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Indagine su adolescenti e internet, il pericolo corre online In evidenza

Quasi un ragazzo su dieci è stato infastidito da un adulto: è il risultato di una ricerca condotta dall’Università di Genova su mille studenti liguri di terza media.

 

Questa mattina nel Salone di Rappresentanza del Circolo dell’esercito, in via San Vincenzo, a Genova, sono stati presentati i risultati dello studio “Indagine sulla percezione dei rischi connessi alla navigazione in Internet in studenti delle classi terze delle scuole medie e dei loro genitori in Liguria”. La ricerca nasce da un accordo tra il CoReCom Liguria (Comitato Regionale delle Comunicazioni) e l’Università di Genova Scuola di Scienze Sociali DISFOR.).
L’incontro è stato aperto dal presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone, sono seguiti gli interventi del presidente del CoReCom Liguria Alberto Maria Benedetti, del presidente del coordinamento dei CoReCom Filippo Lucci e dell’assessore regionale alle politiche giovanili Ilaria Cavo. Subito dopo Carlo Chiorri dell’Università di Genova ha illustrato i risultati dell’indagine. Sono quindi intervenuti l’assessore regionale alla sanità Sonia Viale, Francesco Posteraro commissario AGCOM, il direttore AGCOM Ivana Nasti, il direttore della III sezione del compartimento della Polizia postale Roberto Surlinelli, il vicesindaco del Comune di Genova Stefano Balleari. Hanno chiuso l’incontro gli altri componenti del CoRecom Liguria Christian Moretti e Matteo Ridolfi.

«I dati raccolti in questa ricerca non solo forniscono importanti informazioni – afferma il presidente del Consiglio regionale Francesco Bruzzone – su comportamenti e situazioni a rischio, ma hanno permesso di indagare quali caratteristiche dei partecipanti dalle quattro province liguri siano indicatori di rischio e di protezione. Senz’altro un plauso va al al Corecom Liguria – ha aggiunto - che, tra le sue molteplici attività svolte di concerto con Agcom e con il Consiglio regionale, ha dato vita anche al progetto “Minori e multimedialità”, per analizzare il rapporto che giovani e adolescenti intrattengono con i Media. Certamente è una grande sfida e un notevole impegno contrastare la diffusione di contenuti illegali e pericolosi e promuovere un ambiente sicuro online. Compito della politica e della Pubblica Amministrazione è favorire attraverso norme, azioni e ricerche un’educazione ed una sensibilizzazione su genitori e sui figli per la protezione di questi ultimi dai rischi della rete, da cui purtroppo anche la nostra regione non esce immune».

«Si tratta di un argomento di grande rilevanza sociale – ha spiegato il presidente del Corecom Liguria Alberto Maria Benedetti - in cui è stata indagata, mediante questionari somministrati agli interessati e alle loro madri, la frequenza di comportamenti e situazioni a rischio durante l'attività online in un campione rappresentativo di 1072 adolescenti frequentanti le classi terze delle scuole secondarie di primo grado della Liguria».

Proprio in relazione a questo fenomeno Benedetti ha auspicato «un riconoscimento da parte del legislatore del ruolo svolto dai Corecom in tutto il paese» per permettere un’azione incisiva e efficace.
Il presidente del coordinamento dei CoReCom Filippo Lucci ha sottolineato come i Comitati «stiano sviluppando un lavoro sempre più significativo per mettere in relazione, su questo argomento, la scuola e la famiglia». Lucci ha apprezzato l’approccio scientifico della ricerca condotta dall’Università di Genova auspicando che altri CoReCom regionali conducano studi analoghi.

Il vicesindaco del Comune di Genova Stefano Balleari ha assicurato la massima attenzione del Comune su queste tematiche e ha suggerito un allargamento del campione di indagine alle scuole superiori.
Il vicepresidente del Consiglio regionale Sergio Rossetti, rilevando che alcuni istituti non hanno voluto partecipare all’indagine, ha ammonito: «Il mondo della scuola non deve avere paura del digitale perché quanto più aumentano le competenze tanto più aumentano le capacità di difendersi dai pericoli collegati. Il vero obbiettivo è dare strumenti ai ragazzi in questo senso». Riferendosi ai meccanismi che possono indurre gli adolescenti a assumere comportamenti pericolosi durante la navigazione in internet ha aggiunto: «La trasgressione è di per sé un fatto naturale, attraverso cui passa la nostra crescita, ma è importante che la trasgressione avvenga in una situazione educativa in cui viene elaborata».

