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Riqualificazione Orto dei Frati: bocciata la mozione

Ratti: "Bocciatura incomprensibile"

Durante l'ultimo Consiglio Comunale la maggioranza ha bocciato la Mozione presentata da Bernardo Ratti, a nome del Gruppo Consiliare "Siamo il Golfo dei Poeti", sulla sistemazione dell'Orto dei Frati, sito di alto valore storico per il Borgo di alta valenza per i Lericini e per i turisti. E' stata votata oltre che dai membri del Gruppo Siamo il Golfo dei Poeti, Ratti, Vara, Nebbia Colomba, anche da Giovanni Agnellini e da Arianna Bucci.

La Mozione chiedeva semplicemente il restauro conservativo del ciottolato (tipico ligure, "risseo" in lericino), dato che da anni la situazione versa in condizioni precarie con vistosi rappezzi, sassi mal assortiti e cemento, il restauro delle panchine e la piantumazione dei due platani mancanti, tagliati una decina di anni fa a seguito di avvelenamento, di cui non fu mai accertata la colpa.

Commenta il consigliere Bernardo Ratti: «Non capisco la bocciatura della mozione da parte della Maggioranza, trattandosi di richiesta di anni da parte di tanti cittadini e di varie associazioni , peraltro non una mozione politica, ma di puro senso civico di amore per il territorio. Così la richiesta della piantumazione dei platani mancanti, una necessità sentita da anni dai Lericini, dopo il taglio forzato dovuto all'avvelenamento e relativa chiusura del buco della ceppaia, non potendo, per alcuni anni, piantare altri alberi causa l'inquinamento della terra.


Attualmente il sito è tenuto male e "rattoppato" con materiali non consoni. Oltre essermi informato delle spese relative all' acquisto di due nuovi platani, naturalmente di misura media, e al loro posizionamento (si tratterebbe di una spesa quantificabile in un migliaio di euro complessivi), ho fatto anche una breve storia del Convento e della Chiesa dei Cappuccini, di cui la scalinata faceva parte, per evidenziarne il valore storico e testimoniale.


La storia del convento ebbe inizio il 17 maggio 1605, quando il notaio Stefano Solari registrò la donazione di un terreno in località "Padùa" donato da parte del Marchese Domenico Botti allo scopo di erigervi una chiesa e un convento per i frati Cappuccini, venendo incontro in tal modo ad un vivo desiderio della popolazione lericina.


Ci furono vari passaggi autorizzativi: al Padre Provinciale dei Cappuccini liguri, padre Gabriele da Casale, che la mise all'ordine del giorno che mise la richiesta all'ordine del giorno del Capitolo provinciale del 18 aprile 1608 che si tenne" in Genova alla Conceptione", quando fu deliberata assieme ad altri Conventi ; altra richiesta ai Padri Agostiniani di Maralunga che dettero il loro assenso; ovviamente al Vescovo che dette l'ultima approvazione.


Quindi con atto notarile del 1° di Luglio 1608: " Noi Aurelio Federici Dotore dell'una e l'altra legge, Prothonotario Apostolico, Vicario Generale dell'Ill.mo e Rev.mo Mons. Vescovo di Luni e Sarzana e Conte, Si contentiamo e per esser questa opera pia, s'offeriamo in servizio e agiuto d'essa, in tutto quello che sappiamo e possiamo. Dato in Sarzana il dì primo di Luglio 1608-Aurelius Federicus", si dette inizio alla costruzione del Convento.
I lavori di costruzione si protrassero per due anni, sino al 14 Settembre 1611. Il Convento, costruito su due piani, poteva contenere una ventina di cellette, mentre attorno alla costruzione restava un ampio terreno, (il vero e proprio "orto di fradi"). La Chiesa, dedicata alla Immacolata Madre di Dio e a S. Bonaventura, fu benedetta e aperta al culto nel 1611.


Il Convento fu anche occupato dalle truppe francesi nel 1798 e i frati fatti evacuare. Una storia quindi importante, con beni e opere preziose, distribuite dopo il 1866 in varie Chiese e Conventi della zona.
Tra cui un dipinto molto importante del Barocco genovese: "Il Perdono" di Domenico Piola, di grande valore pittorico. Piola infatti è uno dei più grandi artisti per la storia della pittura genovese e per la storia della comunità lericina, e il quadro si trova da alcuni anni presso il Museo Diocesano di Sarzana. Un altro dipinto, ora nel Coro della Chiesa Parrocchiale di San Francesco, di un altro pittore genovese di inizio '600, Gian Domenico Cappellino.

Quello che oggi chiamiamo "Orto dei Frati" in realtà era il viale in salita d'accesso alla Chiesa dell'Immacolata, ma è l'unica testimonianza rimasta di questo grande complesso, che fa parte della storia di Lerici.
Il Convento venne completamente distrutto negli anni '30 del'900 per far posto al Palazzo municipale, la scalinata alberata dimezzata per l'odierna Via Gerini, mentre la Chiesa fu trasformata in Teatro, poi in Cinema (il Goldoni) , e definitivamente demolita nel 1986 per far posto all'attuale Palazzo Goldoni.

E' per questo che non capiamo la bocciatura, giustificata dall' Assessore Russo con il fatto che lavori di pulizia sono stati fatti e dal Sindaco, relativamente ai platani, che non gli risulta la richiesta di nuova piantumazione, visto che il buco era stato tappato anni fa, non sapendo probabilmente che ciò era stato fatto per l'inquinamento del terreno e per la pericolosità data dalla ceppaia rimasta, senza contare che i Lericini hanno sempre richiesto di ripiantare i due alberi mancanti e di sistemare la scalinata.

Confidiamo quindi che, nonostante questa bocciatura inspiegabile, l' "Orto di Fradi", luogo simbolo della memoria lericina, sia sistemato come merita, e che non scada a mera contrapposizione politica».

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