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Il “ciclone Cristina” scuote Sarzana In evidenza

di Luca Manfredini – Questa sera il centrodestra festeggia l'elezione, mentre cresce il toto-giunta. Per il PD è il momento della riflessione e del confronto interno.

Si chiude un’era lunga 70 anni durante la quale la città ha sempre orgogliosamente scelto e protetto la propria appartenenza storica senza mai metterla in dubbio, e si conclude in maniera fragorosa, in una bocciatura chiara e netta venuta proprio dall’elettorato “classico e sicuro” sarzanese. Chi ha vissuto la lunga domenica ai seggi infatti ha sicuramente notato il tipo di rappresentanza rassicurante dei votanti al ballottaggio: non un afflusso di persone nuove (e quindi l’ambito gruppo dei normalmente astensionisti disinteressati) né l’attesa massa di giovani anche questa volta non pervenuta, ma una costante affluenza di persone di età medio alta che da sempre rispettano il diritto dovere del voto e da sempre premiavano il centrosinistra. La Sarzana che ha deciso il cambiamento è proprio la Sarzana considerata prima sicura ed affidabile dal centrosinistra, quella che con la propria presenza ha rassicurato lungo la giornata del ballottaggio i politici presenti di centrosinistra e preoccupato quelli dell’alternativa. Le espressioni nei volti degli uni e degli altri erano ben leggibili dagli appassionati.

Cristina Ponzanelli irrompe sulla città sotto forma di un flebile vento iniziale, forse sottovalutato, ma diventato un ciclone che ha spiazzato tutte le previsioni e incamerato due primati: primo Sindaco donna e prima volta per il centrodestra nella storica roccaforte rossa.

La festa nella notte del ballottaggio rimarrà a lungo nel ricordo del centrodestra, con l’immagine del veterano Consigliere Carlo Rampi in lacrime lungo il percorso dai seggi sino a piazza Matteotti, lacrime sostituite poi da canti e bagni di spumante.

Ora il Partito Democratico locale scricchiola sin nelle sue fondamenta e proprio la sede storica del PD in piazza Matteotti viene messa in forse. Contemporaneamente arrivano le dimissioni di Paolo Bufano, dirigente del comitato ed anima critica di tutta la lunga campagna elettorale contro la candidatura di Cavarra. Prima vittima di quello che, immaginiamo, possa essere un processo interno ampio e non facile in cui il Partito dovrà rivedere le proprie priorità e la propria immagine. Il reggente Juri Michelucci ed i restanti nel comitato, Roberto Bottiglioni, Daniele Castagna e Cristian Faenza, ora avranno sicuramente il loro daffare.

Nel frattempo l’euforia della compagine vincente e relativi sostenitori aleggia ancora sulla città ma, passate le prassi di insediamento dei giorni scorsi, la proclamazione dei Consiglieri, la presentazione ai tecnici e dipendenti comunali e l’iniziale presa visione della situazione, il lavoro reale deve essere velocemente avviato. Questa sera alle 21 ultima serata di festa e consacrazione in compagnia di big e simpatizzanti della compagine vincente.

Da lunedì sarà solo impegno, duro lavoro e creazione della squadra che condurrà la città per i prossimi 5 anni, una città che richiede impegno, capacità e diversa lettura delle cose, stando a quello che hanno chiesto i cittadini con il voto. La nuova Giunta sarà sotto la lente di ingrandimento di tutti e di tutte le aspettative poste su di essa, iniziando proprio dalla necessaria e forse non facile ricerca, di un punto di equilibrio tra nomine politiche e capacità, tra percentuali e necessità, primo scoglio essenziale per un futuro buon Governo.

Conferme, voci e semiufficialità girano all’impazzata e abbracciano tante e diverse possibilità, cominciando proprio dalla nomina del Presidente del Consiglio ancora in dubbio se alla maggioranza o in favore dell’opposizione.

Davanti, tra le questioni da affrontare: le risorse per gli eventi, i chioschi sulle spiagge ancora in sospeso, le scuole XXI Luglio e Poggi Carducci, villa Ollandini, il futuro del Parco di Montemarcello, la tenuta di Marinella, la piscina di S. Caterina, la sicurezza... Ultima ma non ultima la rimozione veloce ed inaspettata della passerella ferroviaria simbolo per i sarzanesi proprio durante il limbo post elettorale.

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