«I dati della ricerca – ha spiegato l’assessore regionale alle politiche giovanili Ilaria Cavo – confermano la necessità di portare il tema del digitale nelle scuole, cosa che la Regione ha fatto con il progetto “Sun”, ma evidenziano che, per combattere il rischio, sono importanti i rapporti fra la famiglia e i ragazzi». Secondo l’assessore l’indagine «è un punto di partenza per un futuro progetto comune. L’esperienza che abbiamo maturato in classe con il progetto Sun conferma un dato di questa ricerca: ai ragazzi occorre dare delle regole perché sono in grado di riceverle». Cavo, in particolare, ha illustrato la felice esperienza avvenuta in una classe dell’istituto Montale di Genova: «Gli studenti hanno creato con la scuola di robotica un’applicazione per prevenire i rischi legati ai social network; è stata un’applicazione fatta dai giovani per i giovani e sarà presentata al Festival della Scienza. Questo dimostra che i ragazzi, quando sono stimolati, rispondono bene. Abbiamo investito molto come Regione – ha aggiunto - per una scuola digitale perché, se i giovani devono essere avvertiti dei rischi, non devono comunque demonizzare la tecnologia digitale». Cavo ha concluso: «La comunity creata nella scuola è a disposizione del CoReCom per diventare uno strumento per veicolare progetti e messaggi sul digitale».

Francesco Posteraro, commissario di AGCOM, dopo aver dichiarato che la ricerca è utilissima per il lavoro che viene svolto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha aggiunto che riguarda «il futuro della nostra società». Posteraro ha ribadito che i giovanissimi rischiano di essere «posseduti».dallo strumento, anziché esserne padroni. Ed i primi protagonisti per contrastare questo pericolo – ha aggiunto - sono la famiglie e la scuola. «Per educare – ha concluso - bisogna prima conoscere».

Ivana Nasti, direttore AGCOM ha illustrato la situazione legislativa relativa ai reati informatici, evidenziando la necessità di un approccio transnazionale alla problematica, in parte – ha detto – già intrapreso dal legislatore, anche con una serie di convenzioni aperte anche ai Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea. Nasti ha poi ribadito che non è sufficiente limitarsi a reprimere: «Prevenzione – ha detto - è una parola molto importante».

Roberto Surlinelli, direttore della sezione III della Polizia postale, ha raccontato come il compartimento affronta la prevenzione rivolta ai giovani in Liguria, per esempio organizzando numerosi incontri nelel scuole fra gli studenti e i propri esperti. Sono stati organizzati – ha aggiunto - anche incontri con le famiglie che, però, non hanno registrato l’interesse auspicato: questo dimostra – ha concluso - la necessità di una maggiore informazione e comunicazione, che si sta attuando peraltro anche con l’ausilio di app.
Secondo l’assessore alla sanità Viale Assessore Viale «per far fronte a questi fenomeni preoccupanti, purtroppo in costante crescita tra gli adolescenti, occorre unire le forze, rafforzando la ‘rete’ con gli enti locali, con il mondo della scuola e i soggetti del volontariato e dell’associazionismo per intercettare prima il possibile le situazioni di potenziale disagio grazie a campanelli d’allarme legati a fattori sociali o psicologici specie in ambito familiare. Come assessorato alla Sanità siamo fortemente impegnati su questo con tutto il sistema socio sanitario, in prima linea sul fronte della prevenzione ma anche sul fronte dell’assistenza alle vittime».


