L'esponente della Lega prosegue: "Sono amareggiata e stupita, lo dico sinceramente, nel rendermi conto che La Spezia è ancora ostaggio e vittima dell'estremismo della peggiore sinistra. Oggi i cittadini di La Spezia devono sapere, e dovranno ricordarsi, che il Comune ha negato la pacifica commemorazione dei tanti italiani morti nelle foibe o fatti esuli dal regime comunista di Tito, e lo ha fatto su richiesta dei movimenti liberticidi che si nascondono in tutta Italia dietro la maschera di "antifascismo".
Ci tengo a mettere nero su bianco quanto è accaduto e rivendicare con orgoglio che da parte mia c'è stata massima trasparenza ed onestà su quale fosse il nostro proposito per giovedì 11 Febbraio alla Biblioteca Beghi: commemorare gli italiani uccisi dalla ferocia dei partigiani titini. E chiunque, ripeto chiunque, condivida il nostro proposito di stringersi nel lutto e nel ricordo è stato da noi ben accetto ed accolto con simpatia. La presenza dei ragazzi di CasaPound era, fin dall'inizio, nota agli organi di stampa, ai social network e all'opinione pubblica.
Invito chi ha usato il pretesto del neofascismo per sopprimere la nostra libertà di ricordare i morti, i morti italiani, a gettare la maschera dello sdegno civile e mostrare il vero volto dell'intolleranza e del rancore che li anima. Quanto accaduto oggi è figlio diretto del negazionismo che per decenni ha lasciato in ombra gli infoibati e gli esuli dalmati e giuliani, che li ha catalogati come morti di serie B negando loro la dignità del legittimo ricordo. Il fatto che le persone che oggi ci negano la libertà di ricordare siano gli stessi che, durante il giorno della Memoria, hanno la sfrontatezza di parlare alle scolaresche di rispetto dell'Altro e dell'altrui opinione, francamente mi disgusta.
Ci tengo a rendere noto che il tentativo, messo in atto dal Comune di La Spezia, di limitare la nostra libertà di iniziativa sulla base di presunti reati d'opinione è un avvenimento gravissimo, che mette in pratica principi totalitari: l'esclusione del nemico dalla vita pubblica del Paese. E vedo in questo la volontà da parte del Comune, e delle forze che lo gestiscono, di tenere controllata la narrazione dei fatti avvenuti in quel non troppo lontano passato, e cioè di fatti criminali scomodi per la loro connotazione politica.
Siamo tornati a quella dittatura che loro condannano ad ogni piè sospinto, ma implicitamente fanno propria nella pratica, come in questo caso".