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Debacle a Sarzana, l'analisi di Juri Michelucci (videointervista) In evidenza

di Luca Manfredini – il Consigliere regionale e reggente del PD sarzanese analizza la sconfitta e guarda alla riorganizzazione per PD e del legame con i cittadini.

Sarzana si è svegliata un po’ attonita dopo la lunga giornata elettorale del 24 giugno, tutto apparentemente eguale ma tutto improvvisamente così diverso. La roccaforte rossa ligure per eccellenza è stata espugnata ed il neo Sindaco Cristina Ponzanelli ha già al proprio attivo due record: prima donna Sindaco e prima vittoriosa di centrodestra nella storia sarzanese.

 

La parabola discendente del Partito Democratico a livello nazionale e cittadino, la crescita esponenziale della formazione di centrodestra in tutta la Liguria, in aggiunta ad incomprensioni, scelte azzardate e divisioni del centrosinistra con conseguenti liste in opposizione hanno creato le basi per questo avvicendamento storico i cui risultati definitivi hanno sorpreso persino gli antagonisti del Sindaco Cavarra.

Ne abbiamo parlato con il Consigliere regionale e reggente del PD sarzanese, Juri Michelucci, in una lunga videointervista per Gazzetta della Spezia (a breve on line), nella quale il segretario spiega la sua lettura della debacle elettorale ed ammette il doveroso “Mea culpa” cui il Partito e tutta la sinistra devono sottoporsi.

“La possibilità di sconfitta era nell’aria e la nuova generazione PD che ha amministrato Sarzana non è riuscita a ricostruire in tempo quel legame simbiotico che è venuto meno con la comunità sarzanese anche, ma non solo, per le evidenti problematiche nazionali – spiega il Consigliere – una comunità che ci ha recepito come distanti e ci ha bocciati, seppure i dati finali confermano ancora un importante radicamento sul territorio”.

Il Consigliere racconta poi quella sorta di battaglia interna che, a suo dire, nasce da lontano, sin da prima delle amministrative spezzine, e cita in merito Lorenzo Forcieri, cui si è unito in ambito sarzanese Paolo Mione, ex Presidente del Consiglio e voce critica all’interno del Pd locale e poi oppositore convinto con le sue tre liste di “Sarzana per Sarzana”: “Una destabilizzazione per il Partito e per i sarzanesi, mosse particolari cui non do certo la colpa per la sconfitta, visto i loro numeri incassati non determinanti ma – insiste – i lunghi conflitti avviati dal Presidente del Consiglio hanno certamente contribuito a incrinare i rapporti con i cittadini e ad alimentare quel “Tutti contro Alessio” che è stato difficile da recuperare”. Il tutto in aggiunta alla grande bolla nazionale salviniana che spinge in Liguria il progetto Toti ma sopisce anche l’evidente nulla che vi sta dietro, ovattando i dati e le vere specifiche che non vengono così più percepite dai cittadini – specifica Michelucci citando l’occupazione ferma, la crisi ASL e le tante opere bloccate – una Lega traino in Liguria il cui voto di opinione è arrivato ad incidere anche a Sarzana in un momento in cui il PD è in grave crisi in tutto il territorio”.

Al cavallo di battaglia della Lega basato su sicurezza e immigrazione poi, il PD sarzanese ha risposto secondo propri principi e valori invitando l’ex Ministro Minniti e Valter Veltroni, che hanno specificato chiaramente come la linea del Partito sia all’opposto di quella salviniana. Una possibile arma a doppio taglio in un momento storico in cui l’insofferenza dei cittadini verso la sensazione di insicurezza pare aumentare: “Gli ottimi risultati raggiunti da Minniti su questo tema e la forte riduzione di sbarchi ottenuta, forse non sono stati interamente percepiti – spiega Michelucci – va da sé che i cittadini esigono delle risposte in merito, risposte che ovviamente per noi non possono essere quelle becere e razziste di Salvini. Diverse quindi ma efficaci, accoglienti si ma per la legalità – insiste il regionale – e in aggiunta a questo ci sono altri temi, come il lavoro e le tasse, tanti temi che non sono di destra su cui servono delle risposte di sinistra – aggiunge – serve una comunità delle sinistre che possano dare risposte riformiste, ma smettiamola di piantare bandierine con i presidi tipo quelli sui “Porti aperti”, coerenti certo con i propri valori come giusto è, ma tornare a casa dopo e lasciare tutto come prima – attacca – serve a poco. Servono coesione tra le varie anime, studi ed iniziative vere che possano dare risposte vere e non solo simboliche ai cittadini, che altresì si allontanano. Bisogna ricucire e ricreare una comunità di valori, bisogna creare politiche vere che ci risintonizzino con i cittadini”.

Conclude poi parlando della riorganizzazione necessaria del Partito dopo la sconfitta: “Anche e soprattutto con chi ci crede realmente e non con chi, alla prima difficoltà, fugge a parteggiare per altri partiti o liste, se non addirittura con la destra rinnegando la propria storia. Cavarra ha pagato anche tante colpe non sue e dobbiamo ripartire dall’ampio lavoro effettuato e dai giovani che si sono avvicinati. Ora è il momento di una forte e sana opposizione, sia a livello comunale che regionale. Ci sono le condizioni e le motivazioni per farlo, non ultimo il taglio al trasporto locale deciso in Regione che rischia di tagliare a Sarzana il servizio “Pronto Bus”- ha concluso – sono tanti i temi dove la Regione ha un ruolo e la destra deve dare delle risposte, noi saremo lì a fare il nostro dovere a fianco dei cittadini come prima e più di prima, e lavoreremo per riprendere la nostra corretta posizione insieme ad i nostri giusti valori”.

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