Non crediamo che l'assessore Caprioni abbia bisogno di difensori d'ufficio nello sgangherato attacco indirizzato contro di lui da Paolo Mione in relazione all'annunciata importante mostra su Andy Wahrol che sarà organizzata alla Cittadella. Caprioni ne ha evidenziato la rilevanza nazionale, ne ha sottolineato le ricadute economiche positive per la città, ne ha illustrato in modo convincente le coperture finanziarie. E ha anche fatto notare all'illustre fuoriuscito dal Pd che attaccare scompostamente e a testa bassa qualunque iniziativa dell'Amministrazione, anche quelle di innegabile, oggettivo pregio ed utilità, non è sintomo di opposizione oculata ed incisiva ma solo di cieco malanimo e di spirito distruttivo.
E neppure compete a noi difendere Caprioni (rappresentante del movimento di Pisapia in città e promotore di una lista insieme ai Socialisti) dalla risibile accusa di avere 'plagiato' questi ultimi e di strumentalizzare il nome di Pertini; a queste invasioni di campo (progressista) da parte del camaleontico ex presidente del consiglio comunale, Caprioni e i Socialisti ben sapranno difendersi da soli.

Ciò che merita invece di essere sottolineata è la digressione fatta da Caprioni a margine di quella polemica.
L'assessore infatti ha riferito che Mione, alla notizia della costituzione di quella lista, gli avrebbe 'consigliato' di desistere, gli avrebbe offerto di aderire piuttosto al raggruppamento delle sinistre radicali a capo del quale Mione si è autocollocato (presidenti si nasce, noblesse oblige), gli avrebbe offerto incarichi nel caso (immaginiamo per lui scontato) di trionfo alle amministrative ed infine avrebbe prospettato - nel caso in cui Caprioni non si fosse persuaso con le buone - attacchi in consiglio ed esposti alla Corte dei Conti sulla copertura finanziaria della famosa mostra su Warhol...

A fronte di tali 'rivelazioni', ci attendevamo fuoco e fiamme.
Invece - nella replica - Mione si dice dispiaciuto, nega fiaccamente, deplora che dal politico si scenda nel personale (!?), fa sillogismi, parla d'altro e conclude con un significativo (e per lui raro) rassegnato ''pazienza!''.
Questo ci fa ritenere che anche in questo caso - come faceva anche da presidente del consiglio comunale, piegando alle sue strategie di parte addirittura le sue prerogative istituzionali - Mione non abbia resistito alla tentazione di fare esercizio delle sue indiscusse migliori qualità politiche, l'artificio, la forzatura e la prevaricazione.

Noi non sappiamo che scelte faranno le altre realtà della sinistra sarzanese (alle quali rinnoviamo l'invito ad un dialogo aperto, intanto sulle più qualificanti scelte programmatiche). Ma siamo certi che con quei metodi neppure loro vorranno avere a che fare.

Il Segretario PD Sarzana Giovanni Vasoli