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La sinistra sfida il caldo e la voglia di mare per ritrovare l’unità perduta (Video) In evidenza

di Francesco Truscia – In un sabato pomeriggio afoso la sinistra spezzina cerca le prospettive per un’unione futura dopo la sconfitta.

E’ il 30 di giugno, sono le 14:30 e c’è un caldo afoso, quello per cui o ci si rinchiude in casa circondato da condizionatori e ventilatori oppure si passa l’intera giornata al mare. C’è qualcuno però che non ha tempo di caricare la macchina di asciugamani e gonfiabili a forma di cigno per lanciarsi a tutta velocità verso un metro quadro di spiaggia libera. Questo qualcuno ha deciso che nonostante sia il sabato pomeriggio di un afoso 30 giugno è necessario ritrovarsi all’Urban Center per un convegno dal titolo “Quale unità della sinistra dopo la sconfitta? Ragioni a confronto” sfidando il caldo torrido e quella voglia matta di fare un tuffo.

Oltre al pubblico presente in sala i temerari sono: Federica Paganelli (coordinamento provinciale art 1 mdp), Michele Prospero (Professore di Filosofia del Diritto presso “La Sapienza”), Luca Basile (art 1 mdp), Marco Andreini (direzione nazionale PSI), Francesco Battistini (consigliere regionale Liguria), Roberto Centi (consigliere comunale La Spezia), Luca Erba (consigliere comunale La Spezia), Luca Comiti (Cgil la Spezia), Luigi Liguori (consigliere comunale La Spezia), Silvia Novelli (presidente ARCI La Spezia), Giorgio Pagano (presidente associazione “Mediterraneo”), Federica Pecunia (consigliere comunale La Spezia), Luisa Rossi (docente universitaria), Michele Fiore (“Possibile” La Spezia), Arturo Scotto (art 1 mdp) e Andrea Orlando (parlamentare PD).

“La sinistra non può fare a meno di avere una voce nella società – dichiara la moderatrice Federica Paganelli – Bisogna intraprendere un cammino faticoso. Non serve dire che abbiamo fatto anche degli errori, le autocritiche di maniera non bastano più, bisogna iniziare a dire quali sono gli errori”. Le premesse sono quelle di un lungo dibattito, che di certo non si può esaurire in un pomeriggio.

“Abbiamo di fronte uno scenario con il quale si è sancita la saldatura tra reazione nazionalista e populismo antipolitico – dichiara Luca Basile – Un esito che ci pone di fronte alla più vasta sconfitta della sinistra e delle idee riformatrici che l’Italia abbia conosciuto. Bisogna sforzarsi di riprendere la trama delle opposizioni alle destre verificando se è possibile intraprendere un percorso di convergenza dopo le sconfitte. La cifra della disfatta spezzina è compendiabile in una laconica espressione, la sempre più insostenibile distanza dalla sinistra del suo ceto politico dalle domande del popolo”.

“Cosa è mancato alla sinistra in questi anni? – afferma il professor Michele Prospero – Qual è la data simbolo che prima delle elezioni di qualche giorno fa mostrava l’elemento di non ritorno? Le elezioni regionali in Emilia Romagna, quella è la data simbolica che la sinistra dentro e fuori del PD avrebbe dovuto interpretare come una frattura non più ricomponibile. Il governo aveva cancellato l’art 18 e questo consumò un divorzio irreversibile tra popolo e PD. L’elemento simbolico più importante è Gianni Morandi che afferma “Questa volta non andrò a votare”. C’era un mito intorno a Gianni Morandi perché era figlio del segretario di una sezione comunista, lui stesso diffondeva l’unità e quindi era una cosa molto simbolica l’abbandono di Gianni Morandi dal campo della sinistra. Poi ultimamente è giunto pure quello di Orietta Berti, anche lei faceva parte di quella subcultura rossa in Emilia Romagna”.

 “Il PD da quando è nato ha condotto la propria funzione in un’ottica di governo – afferma il giovane consigliere comunale del PD Luca Erba - La funzione dei segretari guarda alla premiership, nessuno si cala all’interno della struttura partito. Siamo inermi rispetto ad una grammatica politica che è stata completamente ricostruita: Forza Italia non è più quella del 94, la Lega Nord non è più quella di Bossi e noi non siamo stati in grado di costruire una grammatica politica nuova. Io mi rapporto con i giovani per ovvie ragioni e non ci capiscono: non comprendono i riti della relazione del segretario, degli organismi, insomma non capiscono di cosa stiamo parlando. Di fronte ad un ryders che viene ricevuto da Di Maio e al silenzio della sinistra noi siamo perdenti e lo saremo in eterno. Il PD ha mollato i rapporti con i gruppi degli intellettuali che mettono la sostanza nelle politiche da portare avanti. Abbiamo tantissime colpe ed abbiamo contribuito anche noi per scelta di stare nella condizione in cui siamo. Ritengo che il PD al prossimo congresso sia all’ultima chiamata: o c’è un esito interno oppure per quanto mi riguarda l’esperienza del PD è tramontata”. 

Il dibattito procede e gli interventi si susseguono fino ai lavori della “tavola rotonda”. Un primo passo per mettere tutte le carte sul tavolo e comprendere le ragioni della sconfitta, cercando i punti di unione di una sinistra che sembra essersi persa in Italia come in Europa. Quelli che hanno deciso di cimentarsi in questo arduo percorso dovranno resistere al richiamo del mare e sacrificare diversi pomeriggi in spiaggia perché il processo sarà molto, ma molto lungo.

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