QUADRO DELLA RICERCA
Campione
. Il questionario, elaborato dagli esperti del Dipartimento di Scienze della Formazione, è stato compilato da 1072 studenti, iscritti alla classe terza di 20 scuole secondarie di primo grado della Liguria, di cui il 52,4% sono femmine. Un altro questionario è stato compilato da 921 fra le madri degli alunni che hanno partecipato all’indagine.
Finalità. E’ stata analizzata la frequenza di comportamenti e situazioni a rischio durante l’attività online dei minori per comprendere anche la consapevolezza dei genitori rispetto a questi rischi.
Metodologia. Sono state esaminate 1) le caratteristiche digitali (la possibilità di accesso a Internet, le modalità e la frequenza dei comportamenti online, l’abilità nell'uso delle tecnologie); 2) i fattori sociali e ambientali (il controllo dell'attività online da parte dei genitori, la qualità rapporti coi genitori e con i coetanei, il bullismo e il cyberbullismo attivo e passivo); 3) le condizioni psicologiche (impulsività, ricerca di sensazioni, difficoltà psicologiche, bassa autostima riferite sia dai partecipanti che dalla loro madre).


RISULTATI DELLA RICERCA

Situazioni a rischio
Il 9% degli studenti ha riferito di essere stato infastidito da adulti online. Oltre il 40% ha ammesso di essersi trovato su un sito pornografico involontariamente durante la navigazione in internet. Il 18% del campione ha ricevuto messaggi con riferimenti sessuali, il 9% ha ricevuto foto intime, il 9,5% dichiara di essere stato contattato da persone sconosciute, che avrebbero potuto essere adulti.
I principali eventi a rischio online sono risultati l'accesso a siti pornografici (20.7%) mentre solo il 7,9% delle madri dichiara di esserne al corrente; l’8,9 ha avuto accesso a siti dove interagivano con adulti. La conoscenza online di adulti riguarda il 10% dei ragazzi.
Dall’indagine emerge che le madri sottostimano la quantità di comportamenti rischiosi dei propri figli, i quali inseriscono i propri dati personali (56%), foto personali (20%) e fanno nuove conoscenze, (29%).

Diffusione e utilizzo di internet
Il 98,2% degli studenti ha riferito di avere usato Internet almeno una volta al mese negli ultimi sei mesi. Una percentuale simile è stata riferita dalle madri.
La maggior parte ha ricevuto il primo pc (37%) o il primo smartphone (62,6%) fra i 10 e 12 anni. Oltre il 90% degli studenti ha riferito di utilizzare lo smartphone più volte al giorno. La maggior parte degli accessi (97%) avviene da casa, l’80% degli studenti dichiara di collegarsi a internet più volte al giorno (79,8%) e le madri ne sono sostanzialmente a conoscenza (68,3%). La maggior parte dei ragazzi (37,2%) dichiara di restare online fino a 3 ore al giorno, il 20% da 3 a 5 ore. I motivi di accesso sono guardare video, ascoltare musica o ricercare informazioni; i dati riferiti dalle madri sono coerenti con quanto riferito dai figli. Il 40% dei ragazzi dichiara di spegnere il telefono durante la notte mentre ne è convinto addirittura il 53% delle madri. Sia la maggior parte dei figli che delle madri ritiene utile internet, ma solo il 28% dei figli lo ritiene pericoloso, contro oltre il 50% delle madri. Il 40,5% degli studenti ha riferito che Internet è “abbastanza importante” nella loro vita, secondo il 30,5% è “molto importante” e solo il 3,6% ha detto che non è “per niente importante”. Solo il 63% del campione ha i genitori fra i contatti del proprio profilo social.

Situazioni a rischio
L’analisi circa l'associazione delle variabili legate ai rischi online con le caratteristiche socio-demografiche e psicologiche degli adolescenti e delle loro madri ha mostrato che, oltre al tempo trascorso online e alla quantità di profili sui social network, alcune caratteristiche di personalità degli adolescenti, in particolare la ricerca di sensazioni e i tratti narcisistici, gli stili parentali, l'essere stato vittima di bullismo e cyberbullismo, e le difficoltà emotive e comportamentali sono caratteristiche legate all'aver vissuto una situazione di rischio online.
Indicatori di protezione sono invece risultati il reddito materno, una maggiore coscienziosità dell'adolescente, gli avvertimenti e le regole imposte dai genitori e uno stile parentale paterno orientato all'apertura.
La rilevanza delle caratteristiche psicologiche di adolescenti e madri suggerisce che potrebbe essere utile una formazione dei genitori nel gestire gli aspetti emotivi e comportamentali che riguardano i propri figli e loro stessi in relazione all'uso di Internet e agli eventi a rischio che possono verificarsi durante la navigazione.

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www.regione.liguria.it

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