"L'approvazione alla Camera della proposta di legge sul cosiddetto "divorzio breve" suscita grosse preoccupazioni. Il divorzio breve penalizza la famiglia - valore costituzionalmente riconosciuto - perché riduce i tempi pensati per l'affrontare la crisi coniugale, per il ripensamento e per la riconciliazione". Così il Movimento Cristiano Lavoratori La Spezia.
"Il divorzio breve non è una risposta ad un'urgenza sociale. Attualmente, in più del 60 per cento dei casi, i coniugi non divorziano appena sono passati i tre anni previsti, ma restano separati a tempo indefinito. Questa legge, quindi, non intende affrontare una situazione sociale concreta, ma mira a cambiare la mentalità riguardo al matrimonio, che sarà considerato sempre meno come un impegno potenzialmente "per sempre" e sempre più come un contratto facilmente risolvibile al primo incidente di percorso. Il divorzio breve favorisce una mentalità individualistica e indebolisce ulteriormente la prospettiva di stabilità a lungo termine, che da sempre è considerata come condizione necessaria per costruire a livello personale e sociale. Anche a causa di tale precarietà - che ci costruiamo con le nostre mani, abbattendo istituti giuridici secolari - siamo sempre più incapaci di speranza e di progettualità per il futuro, in ogni settore. L'Istat ha certificato tre giorni fa che nel 2013 l'Italia ha toccato il limite negativo di nuove nascite. Tra i motivi dell'inverno demografico – fattore duramente penalizzante anche dal punto di vista economico - c'è la crisi della famiglia, luogo per eccellenza di accoglienza della vita. Le leggi dovrebbero proteggere i più deboli. Ma questa proposta di legge non difende il coniuge debole, che può essere scaricato in tempi sempre più rapidi, e tanto meno difende i figli, il cui grido di dolore per la separazione dei genitori è cosa sempre più evidente e trascurata. Solo due settimane fa è stato approvato con la fiducia al Governo il decreto legge sulla droga, che di fatto depenalizza lo spaccio. La stagione delle riforme sembra realizzarsi nella direzione di un futuro sempre buio per i giovani, la famiglia e quindi, a medio-lungo termine, tutta la società. Il distacco sempre maggiore della società dalla politica - evidente nei numeri dell'astensione elettorale - deve essere letto anche alla luce del voto quasi unanime della Camera per il divorzio breve e l'applauso che ne ha salutato l'approvazione. Ci lamentiamo spesso della violenza, della solitudine e della disgregazione sociale. Ma le nuove leggi non fanno che plasmare una società di individui singoli, autoreferenziali e slegati da ogni legame. E' urgente, invece, rafforzare la famiglia con politiche adeguate di supporto, specie per le famiglie numerose, che contribuiscono maggiormente alla costruzione della società facendo crescere molti nuovi cittadini. La famiglia è una istituzione che contribuisce enormemente e gratuitamente allo Stato. Bisogna ricostruire una cultura favorevole alla famiglia, che consideri il matrimonio non come una gabbia, ma come una decisione per il bene comune e come un'assunzione pubblica di responsabilità per il futuro di molti".