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Pagano: “Nei campi libici c’è l’orrore, l’Italia e l’Europa sono complici” In evidenza

 Il Presidente dell'Associazione Mediterraneo lo ha affermato nel corso della presentazione del proprio libro a Chiavari.

 

Giorgio Pagano ha presentato anche a Chiavari, di fronte a un pubblico numeroso, il suo libro “Sao Tomé e Principe - Diario do centro do mundo”, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale. Nell’Atrio è stata inaugurata la mostra, che sarà visitabile fino a lunedì 25 settembre.

Il Vicesindaco Silvia Stanig si è soffermata su ciò che ha definito l’”entusiasmo” e la “passione umanistica” dell’autore. Marco Branchetti, dell’Associazione di cultura politica Il Bandolo, ha parlato del libro come di “un mix felice di diverse cose: il diario, il reportage fotografico, la riflessione sulla cooperazione e sull’Africa, e anche una guida per chi vuole investire a Sao Tomé e per chi vuole andarci per turismo”. Forse, ha concluso, “è un po’ un merito di questo libro se la rivista ‘Dove’ ha inserito Sao Tomé tra i dieci posti al mondo dove bisogna andare una volta nella vita”. Alessandra Governa, della Cooperativa Zucchero Amaro, ha definito il libro di Pagano “un libro che ci riporta alla bellezza dell’incontro in un’estate di paura e di chiusura” e che fa capire “la circolarità delle migrazioni: gli africani vengono da noi, noi andiamo da loro perché lì c’è un pezzo del nostro futuro, e loro torneranno in Africa per migliorare i loro Paesi, perché è quello che vogliono”. Governa ha insistito infine sulla “centralità dell’umanesimo”, sulla “concezione non paternalista della cooperazione” e sull’”importanza dei piccoli cambiamenti dal basso” come concetti chiave del libro. Sergio Schintu, segretario di Januaforum, ha definito il libro di Pagano “prezioso” perché ci fa capire che “la cooperazione internazionale è importante, che è un settore dove molti giovani potrebbero trovare lavoro” e che “anche la Liguria deve migliorare: non dobbiamo pensare solo a noi stessi ma alzare lo sguardo e abituarci a vivere in una logica di convivenza con gli altri”.

Infine l’autore: “Dobbiamo garantire agli africani non solo il diritto di migrare ma anche il diritto di restare, ecco perché serve la cooperazione. Ma oggi l’Italia e l’Europa stanno facendo troppo poco: sia perché i soldi stanziati sono pochi, sia perché rischiano di essere usati per finanziare i campi di concentramento dove, d’intesa con i regimi africani, vogliamo tappare i migranti, in condizioni disumane... Nei campi libici c’è l’orrore, l’Italia e l’Europa sono complici”.
Il rapporto con l’Africa, ha aggiunto Pagano, “deve basarsi su partnership fondate sulla parità e la reciprocità e smetterla di depredare le risorse africane”. L’Africa non deve essere “solo fornitrice di materie prime, così si torna al neocolonialismo, si pensi al land grabbing, all’acquisto delle terre da parte di Cina e Occidente”. Pagano ha concluso citando la scritta del cartello di un eritreo cacciato dall’edificio in cui viveva a Roma: “Dalla mia Africa prendete tutto: petrolio, oro, gas, ferro, diamanti, banane... ma rifiutate gli essere umani”.

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