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De Paoli (Lega Nord): "Non è con la burocrazia che si salverà il territorio" In evidenza

Il consigliere regionale replica a Vittorio Alessandro. 

Il Presidente del Parco nazionale delle 5 Terre, Vittorio Alessandro, ormai in carica in regime di prorogatio perché l’incarico è scaduto lo scorso primo settembre, l’altro ieri si è schierato con le associazioni ambientaliste ed ha attaccato la proposta di legge firmata a maggio dai consiglieri regionali di maggioranza Andrea Costa (Liguria Popolare) e Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria).

“A Fine giugno – replica De Paoli - avevo già ottenuto la ferma condanna, da parte del Consiglio regionale, del Presidente Alessandro per le sue agghiaccianti dichiarazioni sull’Olocausto che avevano rappresentato un insulto morale a tutti i discendenti delle vittime dei massacri e dello sterminio di massa perpetrati dai nazisti. Avevo rinunciato a chiederne le dimissioni, proprio perché in scadenza. Ora, nella veste di Presidente del Parco in quanto il Governo a trazione Pd è stato incapace di trovare un sostituto, anziché finalmente tacere si schiera contro la Regione pubblicando post su Facebook e rilasciando dichiarazioni faziose senza il minimo rispetto del ruolo che ancora ricopre e, soprattutto, della volontà popolare espressa democraticamente con il voto confermato alle recenti amministrative anche sul territorio spezzino. Se intende continuare a fare politica rimanendo nelle Istituzioni e vuole essere eletto da qualche parte senza essere più nominato, si presenti alle elezioni.

Comunque, nel merito dell’inutile critica avanzata dal Presidente pseudo attivista ambientalista, Vittorio Alessandro sostiene che le statistiche confermano che il turismo premia le aree protette, la natura ed il paesaggio. Secondo la sua interpretazione, la sola ipotesi di eliminazione del Parco di Montemarcello Magra appare 'eccentrica' rispetto all’esperienza delle strategie di cura del territorio in Italia ed all’estero.

Peccato che l’ex ammiraglio abbia quasi sempre vissuto per mare e non sul nostro territorio, che evidentemente non conosce abbastanza e quindi non è in grado di salvaguardare.

L’istituzione del Parco di Montemarcello Magra non è stata soltanto la creazione di un poltronificio (il 98% dei denari trasferiti al Parco viene speso negli stipendi e per il territorio non resta quasi nulla) ma anche un’inutile colonizzazione a discapito del turismo e della cittadinanza che, attraverso i sindaci, non ha più controllo di ambiente, boschi e fiumi. Lo dimostra anche il fatto che all’interno del Parco di Montemarcello Magra ad oggi sarebbero state individuate ben 45 discariche irregolari od abusive, mentre la stessa cosa non è avvenuta nei Comuni limitrofi, come a Varese Ligure, che rinunciarono a far parte dell’area protetta. Evidentemente, nei Comuni al di fuori del Parco, i sindaci hanno vigilato e protetto l’ambiente riuscendo ad ottenere consensi sia fra i residenti, sia fra i turisti che in questi anni sono aumentati di numero. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Pertanto, nel caso del Parco di Montemarcello Magra il ragionamento degli attivisti ambientalisti risulta fuori luogo, il loro appello è inaccettabile e le dichiarazioni del Presidente Alessandro sono ancora una volta faziose e fuorvianti. Bisogna smetterla di fare disinformazione e terrorismo psicologico a discapito dell’ambiente e dei nostri cittadini, che vivono e si prendono cura del territorio.

Lo ribadisco. Se il nostro territorio è cosparso di aree di pregio con panorami mozzafiato, invidiati in tutto il mondo, questo è dovuto al duro lavoro degli abitanti che spesso lo hanno utilizzato quale loro fonte di lavoro e di ricchezza. Ad esempio, i terrazzamenti alle Cinque Terre non sono nati dall’esigenza di andarci a prendere il sole, ma per aumentare la produzione alimentare necessaria a continuare a vivere sul territorio. Così, in quelle zone dove l’uomo ha provveduto a creare una moltitudine di culture, mantenendo le proprie tradizioni, comunque rivolte al benessere di tutti, i luoghi sono stati sempre rispettati diventando delle perle uniche al mondo.

Tutte le attività produttive presenti devono continuare a restare dove sono e non devono subire trasferimenti o chiusure forzate semplicemente per il fatto che sono state ricomprese dentro una zona diventata Parco regionale. In sostanza, si deve poter continuare ad esercitare tutte quelle attività tramandate di generazione in generazione, senza quelle limitazioni imposte da chi non conosce il territorio e che risultano dannose per tutti.

Questi luoghi devono quindi tornare sotto la giurisdizione comunale. Sindaco e cittadini devono essere aiutati ed incentivati ad occuparsi ancora di più dell’ambiente del proprio Comune, senza vincoli assurdi calati dall’alto.

Non è col seminare il territorio di lacci e lacciuoli burocratici, spesso inutili e fallimentari, che si salverà questo patrimonio. Anzi, semmai è il contrario. Come si è indubitabilmente verificato nel caso del Parco di Montemarcello Magra che è da abolire al più presto”.

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