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#Amministrative2017 - L'infermiera che ha deciso di scendere in campo a sostegno di Peracchini In evidenza

Benedetta Eguez ha 40 anni ed è infermiera, ed ha deciso di candidarsi alle amministrative, nella Lista Giovanni Toti per Peracchini, mettando al centro del proprio impegno proprio le questioni legate alla salute. E lancia la proposta dell'infermiere di famiglia.


Come mai una infermiere ha deciso di presentarci alle elezioni amministrative?

Ho deciso di presentarmi alle elezioni perché credo nella mia professione e perché vorrei provare a dare una risposta propositiva alle esigenze di salute della mia città e alle persone più fragili.

Perchè la scelta di appoggiare la candidatura di Pierluigi Peracchini?
Perché con Peracchini sindaco, la sinergia del centrodestra e l'energia del presidente Toti sono convinta si possa dare una svolta alla nostra città. Siamo stati i primi a proporre l'inserimento della figura dell'infermiere di famiglia ed abbiamo notato che ha riscosso l'interesse di molti, segno che abbiamo valide proposte.

Sappiamo che opera in un'associazione animalista, ci vuoi raccontare qualcosa?
L'associazione di cui sono vicepresidente non può essere coinvolta per ovvi motivi in tematiche politiche, ma rimane mia ferma intenzione apportare progetti per gli amici quattro zampe se venissi eletta. A questa passione dedico una buona fetta della mia vita. Gli animali rientrano per me nella sfera degli esseri viventi più fragili e vanno tutelati. Ho svezzato il mio primo gattino a mano che avevo 10 anni e sono anche scappata di casa per convincere mia mamma a farmi portare a casa un randagio. E' più forte di me ed ho trasmesso la stessa sensibilità anche ai miei figli.

Gli infermieri moderni possono migliorare l'offerta di assistenza a favore della popolazione? E se sì, come?
Il ruolo dell'infermiere non riguarda solo l'assistenza diretta alla persona come molti credono. Il nostro profilo professionale, delineato dal DM 739 de 14/9/94, stabilisce che l'assistenza infermieristica di cui noi siamo responsabili è preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa di natura tecnica, relazionale ed educativa. Sempre secondo il DM citato tra le nostre principali funzioni vi sono l'individuazione delle necessità assistenziali degli individui e della collettività e l'educazione sanitaria. Secondo me la risposta è proprio nel prevenire gli stati di malattia, nell'evitare le riacutizzazioni negli stati di malattia cronica, e nel procrastinare il più possibile la non autosufficienza delle persone. Possiamo soprattutto essere in grado di mantenere a casa, nel proprio ambiente, le persone più fragili: è quello che propongo con l'Infermiere di famiglia, che non va a sottrarre nessuna competenza al medico e non è da confondere con le figure di supporto (badanti, ecc).

Secondo lei cosa si può fare per invitare le persone a seguire stili di vita un po' meno pericolosi?
L'educazione sanitaria dovrebbe far parte della nostra cultura, l'amor proprio ed il rispetto della nostra salute sia fisica che mentale dovrebbero essere insegnati sin da giovanissimi, partendo dalle scuole materne. Chi adotta uno stile di vita sano, improntato sulla buona alimentazione e sull'attività fisica, difficilmente cercherà conforto in una vita sregolata all'insegna della droga, dello sballo, dell'euforia o di altre cose nocive. A tal proposito, qualche anno fa avevo portato avanti un progetto "genitori-scuola", con la scuola materna comunale Beghi ed ero andata dai bambini a far conoscere il proprio corpo ed il proprio stato di salute partendo dai rumori che produciamo (cuore-polmoni-intestino). Avevo fatto loro costruire un cilindro di carta arrotolando un cartoncino largo 10 cm e avevamo così catalogato i giochini che potevano passarci come pericolosi, tipo cose da non mettere in bocca per prevenire gli incidenti da soffocamento. E' stata una bellissima esperienza che mi ha arricchita molto.

Vorrebbe quindi introdurre la figura dell'infermiere di famiglia: pensa a dipendenti pubblici o a figure convenzionate?
Vorrei, soprattutto, che questo Infermiere ''esistesse''....la nostra Regione lo sta sperimentando in più zone dell'entroterra (a Genova e Chiavari) e spero sia possibile partire presto anche da noi: potrebbe essere un progetto sostenuto da borse di studio, da Fondazioni, ed una volta strutturato potrebbe agire con una regia pubblica o convenzionata, magari con la rete - che già esiste- della libera professione infermieristica, regolare e fiscalmente a posto. Sinceramente il progetto merita investimenti perchè produce, per la Sanità pubblica, forti contenimenti della spesa in termini di risparmio dei ricoveri impropri (vedi l'esperienza friulana, vera e concreta da anni). Esiste anche un master universitario che forma questa figura ed è importante che chi si approccia a questa nuova realtà sia preparato.

Per quale motivo le persone dovrebbero votarla?
Perché chi mi conosce sa che sono una persona dagli obiettivi chiari ed onesti e che si dà da fare. Sono infermiera, mamma e lavoro in prima linea nel nostro ospedale. Sono una persona vicina alla gente comune che conosce i problemi della città.

Tanti temi sociali possono essere legati anche alla salute: dalla raccolta rifiuti, all'educazione sanitaria nelle scuole: che proposte ha al riguardo?
In parte ho già risposto prima con il progetto a cui ho aderito anni fa su iniziativa delle maestre dei miei figli. Amo l'ambiente e sono una volontaria animalista. Il sistema rifiuti va cambiato assolutamente, bisogna optare per scelte più ambientaliste come il riciclo dei rifiuti, l'implementazione del verde nella nostra città, la preservazione dell'ambiente, il rispetto per gli esseri di tutte le specie e l'educazione sanitaria nelle scuole a partire dalla materna.

La nostra regione ha bandito concorsi per infermieri, le attese dei giovani disoccupati sono ovvie: ma quelle di chi già lavora nel sistema sanitario quali sono, in questi casi?
Chi già lavora nel sistema sanitario auspica che il proprio lavoro e la propria figura siano riconosciute. Che non ci sia confusione tra i ruoli come spesso avviene. Inoltre i ritmi di lavoro sono spesso insostenibili ed aggravati da situazioni non prettamente legate allo stato di salute ma anche al contesto sociale. Un buon filtro territoriale come l'infermiere di famiglia
sarebbe vantaggioso sotto molteplici aspetti.
A tal proposito, il 7 giugno alle 17, presso la sala convegni dell'associazione il Levante in piazza Guzman 40, relazionerò assieme al candidato sindaco Peracchini per spiegare alla cittadinanza la figura dell'infermiere di famiglia che vorrei introdurre. L'incontro è aperto a tutti.

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