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Novelli: "La città sembra precipitata in un vuoto culturale assordante" In evidenza

Il Presidente dell'ARCI La Spezia traccia il proprio bilancio delle politiche culturali dell'amministrazione Peracchini.

A oltre un anno dall'insediamento della Giunta Peracchini vale la pena di tracciare un bilancio delle politiche culturali. E' un esercizio quasi piacevole per ingannare il tempo nella calura dato che, come noto, il Comune non ha ritenuto di organizzare alcunché per l'estate spezzina. Partiamo quindi da un fatto che ci interessa più come cittadini che come associazione: le politiche per il turismo sono abbandonate e se qualcuno dovesse decidere di trascorrere l'estate in città, lo farà soltanto perché è un economico punto di partenza per le Cinque Terre o lo spiagge del Golfo dei Poeti. Questo costituisce un errore che si riverbererà sull'economia cittadina e tratteggia un'idea di città povera e retrò. Riprendiamo il fatto curioso che questa Amministrazione si è presentata lo scorso anno alla sua prima estate con un cartello di eventi preparato dalla precedente e passato un anno non ha saputo ancora organizzarne un'altra.

Quello che manca in città non è soltanto l'avvio dell'estate spezzina ma è molto di più. La città sembra precipitata in un vuoto culturale assordante. Ci si deve chiedere oggi che cosa si voglia fare del CAMeC, museo che ha esordito con una mostra di Jean Tinguely, visitata da migliaia di persone, e recentemente ospitava quella su i Marinaretti e una donna in ogni porto. Dell'intero percorso museale è rimasto davvero attivo il solo Museo Lia che è comunque struttura dedicata a una collezione privata con ridotte possibilità di manovra.

Una delle poche scelte fatte risulta la chiusura del Dialma Ruggero che, con tutti i limiti del modello gestionale, ha garantito comunque attività teatrale di qualità, musica, performance e uno spazio accessibile ai giovani per la propria creatività. Citata la Dialma, corre l'obbligo di ricordare l'esperienza di Boss ai giardini pubblici: una iniziativa che ha visto partecipare un pubblico di centinaia se non migliaia di giovani spezzini. Vorrei ricordare la qualità di tantissime serate, ma più ancora mi preme sottolineare che Boss ha dimostrato l'esistenza di una generazione che merita di avere quanto hanno i loro coetanei delle più vive città italiane o europee senza che li si abbandoni allo strascico su e giù per via Prione o li si consideri serviti dato che in estate possono sdraiarsi tutto il giorno in una spiaggia, peraltro di altro comune.

Eppure la cultura è lo strumento principale per capire il mondo che ci circonda, combattere l'esclusione e la paura: la cultura è sapere condiviso e aggregazione.
Salvini insiste con il valore dell'identità nazionale, ma l'identità nazionale italiana cos'è?
Il colore della pelle o una tradizione millenaria di grandissima attenzione alla cultura intesa anche come tratto distintivo e prestigio indistinto di tutti noi attraverso il tempo?
Ci fanno sentire più italiani la Firenze dei Medici e l'Ultima cena di Leonardo Da Vinci o inseguire un barcone, magari pieno di bambini, per assicurarci che non sbarchi?

Eravamo abituati ad avere iniziative un po' ovunque in città, mentre ora assistiamo a un desolante abbandono dei giardini pubblici, tornati ad essere i luoghi del piccolo spaccio, e un impoverimento della vita sociale che riguarda il centro e più ancora i quartieri periferici.

Stefania Novelli, Presidente Arci La Spezia.

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