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Cava della Brina, Mazzanti: “Riambientalizzazione in sicurezza e trasparenza” In evidenza

Intervento di Juri Mazzanti, sindaco di Santo Stefano Magra -  Leggo presa di posizione sull'intervento di recupero ambientale nella Cava della Brina (qui), ma soprattutto il perdurare dello sport preferito in questi tempi a Santo Stefano, ovvero alimentare dubbi e gettare ombre o discredito su quanto si cerca di portare in fondo. 

Ricordo infatti che stiamo parlando di un'attività di ri-ambientalizzazione di una Cava di serpentino ovvero di una roccia che contiene amianto.
Facciamo un passo indietro. La cava in questione, una cava di serpentino appunto, è stata chiusa nel 2004 a seguito di alcune verifiche sui quantitativi di amianto presenti in alcuni cantieri nei quali era stato conferito materiale di riempimento proveniente dalla Brina.

 

Nel 2007 si è conclusa l'indagine avviata dall'allora P.M. Attinà consentendo l'eventuale riapertura della Cava. Da allora si è provato, evitando di aprire contenziosi prima di tutto costosi per i cittadini, a trovare una soluzione ad uno dei tanti problemi che questa Amministrazione si è trovata in dote. La domanda infatti non è se oggi questa cava debba essere ripristinata, ma semmai come possa essere stata aperta.

Si vuol provare a far passare un messaggio per cui ci sia scarsa trasparenza o preoccupazione per i controlli, nel miglior stile della macchina del fango. C'è stata così tanta trasparenza, che la convenzione in parola è stata portata in Consiglio Comunale per consentire una discussione articolata sul tema prima ancora che il provvedimento di autorizzazione venisse rilasciato. Penso che sia un caso più unico che raro. E' strano infatti che si ometta di dire che la Conferenza dei Servizi, alla quale prendono parte per i pareri di legge, Provincia Regione ed Arpal, non abbia ancora terminato il suo iter di autorizzazione e che la Convenzione stabilisca solo le attività supplementari che l'operatore dovrà realizzare e non il titolo di autorizzazione. Ed è davvero strano che a non dirlo siano ex amministratori, che queste cose dovrebbero saperle. Invece, è solo divertente precisare che, al momento della pubblicazione di questo articolo a firma di questa nuova associazione o comitato elettorale che dir si voglia, il Consiglio Comunale, con relativi manifesti e ordine del giorno pubblicati, era già stato convocato con un preciso punto, nel quale era prevista l'attivazione di una Commissione di Controllo.

Commissione, oggi si può dire, regolarmente costituita e che, per fugare ogni dubbio, verrà presieduta da un esponente di minoranza. A riprova della serietà con la quale si sta affrontando il tema, per la migliore garanzia ai cittadini, oltre alla Commissione di Controllo dedicata, si è previsto che tutte le attività a carico della proprietà della Cava saranno garantite da fidejussioni, tanto quelle previste per la regolare sistemazione della Cava, quanto quelle di ripristino stradale, di messa in sicurezza del Torrente Belaso o di sistemazione del Parco 2 Giugno.

Si tratta di opere per qualche centinaio di migliaia di euro, di ristoro alla comunità che potrà subire qualche disagio, totalmente concentrate sulla zona limitrofa la cava, ovvero Ponzano Belaso. Per fugare infine l'ultima leggenda metropolitana, qui solo sfiorata, i mezzi che dovranno raggiungere la Cava utilizzeranno il percorso di sempre – quello usato per anni con la Cava attiva e tutt'oggi da parte del proprietario, ovvero il percorso interno la Ceramica Vaccari, anche al fine di limitare al massimo i disagi ai cittadini che abitano nella zona.

Ad ogni buon conto, entrambi i Consigli Comunali che hanno affrontato l'argomento – approvazione della convenzione e nomina della Commissione di Controllo – sono stati trasmessi in streaming e le relative registrazioni sono disponibili sul sito del Comune per ogni chiarimento
supplementare.

(13 luglio)

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