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Unione 5 Terre, Busco (IDV): "Serve referendum, cittadini mai ascoltati" In evidenza

Intervento di Nicola Busco, direttivo regionale IDV - Nelle ultime settimane la questione sull'Unione dei Comuni delle Cinque Terre è divenuta centrale nel dibattito politico locale. Noi dell'IDV ci sentiamo in dovere di scendere in campo e prendere posizione in merito ad un tema, al quale è legato il futuro dei nostri paesi, della nostra cultura e della nostra economia.

Per noi le Cinque Terre sono solo Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore e l'unione può e deve riguardare solo i tre comuni. Le Cinque Terre sono da sempre unite tra loro da un territorio unico, da un rapporto speciale tra uomo e ambiente, da un vino che le ha rese famose. Tutto questo oggi è il fulcro di un'economia che non solo è fondamentale per i paesi delle Cinque Terre, ma è centrale per l'intera Provincia e forse per buona parte della Regione. 

Tuttavia di fronte ad una legge che chiede l'unione di più Comuni per raggiungere un numero minimo di abitanti, la risposta politica ci sembra insufficiente, anzi dannosa per le Cinque Terre. Non comprendiamo come nonostante si riconosca a parole la naturale unificazione dei tre comuni delle Cinque Terre poi nei fatti Monterosso e Riomaggiore non riescano ad unirsi a Vernazza e viceversa. Chiediamo quindi alle tre amministrazioni comunali di trovare una soluzione, di alzare lo sguardo sopra logiche campanilistiche e lavorare per una proficua unione dei tre comuni. In questo l'aiuto del Parco e di una sua opera super partes di mediazione sarebbe fondamentale. Riteniamo molto grave per l'intera economia delle Cinque Terre qualsiasi altra soluzione che non sia l'unione dei tre comuni, per i posti di lavoro che essa crea, per il danno di immagine e, non ultimo, anche per il modo in cui poco democraticamente si sia arrivati a questa decisione.

Avremmo sperato in una consultazione popolare o comunque anche in una spiegazione in assemblea pubblica da parte delle pubbliche amministrazioni. Questo invece non è avvenuto. Molti fanno fatica a capire le dinamiche di queste scelte e vorrebbero invece saperne di più. Riteniamo quindi giusto seguire la proposta di SEL di chiedere un referendum dove la popolazione, mai ascoltata, possa esprimere la propria opinione e con questa dare un segnale forte agli amministratori facendo sentire la propria voce su un tema così importante per la vita del nostro territorio. Nel frattempo ci auguriamo che nei prossimi giorni si arrivi ad una tanto auspicata unione dei tre comuni per il bene del nostro territorio, della nostra economia e della nostra gente.

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