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Baldino: "I militicoltori devono essere tutelati, fanno parte dell'identità del Golfo" In evidenza

Secondo il consigliere comunale di Per la Nostra Città, l'amministrazione deve dare loro le risposte che per decenni non hanno avuto.

Ieri sera abbiamo ascoltato le mille ragioni dei mitilicoltori spezzini. Una categoria che da oltre ottant’anni sta subendo sulla propria pelle le tante contraddizioni del nostro golfo.
Un territorio, il nostro, che ha voluto crescere in modo caotico e disordinato in cento direzioni diverse, spesso persino incompatibili tra loro. Senza una strategia.
E allora via alla sistematica soppressione di tutte le nostre spiagge per far posto alla cantieristica.
Via all’accoglienza del carbone e dei fumi di ENEL.
Via alla nautica da diporto con cattedrali spesso scollegate dal resto del tessuto cittadino come Mirabello.
Via ai colossi della crocieristica, senza neppure avere una stazione adeguata e idonea allo scopo, ovvero banchine elettrificate, fondali adeguati, accoglienza adeguata e neppure un posto ove allocare i pullman turistici che far approdare giganti del mare. Nulla di tutto questo ma solo tanta scellerata improvvisazione reiterata nel tempo.
Inoltre c’era e c’è la Marina Militare che nell’ottocento a tutto questo delirio che da ottanta anni Spezia è ha dato il là e che ancora oggi non si capisce bene che collocazione vorrebbe continuare ad avere.

I mitilicoltori dunque, che del nostro territorio dovrebbero essere una eccellenza, soffrono.
Scacciati, spostati, compressi da mille altre realtà, hanno dovuto sopportare recentemente i danni di un dragaggio scellerato che ha dimezzato di fatto il loro prodotto rispetto a qualche anno fa.
Il potere politico per anni ha taciuto di fronte al loro disagio, maltrattati da una Autorità Portuale da sempre forte coi deboli e inesistente coi potenti, oggi sono giustamente alla ricerca di risposte certe.
Chiedono, tra l’altro, di potersi allocare meglio lungo il golfo, ma persino due boe della Marina Militare, definite dall’ente “strategiche”, glielo impediscono.
Far morire la mitilicoltura nel golfo della Spezia non significa solo alienare il lavoro a oltre 120 famiglie che da questo dipendono. Significa sottrarre alla città un altro anello storico della propria filiera identitaria. Gettare Spezia ancora una volta verso un futuro incerto senza più nessun raccordo culturale e produttivo con il passato.

Penso che la nuova amministrazione, proprio in funzione della propria discontinuità con questi sistemi caotici di governare la città, che hanno contraddistinto la storia recente, darà ai mitilicoltori un segnale totalmente diverso. Un segnale che non sia fatto di sole parole e accordi sempre disattesi, come in passato, ma di azione fattiva affinchè questa categoria possa collocarsi in modo certo nel nostro territorio, con tutti i diritti e le salvaguardie indispensabili per poter operare e risanare in poco tempo i tanti danni ricevuti negli anni.


Massimo Baldino Caratozzolo – Per la nostra città

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