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G7 a Torino: pullman anche dalla Spezia per il corteo di protesta In evidenza

Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista spiegano così le loro ragioni.


In questi giorni e sino al 1° Ottobre a Torino si stanno riunendo i rappresentanti di sette tra i paesi più potenti del mondo per discutere di lavoro, industria e scienza.
Sono i sette che hanno approfittato della epocale crisi del 2008 (determinata dalle loro stesse politiche), per attaccare i diritti di giovani e lavoratori, per abbattere la qualità delle nostre condizioni di vita, per saccheggiare e devastare territori e popolazioni che già vivevano in condizioni difficili.
Hanno scaricato la crisi su di noi, ci hanno detto che non c'era alternativa, mentre salvavano le banche, mentre le tasche dei più ricchi si gonfiavano sempre di più, mentre la concentrazione delle risorse e il danno ambientale che le loro politiche infami hanno provocato sconvolgono il pianeta.
Già lo sappiamo cosa ci diranno: siamo qui per risolvere il problema della disoccupazione tecnologica, parleremo della delocalizzazione del lavoro, cercheremo una soluzione alla finitezza delle risorse.
Ma la verità è che se si lavora con salari da fame, se c'è chi lavora troppo e chi non lavora affatto, se le tutele e le professionalità sono state distrutte è colpa delle loro politiche.
Se la tecnologia invece di ridistribuire la ricchezza è la trappola che ci impoverisce è colpa loro.
Se le risorse mancano è perché se ne sono appropriati, le hanno rubate.
La loro industria delocalizza, si ristruttura per dividere i lavoratori, per renderli ricattabili, per pagare di meno il costo del lavoro.

 

La loro scienza è scienza della guerra, della devastazione ambientale, del controllo e dell'ordine, della paura.
Non c'è etica che importi, l'unico faro della loro scienza è il profitto di pochi contro la vita di molti.
Dopo qualche pacca sulle spalle e qualche foto di rito ci annunceranno che la tormenta è finita, che siamo fuori dalla crisi ancora una volta. Però ci terranno a precisare che non c'è alternativa, che bisogna stringere i denti e fare qualche sacrificio in più.
Quello che non diranno è che i sacrifici serviranno per tenerli sui loro troni ad abbuffarsi di ciò che resta di questo paese malato.

Un'alternativa c'è ed è una sola. Guastargli il banchetto. Mettersi in mezzo.

Così sabato prossimo anche da Spezia partirà un pullman organizzato da Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana per partecipare al corteo unitario che si terrà a Torino Piazza a partire dalle ore 15

Pensiamo che sul lavoro bisogna ripartire da zero:
1) Lavorare meno per lavorare tutti.
Nel mondo non c’è mai stata così tanta ricchezza e così mal distribuita. Eppure si lavora fino a sempre più vecchi mentre i giovani muoiono di disoccupazione, si lavora anche la domenica, anche di notte. Serve una diminuzione della settimana lavorativa a parità di reddito.

2) Lavorare meno per lavorare meno.
L’automazione dev’essere un vero progresso. Deve servire a liberarci dalla fatica e dal ricatto del lavoro. Deve servire a liberare tempo per gli affetti, per la socialità, per coltivare i propri interessi non a produrre disoccupazione.

3) C’è lavoro e lavoro.
Quante volte il lavoro rappresenta qualcosa di nocivo per chi lo porta avanti e per ciò che produce? Il criterio che deve guidare il lavoro è l’utilità sociale di tutti non i profitti di pochi.

4) Lavoro o non lavoro devo poter campare.
La diminuzione del lavoro socialmente necessario non deve portare alla miseria nessuno.


Sinistra Italiana La Spezia
Rifondazione Comunista


(Foto: La Repubblica)

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