"I politici non hanno scusanti, - prosegue - ma i politici cedono volentieri alle lusinghe elettorali di chi vuole il parcheggio a tutti i costi, anche in zone esondabili. Senza consenso non si governa ed è inutile evocare le leggi nazionali se poi la cultura comune è fare spallucce di fronte alla applicazione anche delle più normali regole civili.
Di fronte a problemi come questi serve un diverso modo collettivo di pensare, di agire, di comportarsi. E' necessario riappropriarsi di quelle competenze perdute che consento di capire gli eventi, di quei comportamenti che possono fare la differenza nelle nostre aspettative di vita. La macchina dalle zone esondabili, ad esempio, non dobbiamo parcheggiarla e se l'evento è in corso inutile rischiare la vita per salvare cosa? Una macchina?
Non curiamo i boschi, non curiamo le campagne, e ci opponiamo a qualunque proposta a prescindere. I boschi vanno curati, coltivati, si possono, anzi si devono ricreare economie che permettano la cura del nostro territorio. E anche allora, quando tutto, forse, sarà rimesso a regime non avremo la certezza assoluta e la differenza la faranno ancora i nostri comportamenti e la paura è il primo sentimento da debellare".