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Con 16 voti favorevoli, 1 contrario ed 11 astenuti il Consiglio regionale ha dato il via libera al cambio di denominazione del comune della Val di Magra, di fatto ratificando la decisione popolare sancita dal referendum consultivo dello scorso febbraio (cliccate qui).

Per l'ufficializzazione del cambio nome, però, serviva il passaggio in consiglio regionale. Questa mattina la discussione ed il voto, che ha visto i consiglieri così schierati:
favorevoli:
Pd, Movimento 5 Stelle; Pastorino (Rete a Sinistra); Battistini (Libera-Mente Liguria); Costa (Liguria Popolare); Puggioni e De Paoli (Lega Nord Liguria Salvini)
contrario: Matteo Rosso (FdI-An)
astenuti: Forza Italia; Bruzzone, Piana, Pucciarelli, Senarega, Viale e Rixi (Lega Nord Liguria Salvini); Lauro e Toti (Giovanni Toti Liguria).

LE REAZIONI

Alice Salvatore (M5S): "Rispetto per la consultazione popolare, ma invece che cambi di nome, serve un progetto per il Parco archeolohico della Lunigiana"
Così la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Regione Liguria è intervenuta in Aula:
"Il referendum è sacrosanto e il voto popolare si rispetta sempre. Ma non è certo cambiando i nomi che si risolvono i problemi. Invece di brand e slogan, serve un vero progetto per il parco archeologico della Lunigiana. Ben venga ogni processo di democrazia partecipata, che rispettiamo fino in fondO. Ma qui siamo di fronte a una mera operazione di maquillage. Pura propaganda elettoralistica che non incide affatto sulla sostanza e sulle reali criticità del territorio, ancora una volta ignorate, dimenticate, sacrificate sull'altare del sensazionalismo. Una battaglia di retroguardia con cui si è permesso alla Giunta di Ortonovo di riacquistare una verginità politica dopo anni di promesse mancate. Il tutto, guarda un po', proprio a ridosso delle imminenti elezioni amministrative".

Salvatore non risparmia una stoccata alla maggioranza, che "sul voto di oggi si è spaccata tra favorevoli, astenuti e contrari, dimostrando una totale confusione di idee. Ognuno è responsabile del proprio voto, certo stupisce che chi in Commissione aveva votato a favore della ratifica del referendum (tra cui anche il Presidente di Commissione I) oggi si è astenuto. Un trasformismo dettato più dalle logiche di partito e dalle convenienze del momento che da reali posizioni politiche."

Massimo rispetto del voto popolare, dunque, conferma Salvatore. Ma sui contenuti del quesito la consigliera regionale M5S resta critica.

"I cittadini di Ortonovo non hanno bisogno di etichette o slogan, ma di idee, proposte, occupazione, progetti concreti di rivalutazione storica, archeologica e culturale della città di cui il nome dovrebbe rappresentare il coronamento finale, la ciliegina sulla torta. Così purtroppo non è stato - prosegue la portavoce M5S - Sono mancati completamente studi, analisi, progetti a supporto dell'iniziativa. È totalmente mancata la condivisione con le realtà del comprensorio, la capacità di fare rete, oltre le logiche di campanlile, e creare un vero volano per la cultura e l'economia di quella comunità."

"Se l'obiettivo era il recupero del glorioso passato di Luni, perché non si è mai ragionato su un Parco archeologico della Lunigiana comprensivo dei numerosi reperti di epoca romana sparsi anche, e soprattutto, nelle chiese e nei borghi che si affacciano sul Magra verso il mare? - si chiede la portavoce M5S - Dietro formule anglosassoni come "Brand Luni" (che ricorda da vicino i disastrosi Jobs Act di renziana memoria o il Growth Act in salsa totiana) si nasconde, in realtà, una logica esclusiva e restrittiva che taglia fuori tutte le altre realtà della Lunigiana, con potenziali danni economici o, peggio, legali, se i comuni limitrofi rivendicassero la possibilità di utilizzare comunque il brand, rendendo il cambio di denominazione addirittura inutile, se non dannoso, per l'economia della stessa Ortonovo. L'esempio fallimentare del DOCG di Asti avrebbe dovuto insegnare qualcosa..."

"I cittadini di Ortonovo non hanno bisogno di un nome, ma di una rivalorizzazione che parta da progetti concreti, chiari e diffusi sul territorio - conclude Salvatore - È l'unica strada per garantire ai cittadini una discontinuità reale rispetto al passato, che porti a nuova occupazione, a nuovo turismo e ad una valorizzazione culturale del sito archeologico!"

