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Forum Famiglie Liguria: "Legge omofobia, regresso illiberale"

Malgrado una crisi economica sempre più grave, che imporrebbe provvedimenti urgenti, il Parlamento italiano ha ritenuto di porre in discussione prioritariamente - nel mese di agosto - l'approvazione del disegno di legge per l'introduzione del reato di "omofobia e transfobia", come se si trattasse di far fronte ad una specifica urgenza sociale.

Tuttavia, non c'è alcun bisogno di una legge che istituisca il reato di omofobia per assicurare alla giustizia, con la dovuta severità, chi commetta un reato contro una persona a cagione della sua omosessualità/transessualità. In base al vigente codice penale, infatti, la pena prevista per il reato può, già oggi, essere aggravata constatando, in chi abbia agito, la ricorrenza di motivi "abietti o futili".

La nuova fattispecie penale, per contro, potrebbe assumere sembianze di provvedimento fortemente illiberale laddove consentisse di censurare come "ostile" verso le persone omosessuali chi restasse contrario alla introduzione dei matrimoni o delle adozioni gay.

Il Forum delle associazioni familiari sottolinea che si profila all'orizzonte il pericolo della introduzione di un nuovo "reato di opinione" nei confronti di chi ritenga che il matrimonio sia l'unione di un uomo e di una donna e che i bambini abbiano diritto ad avere un padre ed una madre (come recitano importanti documenti internazionali, oggi messi subdolamente in discussione).

E' questo il progresso che la nuova legge deve garantire alla società? Un'affermazione così eclatante del "pensiero unico"?

Un recente articolo di Massimo Introvigne ("La Bussola Italiana", 22 luglio) ha messo in luce come gli arresti e le denunce subiti in Francia da numerosi oppositori della legge Taubira, che ha recentemente introdotto matrimoni e adozioni gay, siano dovuti alle disposizioni della legge "antiomofobia", che la Francia aveva adottato nel 2004 e che oggi viene utilizzata per silenziare il largo movimento di opinione che continua a protestare contro la rivoluzione antropologica adottata a colpi di maggioranza dal parlamento francese. Non vorremmo vivere anche in Italia quello stesso clima di divisione, tensioni e regresso illiberale.

Infine: una legge che si propone di elevare il grado di rispetto reciproco dei cittadini, non può introdurre categorie di persone cui sia assicurato più rispetto che ad altre, se non commettendo una grave ingiustizia sociale e scardinando fondamentali diritti umani.

Confidiamo che il Parlamento italiano sappia ascoltare i cittadini che chiedono il rispetto di importanti principi costituzionali come la libera manifestazione del pensiero, i diritti della famiglia naturale, l'uguaglianza sociale e giuridica delle persone, la libertà di educazione da parte dei genitori. Rispetto e garanzie di tutela delle persone omosessuali, quindi, ma rifiuto deciso di ogni forma di limitazione della libertà di espressione, pensiero, ricerca ed educazione dei figli.

Anna Maria Panfili, presidente del Forum ligure delle Associazioni familiari

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