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Piredda (IDV): “Flop riforma Fornero. Indispensabile accorciare i tempi di pagamento alle Pmi per non perdere altri posti di lavoro”

«Anche in Liguria – dice Maruska Piredda, consigliere regionale e responsabile Lavoro Idv per la Liguria – sono allarmanti i dati Istat sulla disoccupazione, quasi raddoppiata nell'ultimo anno, schizzando dal 4,4% di luglio 2011 all'8% di oggi».

«Dalla fotografia scattata dall'Istituto nazionale di statistica – continua Piredda – risulta che a luglio 2011 erano 30mila i liguri alla ricerca di un lavoro e oggi sono diventati 55mila. Purtroppo, dobbiamo riscontrare l'inefficacia della riforma del lavoro in questi primi cinque mesi di vita. Era marzo e il ministro Fornero parlava di "flessibilità buona" come elemento fondante della riforma. Era luglio e sempre il ministro Fornero correggeva il tiro dicendo che le misure intraprese avevano l'obiettivo di "non ridurre la flessibilità soprattutto quella buona, ma di rendere più difficile la precarietà". Oggi, secondo l'Istat, la disoccupazione è in crescita del 2,7% su base annua, attestandosi sul 10,5%, il tasso più alto dal secondo semestre del 1999.

Ma il dato che più colpisce è il numero record tra i dipendenti a termine che raggiungono quota 2,45 milioni (ai massimi storici dal 1993) e che, sommati ai 462mila collaboratori, portano i precari a sfiorare il tetto dei 3 milioni. La disoccupazione giovanile a luglio è arrivata al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 7,4 punti negli ultimi dodici mesi.

I pochi giovani fortunati, si fa per dire, che riescono a trovare un posto di lavoro, inoltre, devono rassegnarsi alla precarietà: infatti cresce del 4,5% il numero dei dipendenti a termine (105mila in più nel secondo semestre 2012) e due su tre di loro ha meno di trentacinque anni. Tra i contratti a scadenza, inoltre, spicca la percentuale di crescita (+18,8%) di quelli a tempo parziale e il calo (-0,4%) di quelli a tempo pieno. Tirando qualche somma, a cinque mesi dalla riforma Fornero, la possibilità più rosea che si prospetta nell'immediato futuro degli italiani è trovare un lavoro sempre più precario e per meno ore. Il che fa poi sorgere anche il dubbio che dietro a questa "precarietà parziale" si nasconda il lavoro dipendente sommerso a tempo pieno, ma senza (o quasi) garanzie per il lavoratore.

In questo quadro a dir poco desolante il ministro Passera, in una recente intervista, ha dichiarato che sul piano della crescita il governo ha "imboccato la strada giusta", riferendosi al primo pacchetto di interventi che verrà discusso nel prossimo consiglio dei ministri. Tra i provvedimenti che dovrebbero rilanciare l'economia, la possibilità per gli under 35 di aprire una Srl con capitale sociale di 1 euro. Ma cosa dovrebbe spingere un giovane ad aprire una società in Italia dove i ritardi nei pagamenti della Pa hanno fatto chiudere bottega a oltre 46mila artigiani? Tanto per rendere l'idea, i fallimenti sono poco meno del totale delle imprese artigiane oggi esistenti in Liguria.

Forse la strada giusta a cui si riferiva il ministro Passera è quella che porterà chissà quante altre imprese sull'orlo del precipizio e alla perdita di altre migliaia di posti di lavoro. Se non si inizierà a portare i tempi di pagamento per le imprese da parte delle Pa almeno nella media Ue (oggi in Italia i ritardi sono il doppio rispetto al resto d'Europa), ci saranno davvero poche speranze per quelle giovani imprese da un euro di sopravvivere anche solo un anno».

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