato” ha veramente poco. Soprattutto se si parla di rifiuti e di come riciclarli ricavandone energia.

Personalmente, l’idea che per un appezzamento di oltre settanta ettari di estensione, non si preveda altro che un reimpiego industriale mi fa rabbrividire. Tanto più, quando continuo a sentir parlare ripetutamente di Spezia come città a “vocazione turistica” . E di turistico al momento vedo solo ...i poveri turisti sbandati. Trasportati dai pullman su e giu’ per la città. Abbandonati a se stessi sotto il sole cocente di Agosto. Solo la grande capacità organizzativa dei nostri commercianti, che non finiremo mai di ringraziare, permette loro di trovare alla Spezia un minimo di accoglienza degna di questo nome. Anche a questo l’attuale amministrazione sta cercando di mettere qualche toppa. Ma capirete bene che arrivare a gestire una situazione, quando questa si è già determinata, per l’inconcludenza strategica di chi ci ha preceduto non è facile.
Per contro, gli spezzini continuano a essere vittime del caos che la città è costretta a subire in termini di traffico veicolare e inquinamento, ogni volta che una nave da crociera fa sbarcare i propri occupanti .
Ebbene, si liberano aree importanti come ENEL e Calata Paita. Vogliamo porre rimedio a tutto questo? Vogliamo utilizzare un po’ di quel territorio per fornire servizi adeguati ai nostri turisti e ridare un po’ di tranquillità e vivibilità ai nostri residenti?

Da quanto si legge nel rapporto di ENEA parrebbe proprio di no, visto che non si fa neppure cenno a una qualche idea che non sia di carattere industriale.
Come per esempio utilizzare una piccola parte dell’area ENEL per dare finalmente uno stadio nuovo e più congeniale alla nostra tanto amata squadra di calcio, che a fronte di mete sempre più ambiziose, nel vetusto e glorioso Alberto Picco, rischia di morirci. Poi ci mancherebbe si può essere d’accordo oppure no. Ma perlomeno sarebbe una ”idea diversa”.
Invece di tutto questo e molto altro ancora, di cui peraltro in città si è molto parlato in questi ultimi tempi (Campagna elettorale inclusa) in quel rapporto non c’è nulla.
Forse, dalle parti di ENEL, l’idea di dover bonificare a verde, come prevede la legge in caso di utilizzo diverso da quello industriale dell’area, provoca i brividi.
E noi che amministriamo cosa ne pensiamo? Ci sono solo capannoni, rigassificatori pericolosissimi e smog, nel futuro della nostra città? E’ questo che vogliamo regalare ai nostri concittadini? ed è questa l’idea di città che vogliamo presentare ai turisti quando tornano dalle loro escursioni alle 5 Terre?

Personalmente spero che su ENEL si vogliano dare segnali chiari e decisi. Perché solo l’area è di proprietà di ENEL, i cittadini e l’aria che respiriamo no!


Massimo Baldino Caratozzolo
Consigliere comunale Per la nostra città

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