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Piazza Verdi, il comitato: "Positiva mancata archiviazione nei confronti della Ratti"

Il Comitato per Piazza Verdi esprime la propria soddisfazione per la decisione della Procura spezzina di non accogliere la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero nei confronti della dottoressa Marzia Ratti.

"L'esposto denuncia - così in una nota il Comitato - fu presentato da un gruppo di cittadini facenti parte del nostro Comitato e di fatto chiedeva che si indagasse su come la direttrice delle istituzioni culturali della nostra città avesse potuto nella sua relazione , allegata al bando di concorso in cui venne scelto il progetto Vanneti-Buren , datare in modo palesemente errato l'età del filare di pini della piazza. Si tenga infatti presente che i documenti utilizzati dalla Soprintendenza per l'esatta ricostruzione storica del bene ad oggi sottoposto a vincolo, furono forniti dai cittadini del nostro Comitato che li reperirono proprio nelle strutture culturali che dottoressa Ratti dirige. Oltretutto all'epoca della relazione in questione il vincolo di interesse storico culturale era di soli cinquanta anni e dunque logico sarebbe stato segnalarlo immediatamente o quantomeno al momento del bando in questione, onde evitare che lo stesso venisse effettuato utilizzando elementi chiaramente errati e fuorvianti. Tutta la vicenda Piazza Verdi nasce infatti da quella relazione errata che compromise fortemente sia il bando di concorso che le procedure di autorizzazione da parte della Soprintendenza ai beni culturali della Liguria Il fatto che la Procura abbia respinto la richiesta di archiviazione decidendo dunque di indagare in modo più approfondito sulla vicenda e di di dibatterla in aula il prossimo 9 Giugno perché "la richiesta di insussistenza del reato non può essere accolta" ci lascia ben sperare che una volta per tutte si sia deciso di fare piena luce su questo nebbiosa vicenda. La dottoressa Ratti infatti, proprio all'indomani dei molti articoli apparsi sulla stampa, contenenti tra l'altro le foto della piazza durante la seconda guerra mondiale già con i suoi pini, disse attraverso il quotidiano "La Nazione" di essersi immediatamente accorta dell'errore e di averlo immediatamente comunicato a chi di dovere. Tuttavia non disse mai a chi lo comunicò e come lo fece. Oggi sarebbe interessante saperlo per via giudiziaria in modo da capire finalmente anche perché nessuno, dall'Amministrazione, si attivò immediatamente per correggere la rotta di tutta questa vicenda al fine di evitare alla cittadinanza molti più disagi, oltre che le spese sostenute per i ricorsi al TAR".

 

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