Punto secondo: non ci si venga a raccontare la favola che la raccolta differenziata è partita quando tutto era ancora in ordine dal punto di vista amministrativo/contabile. I vertici ACAM già sapevano dell'abisso in cui stavano cacciandosi, così come ne erano a conoscenza i Soci (ed infatti alcuni di loro furono e sono decisamente contrari). Così, non si dica che i mezzi sono stati venduti già rotti. Se ciò è successo è perché la nostra Città è considerata poco più che un immondezzaio e non ha potere contrattuale. Inoltre, la crisi amministrativa non poteva pensare ad una corretta politica di avvicendamento dei mezzi e degli uomini, quindi non si venga a dire che è condizione derivante dai "contratti di solidarietà". La disorganizzazione in ACAM regna sovrana.
Infine, il ciclo dei rifiuti. Perché non si dà attuazione ad un piano che preveda di individuare cosa fare e dove farlo e perché non inserire in tale progetto anche la costruzione di un moderno inceneritore che, oltre a bruciare i rifiuti e, quindi, rendere decisamente meno urgenti le "discariche", provveda anche a generare un po' di energia, non fosse altro che a fini pubblici come l'illuminazione delle strade e degli edifici pubblici e, per questo, diminuire la cronica "fame" di denaro che attanaglia i nostri Enti Locali?
Meditateci un po' sopra, per cortesia, prima di combinare altri macelli in giro...
Riccardo Pratesi, PdL