«Siamo tra i Paesi con più basso tasso di natalità al mondo. Anche il presidente Letta ha detto che bisogna ripensare le politiche demografiche, perché è impossibile gestire il welfare se non ci sono giovani. Per questo, è necessario rafforzare la famiglia. Il "Ti amo per sempre" è scritto nei cuori di tutti gli adolescenti. Ma il messaggio che viene dalla società e dalla politica va nella direzione opposta, dell'impossibilità di un impegno definitivo. Paradossalmente, mentre si combatte la precarietà nel lavoro, nella casa e nei sussidi pubblici, avviene l'opposto per quanto riguarda le relazioni affettive. Eppure, la stabilità della famiglia è una forza fondamentale per le persone e la società. Come far capire alla Istituzioni che non devono far calare dall'alto la precarietà?» ha detto Anna Maria Panfili.
Citando gli studi delle ACLI di Trento e Brescia, la presidente del Forum delle Famiglie ha sottolineato che «il non essere sposati è più vantaggioso per l'accesso ai servizi nei nostri comuni. Mentre, la Costituzione chiede di investire sulla famiglia perché i costi del sociale per la gestione delle fragilità risultano così ridotti, evitando che essi gravino interamente sulle casse dello Stato e mettendo la famiglia in grado di svolgere il compito di cura, che le è proprio».
Eppure, «non bisogna piangersi addosso né pensare che lo Stato sia l'unico soggetto che risolva i nostri problemi». E' quanto già avviene in varie realtà, anche della nostra regione. Banche del tempo, condomini solidali, adozioni di famiglie. «Sono solo alcuni esempi di reti di famiglie che si sono messe insieme spontaneamente per aiutarsi nel risolvere problemi. E l'aiuto è veramente efficace, perché permette di uscire dalla situazione di difficoltà».
E' la "welfare community" la nuova frontiera del welfare sostenibile: la famiglia non soggetto passivo, ma produttore di beni e servizi. «Il lavoro di cura familiare andrebbe valorizzato, anche economicamente. La questione familiare non si risolve solamente aumentando i posti all'asilo. La laicissima Francia consente alle donne di scegliere se mandare il propri figli all'asilo nido oppure stare più a lungo a casa con loro senza perdere il posto di lavoro».
Citando il principio di sussidiarietà, la Panfili ha sottolineato che «la famiglia è il soggetto più capace di aiutare la persona». Per questo, ha invitato a «uscire dal guscio e a farsi vedere dai politici, perché si riesca finalmente a realizzare un investimento forte sulla famiglia».
La Panfili ha anche parlato della legge penale sull'omofobia. «E' un pasticcio pericoloso, perché l'orientamento sessuale non è un dato oggettivo, a differenza del sesso. La legge non occorre, perché esiste già un'aggravante specifica nel codice penale, i motivi futili e abietti. In Italia non c'è un'emergenza. Una recentissima ricerca del Pew Research Center, ha indicato che siamo tra i Paesi più tolleranti rispetto all'omosessualità. Viceversa, vi sono novanta Paesi al mondo in cui l'omosessualità è sanzionata. Questo è gravissimo, e va corretto. C'è, in Italia, un problema di educazione al rispetto dell'altro che è molto più ampio. La legge, invece, limiterà la libertà di opinione. Anche gli illuministi riconoscevano che il pluralismo, non il pensiero unico, è ricchezza per la nazione».
La Panfili ha sottolineato che la realizzazione del "matrimonio gay" in Italia comporterebbe l'adozione dei bambini. «Il mondo va avanti perché la differenza sessuale fonda la nostra società. Di questo non si può fare a meno. Un uomo e una donna, che mettono insieme la loro differenza sessuale in una famiglia, costruiscono una piccola società, dove si aiutano reciprocamente e proteggono le persone più fragili e le portano alla maturità». Questo è il modello, «il nucleo fondamentale riconosciuto in numerosi documenti laici, compresa la nostra Costituzione». Il diritto dei minori, modificato recentemente, dice che «i bambini hanno diritto a una famiglia (non viceversa) e a conoscere e ad essere allevati dai propri genitori». Eppure, questa attenzione verso i più deboli sembra oggi dimenticata. «Bisogna riflettere sul termine "discriminazione", perché non è possibile trattare in maniera uguale cose diverse».
Rispondendo ad una domanda sui registri delle coppie di fatto, la presidente del Forum ha ricordato che da una parte la formazione di convivenze è libera e i relativi diritti ci sono già pressoché tutti. Dall'altra, il registro, giuridicamente senza valore, può creare una mentalità di disimpegno, specie nei giovani. E' un primo passo, locale, per indebolire la famiglia.
Nei loro interventi, Gianna Moscatelli e Florentina Becerri, hanno raccontato la propria esperienza di lavoro, in cui il supporto delle famiglie, anche se in difficoltà di vario tipo, è sempre di fondamentale importanza per poter intervenire efficacemente sui giovani disagiati. «Gli adolescenti hanno fiducia che le cose possano durare "per sempre" e nella famiglia possono maturare la forza per affrontare quello che li aspetta, seguendo il desiderio di bene che è nel loro cuore» ha detto Moscatelli. «Nelle varie tradizioni culturali, la famiglia ha un valore molto importante, non solo in Italia», ha concluso Becerri, che lavora in particolare nell'aiuto di giovani immigrati.
Francesco Bellotti
(23 settembre)