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Vince Peracchini: La Spezia cambia verso In evidenza

di Gianluca Solinas – Con una percentuale di voti che si aggira sul 60% Pierluigi Peracchini è il nuovo Sindaco della Spezia.


La tornata elettorale che ha impegnato candidati sindaci, candidati consiglieri, politici, associazioni e naturalmente cittadini al voto si è conclusa con la vittoria del candidato del centrodestra che, dopo decenni, espugna il capoluogo ligure infliggendo al Centrosinistra una sconfitta pesantissima.

La campagna elettorale, che ha impegnato ben 12 candidati sindaci e un numero considerevole di liste è stata caratterizzata da una frammentazione delle liste appartenenti all’area del centrosinistra, un fiorire di liste civiche o presunte tali, una ritrovata unione del centrodestra e una marcata crisi di consensi per ciò che riguarda il Movimento 5 Stelle.

Un centrodestra che ha visto Giovanni Toti e Matteo Salvini più volte alla Spezia a sostenere una candidatura che, insieme a quella di Genova, può rappresentare una svolta politica importante, specie se consideriamo che la regione Liguria è governata da un paio d’anni dalla compagine “azzurra”.

Al di là delle polemiche che hanno coinvolto il centrosinistra, delle quali abbiamo dato conto, e di un’unità del centrodestra che ha trovato le risorse per convergere su un candidato unitario, le proposte politiche si sono caratterizzate intorno ai temi che più scaldano i cuori degli spezzini e ciò che è emerso, dalle voci dei cittadini, è stata la necessità di cambiamento e la volontà di accettare che l’alternanza possa essere, oltre ad un valore democratico, una necessità dettata da fattori pratici e psicologici che sommati hanno portato alla vittoria (storica a questo punto) del centrodestra.

Una città che già dal primo turno ha dato segnali inequivocabili di insofferenza nei riguardi della giunta uscente, al di là dei meriti e delle cose realizzate o meno, segnando un percorso che il candidato sindaco del centrosinistra Paolo Manfredini ha tentato di ribaltare nelle due settimane prima dei ballottaggi attraverso appelli all’unità del centrosinistra, addirittura ricevendo l’appoggio di Giuliano Pisapia, di Pierluigi Bersani, e Romano Prodi, leaders nazionali che hanno deciso in extremis di sopperire al mancato accordo di apparentamento con le liste civiche rappresentate da Guido Melley e Lorenzo Forcieri e da quelle rappresentative di forze politiche quali quella di Cristiano Ruggia (PCI) e Massimo Lombardi (Rifondazione), arrivando alla Spezia in persona (Bersani), attraverso messaggi pubblici (Pisapia) e anche via telefono (Prodi).

Evidentemente la chiamata alle armi contro la possibile “avanzata delle destre” non ha sortito il recupero sperato e il risultato delle urne conferma la tendenza già registrata al primo turno.
Ora, in attesa dell’insediamento di sindaco, giunta e consiglieri, ci si attende quantomeno una riflessione da parte degli organi politici del Partito Democratico spezzino e non solo.

La responsabilità della sconfitta non può essere certo addossata al candidato Paolo Manfredini, persona competente, mai arrogante e sempre disponibile all’ascolto. Qui le cause sono altre e l’intero universo che sta a “sinistra”, soprattutto quello che fa riferimento al PD renziano, dovrà farsene carico.

Raffaella Paita, renziana di ferro e consigliere regionale già sconfitta alle ultime regionali, Federica Pecunia, segretario provinciale del Partito Democratico, Andrea Orlando, Ministro della Giustizia spezzino e artefice dell’accordo che ha superato la necessità delle primarie (da molti considerate l’unico strumento che avrebbe potuto risollevare le sorti del PD alla Spezia) portando alla scelta del socialista Manfredini quale candidatura “condivisa” e “unitaria”, dovranno fare i conti con il risultato e ricostruire, tramite una seria ed approfondita analisi, le ragioni di questa sconfitta.

Ci saranno rese dei conti? Ci saranno mea-culpa e conseguenti epurazioni? Ci sarà uno scaricabarile di responsabilità? Si cercheranno nei candidati “civici” Forcieri e Melley i colpevoli della debacle storica? Ci si ricorda ancora la vicenda Pastorino alle scorse regionali, additato come colpevole della sconfitta al di là dei dati relativi ai flussi che hanno poi palesemente smentito questa teoria.

Ora la palla passa al centrodestra, un sindaco, Pierluigi Peracchini, che dovrà affrontare questioni fondamentali per il futuro della città, temi che necessitano di competenza e forza politica solida, sotto la lente di ingrandimento dei media (ovviamente), degli avversari sconfitti (PD, sinistra varia e M5S) i quali avranno, oltre al “dente avvelenato”, anche la volontà di dimostrare che in fondo governare Spezia non è facile come i vincitori fanno credere e sperano di trovarsi di fronte una maggioranza meno coesa di quanto questa campagna elettorale ha fatto credere finora.

Ai cittadini, a nostro avviso, tutto ciò interessa fino ad un certo punto. Ci sono temi e questioni che riguardano la vita quotidiana e quella futura che sono lontani anni luce dalle diatribe politiche, temi che in campagna elettorale sono stati a nostro avviso appena sfiorati o toccati superficialmente, temi sui quali si costruirà il futuro della città e che avranno come giudice unico chi ha scelto un cambio di verso sperando possa essere foriero di novità positive. Il popolo spezzino ha votato, si è espresso democraticamente ed ha scelto un cambiamento. Ai politici ed ai nuovi amministratori il compito di meritarsi la fiducia ottenuta. A noi quello di vigilare come abbiamo sempre fatto, senza sconti per nessuno.

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