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Toti non fa nomi sul candidato del centrodestra, ma non ha dubbi: "A Sarzana c'è voglia di cambiamento" (video) In evidenza

di Luca Manfredini – Il Presidente della Regione, nel corso dell'incontro per lo scambio di auguri, ha parlato delle amministrative 2018, ma anche delle politiche, mostrando grande sicurezza sulle possibilità del centrodestra.

“Sarzana andrebbe mantenuta come spazio di testimonianza di biodiversità politica della Regione, come una “Riserva” da venire a visitare per vedere come è il fallimento della politica. A volte viene voglia di lasciargliela e di non infierire, ma sarebbe oltremodo punitivo per i cittadini. Toccherà cancellare anche questo ultimo avanzo di biodiversità”: esordisce così il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al Loggiato di Gemmi a Sarzana, al termine di una lunga giornata che lo ha visto impegnato in Commissione Bilancio in Regione, nel sopralluogo a Borghetto Vara con Anas per l’inaugurazione di nuovi ponti sul Pogliaschina, passando per il molo crociere alla Spezia dove ha incontrato Aponte e Royal Caribbean.

Una serata in relax a tinte arancioni, sempre a fianco dell’Assessore regionale Giacomo Giampedrone, tra panettoni, brindisi natalizi, cena e chiacchiere con il popolo del centrodestra, presente con sindaci, consiglieri comunali e regionali, sostenitori e con il Presidente della Provincia, Giorgio Cozzani.

Seppure stuzzicato dalla stampa il Presidente non fa nessun nome per una candidato alle amministrative sarzanesi del 2018, ma ribadisce con forza il mantenimento scontato e logico della compagine vittoriosa in Liguria; “Siamo tutti insieme in una coalizione unica e coesa, sotto questa soglia non si scende, sopra questa soglia, se qualcuno vorrà unirsi ne parleremo”.

Chi si aspettava di vedere alla cena l’avvocato Ambrosini, più volte indicato (e criticato dagli altri componenti della lista) come interessato, è rimasto certamente deluso. “E’ ancora troppo presto per parlare di candidature, non c’è alcuna fretta visto che le elezioni per i sindaci andranno dal 15 aprile al 30 giugno come da legge. Non si voterà prima del 28 aprile, se non molto dopo ancora, per consentire al PD di riprendersi dalla “scoppola” che subirà alle politiche, quindi c’è un fondato rischio che si arrivi a votare tra maggio e giugno".
"Abbiamo tutto il tempo anche per assumere uno straniero come ogni squadra di calcio usa fare”, aggiunge sorridendo.

All’insegna dell’hashtag - #ilventoècambiato – Toti ricorda che a Sarzana non spira un vento diverso che altrove, la voglia di cambiare cresce mentre le città governate dal centrodestra lavorano sodo e risolvono molte vecchie problematiche prima incancrenite, e citando La Spezia aggiunge; “Se il buon esempio produce consenso c’è di che buon sperare”. Prosegue poi di affondo in affondo: “In Liguria vinceremo tutti e sei i collegi camerali e i tre senatoriali, qualcuno dovrà cominciare a trovarsi un lavoro serio, come a Sarzana del resto. Non è un caso che siamo qui per gli auguri natalizi, qui dove cresce la consapevolezza del fallimento e la voglia di novità. Questa amministrazione non ha risolto problemi e non ha dato nessuna vocazione particolare alla città, doveva diventare “L’altra perla” dell’arte, della cultura e del turismo, speculare a Pietrasanta ed alla Versilia e invece è finita totalmente nella retroguardia, ha fatto un piano spiagge che è stato contestato dai tecnici regionali e non dalla politica che, anzi, sta cercando di aiutarli a salvarlo consci dell’importanza di uno sviluppo necessario”.

Inevitabile poi non citare La Spezia e fare paragoni tra le vecchie amministrazioni: “Al di là del colore, l’amministrazione sarzanese ha tutti i peggiori difetti politici della vecchia amministrazione spezzina; autoreferenzialità, immobilismo, incapacità di progetto e di ampia visione, ed il classico vizietto dell’avvitarsi sempre sulle stesse persone”.

Il Presidente poi si è allargato anche sul Nazionale e ha criticato il confronto mancato con Di Maio del M5S: “I confronti sono un atto di rispetto verso i cittadini per fornire loro un metro di giudizio, anche se sarebbe stato un confronto non utile perché Di Maio va a secondo della moda del momento, anzi, del minuto. Ondivago, segue gli umori del popolo e diventa pro o contro gli argomenti a secondo della convenienza. Tutto a seconda di come viene, nè più nè meno come Zelig di Woody Allen. Una buona dose di incapacità, inesperienza, un moralismo diffuso e uno spirito di rivalsa pauperista che non fa bene alle aspettative economiche del Paese”.

 

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