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La Corte d'Appello riconosce il diritto di accedere alla propria abitazione per i portatori di handicap: una battaglia spezzina In evidenza

La Corte d'appello di Genova, sezione 2° Civile, ha stabilito con una propria sentenza il principio che installare un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche nel proprio condominio, fatte salve le prescrizioni del Codice civile e il regolamento condominiale, è un diritto da tutelare.

 

"Saluto con soddisfazione la pronuncia della Corte di Appello di Genova – ha dichiarato l'assessore alle politiche sociali del Comune della Spezia Mauro Bornia – che risolve una contesa che si trascinava dal 1994. Ho vissuto tutte le tappe di questa vicenda, come presidente della Consulta Disabili, e oggi possiamo dire che è stata fatta chiarezza e che d'ora in poi sarà più facile per le persone con disabilità motorie far valere i propri diritti per poter raggiungere la propria abitazione in maniera più semplice. Come ha avuto modo di sottolineare anche la Consulta Disabili – conclude Bornia - si tratta di una decisione pilota a livello nazionale. Un ringraziamento particolare va all'avvocato Alessandro Borachia per il suo tenace lavoro e agli amministratori del condominio Aldo Raggi e Barbara Campi, anch'essi impegnati in questa battaglia di civiltà".

Il caso a cui fa riferimento la sentenza è quello relativo al condominio di via XX Settembre 165 dove era stato installato un ascensore per permettere alle persone con handicap motorio abitanti nell'immobile di poter raggiungere la propria abitazione, sebbene non in autonomia. L'impianto, infatti, per problemi strutturali dovuti alla datazione dell'immobile che risale ai primi del 1900, non permetteva l'apertura delle porte direttamente sul pianerottolo, ma alcuni gradini sopra, migliorando comunque l'accessibilità. Proprio appellandosi al fatto che l'impianto non permettesse la completa autonomia, era stata avviata una causa da parte di un condomino per l'abbattimento dell'ascensore. Nel 2007, nella seconda udienza, era stata ribaltata la prima sentenza e veniva ordinata la demolizione dell'ascensore perché "lesiva del decoro architettonico dell'edificio". I condomini favorevoli all'ascensore – e non si trattava soltanto di quelli direttamente interessati in quanto portatori di handicap - intrapresero una dura battaglia legale contro tale sentenza ricorrendo in appello, con il supporto delle associazioni di tutela dell'handicap e della Consulta Provinciale in primis.

L'iter è stato lungo e soltanto il 2 novembre scorso la Corte d'Appello di Genova ha messo la parola fine al contenzioso, dichiarando che " pur se l'impianto predetto non ha eliminato definitivamente le barriere architettoniche, ne ha favorito il superamento..." e che " la fruibilità dei portatori di handicap è elemento principale nella decisione di permettere l'installazione...".

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