 

Francesco Battistini (Libera-Mente Liguria) replica ad Alice Salvatore: "Comportamento politicamente bipolare"
"Sarebbe lungo dover confutare tutte le inesattezze dette e scritte da Alice Salvatore sull'imbarazzante comportamento a cui ha condotto il gruppo M5S in Regione riguardo la votazione sulla ratifica del risultato del referendum consultivo relativo al cambio di nome del Comune di Ortonovo in Luni.
Mi limiterò a ricordare a Salvatore che il suo voto, in commissione, inizialmente contrario, fu trasformato in astensione dopo che tutti noi colleghi, di ogni schieramento, le facemmo notare come fosse difficilmente compatibile con i principi di partecipazione, e quello di Quorum Zero, cavalli di battaglia del M5S.
Lo stesso comportamento, politicamente bipolare, tenuto in aula sulla votazione ha lasciato perplessi, anche per argomentazioni più legate ad una campagna elettorale, su un referendum ancora da svolgere, che ad un ruolo istituzionale, sulla ratifica della volontà dei cittadini.
Una chiara volontà di vendetta politica nei miei confronti, per la quale si è dimostrata disposta anche a calpestare i principi e i valori del Movimento 5 Stelle stesso oltre che, cosa assai più grave, i diritti e gli interessi dei cittadini.
Una pessima pagina della sua politica, non la prima e, purtroppo, non l'ultima".


Andrea Fantini (Candidato Sindaco Ortonovo in Movimento): "Una svolta toponomastica, a giugno l'occasione per un'altra svolta"

"Si è concluso, come previsto dalla legge Regionale, l'iter per il cambio del nome del Comune di Ortonovo in Comune di Luni.
Certamente un segnale di democrazia per chi, come noi, ritiene che dove ci sia la possibilità di consentire ai cittadini di esprimersi direttamente, sia un dovere degli amministratori farlo e, in questo caso, abbiamo apprezzato che i cittadini di Ortonovo abbiano avuto la possibilità di decidere per il futuro nome del proprio Comune.
Come abbiamo più volte rimarcato, anche durante la campagna referendaria, il cambio del nome deve essere visto come uno spartiacque tra il recente passato e quello che potrà essere, se correttamente pianificato e gestito il futuro di Luni.
Giova rimarcare come il disperato tentativo del PD, forza politica prima responsabile del degrado di Ortonovo degli ultimi decenni, di intestarsene il merito, suoni stonata, sia rispetto ad una totale assenza di progettazione passata, presente e futura del patrimonio storico, artistico, culturale e territoriale rappresentato da Luni, sia, più prosaicamente, rispetto ad una campagna referendaria condotta indirettamente, nella consapevolezza che la credibilità politica ed amministrativa dell'attuale giunta sarebbe stata un ostacolo insormontabile, soprattutto di fronte ad una volonta' popolare non certamente plebiscitaria e non necessariamente schierata politicamente.
Lo stesso risultato finale, con un raggiungimento del quorum ottenuto solo grazie ai voti, legittimi e degni del massimo rispetto, di quei cittadini che hanno ritenuto di non prestarsi a operazioni di squallida strumentalizzazione politica ed esprimere, con orgoglio, il loro voto contrario, ne è chiara conferma.
Degne di censura anche le stucchevoli promesse degli ultimi giorni, in cui alcuni personaggi hanno tentato, per ignoranza o malafede, di far credere ai delusi che fosse possibile bloccare, con una semplice raccolta di firme, un iter legislativo normato e definito da una legge regionale che non lasciava dubbi sui passaggi successivi, giustificando queste promesse con una presunta scarsa affluenza al voto che avrebbe, a loro dire, reso antidemocratico l'esito del voto, e dicendosi appoggiati, in questa loro azione, da quella forza politica che, nello stesso giorno, ha presentato in Consiglio Regionale, la propria legge "Quorum Zero" e che poi, inevitabilmente per non violare ancora una volta i principi sbandierati, ha votato a favore.
Incomprensibile, poi, il voto contrario di Matteo Rosso, di Fratelli d'Italia, il cui rappresentante politico, Davide Parodi, Consigliere Comunale di OrtoNovo, non ha posto alcuna opposizione istituzionale all'avvio dell'iter della pratica, ricordiamolo, approvata all'unanimità.
Insomma, un quadro politico di cui i cittadini di Luni dovranno tenere conto quando, tra poche settimane, avranno l'occasione di scegliere chi li amministrerà per i prossimi 5 anni, una tornata elettorale in cui, per la prima volta, ci sarà l'occasione di dare una vera svolta, non solo toponomastica, al nostro territorio".

 

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