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Speciale GdS #Amministrative2017 - videointervista a Donatella Fini In evidenza

"Non essere residente mi permetterebbe di essere un sindaco con meno preconcetti e lontana dalle logiche attuali".


54 anni, medico specializzata in malattie dell’apparato respiratorio e madre di due figlie, candidata con la lista “Insieme per cambiare”

Può esprimere un giudizio sulla passata amministrazione e parlarci delle conseguenti emergenze che il comune di Luni si trova a dover affrontare oggi?
Credo che l'operato dell'amministrazione precedente possa solamente definirsi fallimentare, considerato il buco di bilancio poi finanziato con un mutuo trentennale: naturalmente tutto questo a scapito dei cittadini che hanno dovuto pagare delle tasse molto alte, forse le più alte della provincia.

Il suo sogno: immagini Luni con lei sindaco, come lo vede fra 5 anni, al termine del suo mandato?
Lo vedo sereno e tranquillo, un bel posto in cui vivere.

Quale sarà il suo primo atto ufficiale da sindaco, nel caso venisse eletta?
Difficile dirlo, lo valuteremo guardando dall’interno le esigenze del quotidiano.

Come pensa di gestire l’emergenza migranti a Luni?
In questo momento non ci siano le strutture adeguate per accogliere i migranti. Credo che il sindaco abbia la possibilità di accettare o no i migranti in relazione alla disponibilità di edifici che può avere in gestione quindi sarà una valutazione dell'accoglienza in questo senso, considerata soprattutto la tutela dei cittadini. Non si può fare accoglienza senza strutture, proprio per l’interesse delle persone accolte.

Lei è l’unica candidata Sindaco non residente nel Comune di Luni, non crede che le esperienze passate, tra cui l’ultima con il Prof. Benelli, in cui il candidato sconfitto si dimise e non partecipò alla vita politica del Comune siano un deterrente per i cittadini a sceglierla?
Nel passato ho avuto la fortuna di portare avanti la doppia attività medico di famiglia e specialista, questo mi ha permesso di conoscere a fondo il territorio e soprattutto le esigenze dei cittadini. Sono sempre andata a visitare i miei pazienti a domicilio, quindi conosco la realtà e le problematiche di Luni. Secondo me non essere residente è una cosa che potrebbe sembrare negativa, ma è positiva perché ci sarebbe proprio un distacco da quelli che sono gli schemi attuali. Essere una donna poi credo che sia un valore aggiunto, perché credo che una donna sindaco abbia una certa intuizione femminile. Credo che queste mie caratteristiche diano il segnale di rottura con il passato che la gente vuole vedere: non essere residente a Luni mi permette di approcciarmi ai problemi con meno preconcetti e con più lucidità.

Nel suo programma parla di “salvaguardia dell’Ospedale di Sarzana”, ma non è di competenza dell’amministrazione di Luni, come intende attuare questa proposta?
Lavoro con una squadra di ragazzi molto giovani e in gamba e ci siamo mossi anche su questo. Credo che la soluzione possa arrivare cercando di potenziare tutto il distretto che nell'ultimo periodo purtroppo ha avuto delle notevoli carenze; lavoreremo soprattutto per far sì che il cittadino, in particolare quello con degli handicap e che ha dei problemi a muoversi e ad andare nella struttura vicina, che sarebbe Sarzana, possa avere nel suo ambito locale una possibilità di accesso alla farmacia o alla visita a domicilio senza doversi muovere. Sarà un potenziamento fatto in relazione al servizio sociosanitario.

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