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Centro di accoglienza in Via Spallanzani, Pucciarelli: "Esempio di business-immigrati" In evidenza

I consigliere regionale della Lega Nord commenta le dichiarazioni della rappresentante legale dei gestori del centro.

«Come si può difendere la scelta di mettere un C.A.S. (centro di accoglienza straordinario) in un condominio? Me lo sono domandato leggendo l’intervento dell’avv. Gagliardini, la quale a nome dei gestori del centro di accoglienza di via Spallanzani 22, si è impegnata per sostenere che tutto va bene – dichiara il consigliere regionale del Carroccio Stefania Pucciarelli – Anche la Prefettura, a suo dire, ha elogiato l’attività come un esempio di buona accoglienza, diversamente da chi come me lo considera soltanto un esempio di business sugli immigrati perfettamente riuscito. Ma se quanto dice l’avvocato è vero, evidentemente sono pazzi i condomini che vivono barricati in casa. E sono pazza anche io che quando mi sono recata sul posto non ho avuto l’impressione di visitare “un normale condominio”, bensì uno stabile invaso e deturpato. Probabilmente la differenza di vedute è dovuta al fatto che né io né i condomini ci mettiamo in tasca un euro dall’accoglienza dei finti profughi, contrariamente a chi dall'accoglienza trae profitto a discapito del prossimo.
È evidente come, in Via Spallanzani, gli interessi di pochi creino notevoli danni al quieto vivere dei più, e come il Governo centrale attraverso le Prefetture se ne infischi dei propri concittadini. Concittadini che magari hanno acquistato con sacrificio una casa e che per decisioni piovute dall'alto vedono dall'oggi al domani il valore del loro immobile azzerato, la qualità della vita ribassata e l'infamante accusa di razzismo investirli se osano rivendicare i propri diritti. Basta parlare con loro per farsi un’idea di cosa accade quotidianamente con venti spezzini e trentacinque presunti profughi nella stessa palazzina.
A fronte di una simile situazione, più che un’apologia del business-immigrati mi sarei aspettata dall’avvocato alcune risposte a domande che gli stessi residenti hanno più volte sollevato:
1) Il sistema di accesso con codice elettronico, che consente di aprire il portone d’ingresso e le porte degli appartamenti adibiti a CAS, permette di entrare nell’edificio a chiunque ne sia in possesso. Siamo sicuri che il codice venga usato soltanto dai “poveri migranti”? Come possono i condomini dormire tranquilli sapendo che il loro pianerottolo è in balia del primo che passa?
2) Una scritta fatta a pennarello, sul muro delle scale condominiali, indica che la mensa comune è al quarto piano. È stato valutato se una così elevata concentrazione di persone al momento dei pasti è compatibile con la tenuta dei solai dello stabile? Inoltre, la cucina è idonea a sommistrare un così gran numero di pasti giornalieri, ha le caratteristiche richieste per la ristorazione?
3) Gli operatori che somministrano cibo possiedono la certificazione HCCP?
4) Tutti i richiedenti asilo hanno effettuato i test e i controlli sanitari?
Questi sono i quesiti che la gestione deve affrontare senza nascondersi dietro il paravento di una professionale difesa d’ufficio. In ultimo, ci tengo a sottolineare che in altri periodi storici chi non salvaguardava l'interesse della propria nazione veniva processato per alto tradimento, mentre oggi chi distrugge l’Italia viene glorificato dalla retorica buonista, che fingendo di guardare disinteressatamente al resto del mondo si dimentica degli italiani in difficoltà».

Stefania Pucciarelli
Consigliere regionale Lega Nord Liguria

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