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Oltre mille detenuti stranieri in Liguria, SAPPE: “Lega ha ragione a sollecitare incremento espulsioni"

Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, commenta l'iniziativa della Lega Nord Liguria che prende avvio oggi (LINK):

"Si deve incrementare il grado di attuazione della norma che prevede l'applicazione della misura alternativa dell'espulsione per i detenuti stranieri i quali debbano scontare una pena, anche residua, inferiore ai due anni; potere che la legge affida alla magistratura di sorveglianza. In questo senso la manifestazione della Lega Nord che inizia oggi in Liguria, Camion Vela, pone una criticità oggettiva che, se risolta, avrà certo incidenza sul sistema. Criticità, anche questa, ignorata dai vertici del DAP. E allora che impatto reale hanno avuto le riforme dei 'tecnici' scelti per la guida dell'Amministrazione Penitenziaria – il Capo ed il vice Capo Giovanni Tamburino e Luigi Pagano –, guida che è risultata fallimentare ed incapace di risolvere i problemi? Ha ancora senso tenerli in tali incarichi di responsabilità?"

 

Numeri "incontrovertibili" sul boom di detenuti stranieri, dice Martinelli. "Oggi abbiamo in Italia quasi 65.000 detenuti: ben 22.744 sono stranieri. In Liguria sono stranieri 1.005 dei 1.764 presenti nelle celle della Liguria, con una palese accentuazione delle criticità con cui quotidianamente devono confrontarsi le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria. Si pensi, ad esempio, agli atti di autolesionismo in carcere, che hanno spesso la forma di gesti plateali, distinguibili dai tentativi di suicidio in quanto le modalità di esecuzione permettono ragionevolmente di escludere la reale determinazione di porre fine alla propria vita. Le motivazioni messe in evidenza sono varie: esasperazione, disagio (che si acuisce in condizioni di sovraffollamento), impatto con la natura dura e spesso violenta del carcere, insofferenza per le lentezze burocratiche, convinzione che i propri diritti non siano rispettati, voglia di uscire anche per pochi giorni, anche solo per ricevere delle cure mediche. Ecco queste situazioni di disagio si accentuano per gli immigrati, che per diversi problemi legati alla lingua e all'adattamento pongono in essere gesti dimostrativi.

Il SAPPE chiede dunque al Governo di "recuperare il tempo perso su questa significativa criticità penitenziaria e di avviare le trattative con i Paesi esteri da cui provengono i detenuti - a partire da Romania, Tunisia, Marocco, Algeria, Albania, Nigeria - affinchè scontino la pena nei Paesi d'origine.

Per il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria " è fondamentale trovare accordi affinchè gli stranieri scontino la pena nei Paesi d'origine. Questo, oltre a mettere un freno ad una grave emergenza, potrebbe rivelarsi un buon affare anche per le casse dello Stato, con risparmi di centinaia di milioni di euro, nonchè per la sicurezza dei cittadini. Un detenuto – ricorda Martinelli - costa infatti in media oltre 250 euro al giorno allo Stato italiano".

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