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“Sarzana in movimento” spiega il proprio voto contrario su Villa Ollandini In evidenza

di Luca Manfredini – “Perché abbiamo votato no”, recitano i poster esposti nel gazebo del candidato Sindaco Valter Chiappini, ieri in piazza Luni a Sarzana. Abbiamo chiesto delucidazioni.

“Perché è un accordo illegittimo, essendo tutto il complesso vincolato al “Pubblico godimento degli immobili, oltre che del parco urbano, e che l’eventuale destinazione a residenza, dove ammessa, sia a supporto di attività destinate alla collettività” – così si può leggere sul manifesto esposto al gazebo dalla Lista civica, così possiamo leggere sul documento del “Ministero per i Beni culturali e paesaggistici” che autorizza l’alienazione del complesso immobiliare in oggetto; Villa Ollandini, il suo Parco e gli immobili esistenti. Il Consiglio comunale dedicato a questo Ordine del Giorno è in realtà passato ed il progetto è stato approvato, in una lunga serata dove maggioranza e opposizione si sono ancora una volta scontrate pesantemente (potete leggerne qui il resoconto).

L’ODG in discussione era l’accordo di programma tra il Comune di Sarzana e Cassa Deposito e Prestiti (CDDPP), con la contestuale variante al piano Regolatore Generale comunale (PRG), per alienare l’immobile di Villa Ollandini con Parco e pertinenze.

Nel 2014 l’Amministrazione Cavarra aveva sottoscritto un protocollo d’intesa con CDDPP – Immobiliare, proprietaria del manufatto storico, con l’obbiettivo di acquisire il parco ristrutturato ed i due fabbricati (Limonaia e Casa del Custode) da destinarsi a funzione pubblica. Di contro CDDPP – Immobiliare potrà avviare il progetto di ristrutturazione a fini principalmente residenziali di Villa Ollandini e dei fabbricati annessi (ex Sert), compreso l’inserimento di un’azienda agricola a suo tempo già presente sull’area. Dopo l’approvazione del Consiglio comunale la palla torna alla Regione e, entro sei mesi dal suo via libera, CDDPP riconsegnerà alla città 1500 metri quadri di parco riqualificato ed illuminato più i due caseggiati, di cui uno terminato (la Limonaia) e uno da terminare in parte (la casa del custode).

“Un valore immobiliare di oltre due milioni e mezzo acquisito dai cittadini – ribadiva l’Assessore Baudone in Consiglio – in un’impresa storica che riconsegnerà alla città un bene pubblico abbandonato da anni al degrado ed alla mancanza di iniziative risolutive”. Ma Chiappini non ci sta e vuole spiegare la sua contrarietà ed il motivo del suo voto contrario al progetto: “Non un No a prescindere contro accordo 'venduto' come valido e di pubblico interesse, ma un No ponderato e motivato contro l’ennesimo errore di questa Amministrazione, che svende con leggerezza beni comunali lasciati prima appositamente degradare e poi ceduti senza il giusto tornaconto per la città”.

LA POSIZIONE DI SARZANA IM MOVIMENTO

Questa che riportiamo è la posizione della lista civica rispetto a questa operazione e nella videointervista allegata potete ascoltare le parole del candidato sindaco Valter Chiappini: “Tutto il complesso, pari a 71.000 mq è oggi di proprietà pubblica, CDDPP è infatti una finanziaria pubblica in parte partecipata da privati, che utilizza soldi dei cittadini attraverso la raccolta postale, come lo è sempre stato dopo il lascito passando da Provincia e ASL.
Tutto complesso è vincolato ad 'uso pubblico' dal Ministero dei beni culturali ed architettonici, l'accordo di programma votato prevede invece il passaggio da uso pubblico a privato di 56.000 mq in area privata, ed il solo mantenimento ad uso pubblico del giardino storico botanico e dei due edifici inclusi.

L'attuale destinazione d'uso prevista nel PRG prevede destinazione per il Parco Urbano come 'inedificabile'. Le funzioni prevalenti sono; istruzione, musei, centro convegni e residenza di servizio alle funzioni prevalenti, e questo in particolare per la Villa Ollandini. Ad uso pubblico rimarrebbero quindi solo i circa 15.000 mq del giardino storico botanico che passerebbe di proprietà del Comune, mentre i rimanenti 56.000 mq verrebbero privatizzati e suddivisi in due zone: la prima una zona residenziale di lusso, con un aumento volumetrico di più di 1.000 mq, e la seconda come azienda agricola con un'ulteriore edificazione di 420 mq per servizi e punto commerciale e con accesso da una strada privata che non reggerà il conseguente via vai di mezzi agricoli, camion e auto dei clienti privati. L’accesso alla Villa e relativi parcheggi saranno inoltre a discapito del bosco ora presente, con la costruzione di una strada a doppio senso, con relative cementificazioni e taglio alberi. I due edifici acquisiti poi, l’ex Limonaia e l’ex Casa del custode, verrebbero ristrutturate da CDDPP, ma solo la prima sarebbe utilizzabile perchè nella riqualificazione dell'ex casa del custode è prevista la sola ristrutturazione di mura e tetto. Allo stesso modo CDDPP eseguirebbe la riqualificazione straordinaria del Parco con illuminazione, tagli di alberi presenti e ripiantumazione di platani, si, ma non gratis come si vorrebbe fare intendere bensì il tutto a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Il che tradotto significa che ci paghiamo anche i lavori, oltre a doverci fare carico della manutenzione ordinaria del Parco in futuro – Chiappini insiste ancora - un Parco pubblico che sarà una valorizzazione per la vendita degli appartamenti privati creati nella Villa, separato dagli stessi con recinzioni e goduto principalmente, a spese del Comune, dai proprietari degli stessi.

A parte quindi la violazione del vincolo ad uso pubblico della proprietà ci sarà un enorme squilibrio tra i benefici delle due parti; il Comune acquisirebbe beni per circa 2,5 milioni di euro a fronte di una rivalutazione della controparte che finirebbe al privato di ben 12 milioni.
E' così che si gestiscono gli interessi di una comunità? – ironizza il candidato - magari valutare un'equo tornaconto per tutte e due le parti? Magari non far degradare per decenni di Governo un bene pubblico, per poter poi asserire oggi: "O così o tutto degraderà ancora di più”?. Il complesso è vincolato ad uso pubblico, come per altro incredibilmente documentato proprio nel fascicolo documentale presentato in Consiglio comunale. Lo mettono ufficialmente nei documenti e poi fanno tutt’altra cosa illegittima?"

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