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Il nuovo libro di Giorgio Pagano accende il dibattito sul futuro della sinistra

Centro Allende gremito per il confronto a tutto campo sul futuro della sinistra stimolato dal nuovo libro di Giorgio Pagano "Non come tutti". Pagano ha subito informato i presenti dell'assenza di Nello Quartieri, il comandante partigiano "Italiano", l'ultimo dei comandanti della IV Zona operativa ancora in vita:

"le sue condizioni di salute sono peggiorate nella giornata di ieri, Italiano è ricoverato in ospedale: salutiamolo con un abbraccio", parole a cui è seguito l'applauso di tutti. L'incontro è stato introdotto da Gianluca Solfaroli, vicepresidente dell'Associazione Culturale Mediterraneo: il libro di Pagano, ha detto, è anche "una storia di vita, ricca di soggettività esperienziale e di passione politica". Solfaroli ne ha sintetizzato le linee principali: eguaglianza, libertà della persona che lavora e difesa della natura come valori di fondo; un programma di riformismo radicale con al centro l'alternativa all'austerity neoliberista; l'individuazione di un blocco sociale e culturale postliberista composto dalle comunità locali attente ai loro territori, dal mondo della solidarietà sociale, dalla parte più vitale della piccola impresa, dai movimenti pacifisti e ambientalisti, e soprattutto dal mondo del lavoro, che ne è il punto di partenza; e la proposta di dar vita, su queste basi, a un "nuovo partito della sinistra", pensato come "un soggetto al contempo politico e sociale".

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, nel suo messaggio da Lussemburgo, dove era in corso il summit dei Ministri della Giustizia europei, ha affermato di condividere la tesi del libro sulla subalternità della sinistra, in questi anni, all'"impianto ideologico del pensiero dominante". Oggi, ha continuato Orlando, "sono in molti a rendersi conto che la retorica e le politiche liberiste, anziché generare opportunità diffuse, hanno amplificato le diseguaglianze". Bisogna, ha aggiunto il Ministro, "riparare i disastri del liberismo e bisogna farlo in fretta" e "questa sfida è il terreno per costruire il dibattito attorno a una sinistra nuova": "non attorno a nuovi partiti, ma attorno alla rigenerazione degli attuali".

Piero Bevilacqua, docente di Storia contemporanea all'Università La Sapienza e autore della prefazione al volume, ha sviluppato un'analisi delle cause e delle conseguenze della "Grande crisi" e ha insistito su un tema al centro del libro di Pagano, "la necessità del conflitto": "senza il conflitto la democrazia e l'intera società imputridiscono, come l'acqua che non ha scorrimento". Circa i partiti di sinistra, Bevilacqua ha affermato: "sono stati risucchiati nella gestione del capitalismo" e "sono continuamente indietreggiati, sul piano del legame con le masse popolari, della difesa dei diritti, della elaborazione progettuale, della rappresentanza". Il Jobs Act del Governo Renzi, ha concluso, è solo l'ultimo esempio di questo "inquadramento nell'esercito dell'avversario".

Tesi su cui ha convenuto il coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà Nicola Fratoianni, che ha fatto l'altro esempio del decreto Sblocca Italia, "atto di devastazione del territorio di questo Paese", come segno "della subalternità del Pd al pensiero dell'avversario". "Questa società va a schiantarsi -ha aggiunto Fratoianni- e bisogna intervenire raccogliendo le forze della sinistra politica e sociale: dobbiamo provarci finché siamo in tempo". Anche Andrea Ranieri, giornalista, membro della Direzione nazionale del Pd, ha criticato il Governo Renzi, ma ha aggiunto: "la partita non è chiusa, perché ci sono tante persone, movimenti e associazioni che non si adeguano al pensiero unico". E ha concluso: "Sono ancora nel Pd, non ho mai votato come Renzi nella Direzione nazionale, sono orgoglioso di essere amico dei quattro senatori che non hanno votato la fiducia al Governo", ma "non dobbiamo avere fretta a creare un nuovo partito, per ora diamo vita a una rete tra tutte le forze di sinistra".

Per Giorgio Pagano "la politica rinasce se c'è un'alternativa, un conflitto tra destra e sinistra". Altrimenti c'è l'emergenza democratica, come dimostrano la crisi della democrazia rappresentativa e la crescita dell'astensionismo: "la democrazia vive di lotte e conflitti, deperisce quando vige l'omologazione". C'è un nesso stretto tra politica, sinistra e lavoro, ha continuato Pagano: "la crisi della politica si supera solo se se si supera la crisi della sinistra, cioè se nella politica non vige l'omologazione, e la crisi della sinistra si supera solo se essa si riconnette alle sue radici sociali nel mondo del lavoro". La sinistra deve ricomporre le differenze all'interno del mondo del lavoro, non limitandosi alla difesa dell'esistente: "deve inserire la sacrosanta battaglia difensiva in una prospettiva nuova, con al centro il reddito minimo per tutti e i diritti per tutti, per incontrare la nuova umanità prodotta dalla crisi". Il Presidente di Mediterraneo ha così concluso: "Le classi subalterne e il Paese non aspettano. Dobbiamo provare a incidere da subito, serve un sussulto. Lo dico a tutte le forze e le persone di sinistra: siamo tutti chiamati, dentro, fuori e oltre i partiti, all'impegno per innescare il processo di ricostruzione della sinistra italiana. Dobbiamo saper stare insieme, saper unire le forze. La rete è importante, ma dobbiamo andare fino in fondo. Siamo a un giro di boa della storia e della cultura dell'Italia: dobbiamo costruire una nuova forza non per assemblare il ceto politico delle varie sinistre sconfitte, ma per aggregare tutti coloro che si battono per i diritti civili e sociali e per salvare e rinnovare il Paese".

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associazioneculturalemediterraneo.com/sp/

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