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Grazzini (FI): "Cosa farei? Chiederei a Enel di realizzare un nuovo stadio nelle sue aree"

L'ex presidente dello Spezia Calcio e attuale commissario provinciale di Forza Italia scrive agli spezzini: si espone su Enel e questione stadio.

Giovanni Grazzini, Forza Italia (foto d'archivio) Giovanni Grazzini, Forza Italia (foto d'archivio)

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta ai cittadini della Spezia scritta da Nanni Grazzini, ex presidente dello Spezia Calcio e attuale commissario provinciale di Forza Italia:

"La festività della Santa Pasqua, che per noi cristiani è il simbolo della resurrezione, mentre per il mondo ebraico esprime quello della liberazione, ma per entrambi assume il significato di una nuova alleanza, capace di concentrare in se il mistero del Messia che risorge e quello dell’esodo verso la libertà, costituisce per me motivo di speranza e di riflessione.

La speranza è quella che i sacrifici che sono stati nuovamente imposti in termini di mobilità impedita, di chiusura delle attività commerciali, che continuano a generare uno stato di drammatica sofferenza del comparto della ristorazione e del turismo, siano finalmente gli ultimi; così che il loro frutto, misto a tanto dolore, possa portare nel più breve tempo, con la riconquista delle libertà, a una sorta di resurrezione della vita terrena. Questi buoni auspici devono però essere sostenuti da alcune riflessioni capaci di guardare ai temi che sono sul tavolo della nostra amministrazione e alle scelte che ha compiuto. Voglio soffermarmi su due soltanto: il primo che solo superficialmente riguarda la nostra squadra di calcio, il secondo la salute dei cittadini che vivono in un territorio chiamato a contribuire da ormai troppo tempo al fabbisogno energetico nazionale.

La presenza in serie A, e più in generale la simpatia e l’ammirazione di cui gode la squadra guidata da mister Italiano, non si riflette in altrettanto modo con l’immagine e la sostanza di una città di cui i media nazionali, grazie alla squadra, parlano ogni giorno. La mia opinione esprime, sia la visione concreta che deve avere la società di cui ho avuto l’onore di essere presidente, che il cuore del tifoso che ha visto, grazie proprio alla società, coronare un sogno inseguito da sempre. Ma che ha fatto per meritarsi tutto questo la nostra amministrazione oltre a seguire le partite dello Spezia in tribuna autorità ? A inizio mandato Peracchini ha promesso la copertura della curva ferrovia, un impegno encomiabile, salvo poi accorgersi che il costo per la realizzazione dell’opera, a detta dei tecnici, era di gran lunga maggiore di quello che aveva ipotizzato senza consultarli e così non se ne è fatto nulla. Una delle tante promesse non mantenuta dunque.

Con la partecipazione alla serie A sono stati eseguiti lavori che un’amministrazione previdente, visto le innumerevoli partecipazioni della squadra ai playoff, avrebbe dovuto per tempo mettere nei propri piani. invece il Picco è stato agibile al gioco solo a dicembre scorso, dopo la perdita di punti preziosi dovuti ad aver giocato a Cesena. La presentazione del progetto del nuovo stadio, con la discesa in campo di Peracchini a presentare l’ennesimo rendering, questa volta condito di fuochi d’artificio il cui costo è stato pagato dagli spezzini, è avvenuta con gli aquilotti rimasti negli spogliatoi per la mancata partecipazione dello Spezia Calcio. Si è realizzato dunque, non solo un vero autogol mediatico, ma anche l’ennesima constatazione pubblica dell’ incapacità di agire coinvolgendo le forze produttive della città. Sono centinaia a scrivermi messaggi chiedendomi se lo Spezia, in caso di salvezza, potrà giocare al Picco spinto dai suoi tifosi.

Non so’ rispondere. Leggo le cronache e sono preoccupato quanto loro e più di loro, perché giocare in qualsiasi altra città significherebbe non solo un’offesa ai tifosi, ma anche il segnale evidente utile a scoraggiare qualsiasi investimento imprenditoriale nella nostra città incapace di realizzare opere. E qui arriva il secondo tema: quello dell’Enel. Del rapporto tra Governo e Città di cui un sindaco deve avere capacità di fare mediazione, di non isolarsi politicamente cercando di salvare la propria immagine con una letterina inviata al Ministro di un governo dimissionario. In questi giorni alcuni mi hanno chiesto cosa avrei fatto se fossi stato al posto di Peracchini.

La risposta è semplice. Mi sarei presentato al ministero insieme alle delegazioni di maggioranza e minoranza del consiglio comunale, degli eletti a Spezia in consiglio regionale e dei nostri parlamentari, per mostrare una voce forte e unita. Sono cose che un sindaco deve saper fare; fanno parte dell’adeguata preparazione a un ruolo istituzionale. Altri amici mi chiedono cosa farei oggi. La risposta è altrettanto semplice. Aprirei un nuovo negoziato mettendo insieme tutte le forze. Chiederei a Enel di farsi carico dell’impegno sul territorio spezzino della sperimentazione delle energie rinnovabili legate agli impianti sportivi. Di progettare e realizzare nelle sue aree l’Enel Picco Arena, il nuovo stadio della città. Non solo nuovo dal punto di vista della costruzione, per altro eliminando il congestionamento di parte della città durante le partite ma con ingresso e uscita autostradale già realizzata, ma nuovo come concezione.

Chiederei ad amici imprenditori del ramo alberghiero di guardare avanti e di essere pronti alla ripresa del turismo, realizzando un’infrastruttura utile sia sul piano del turismo business che di quello leasure, proponendo un grande progetto su un’area che può essere ancora in parte votata alla produzione di energia, coniugandola con la moderna concezione ambientale, a cui auspica il nostro territorio.

Siamo invece costretti a vedere lo spettacolo di un sindaco che sui social si fa bello per aver realizzato cose utili, come la ristrutturazione di un parco giochi o l’asfaltatura delle strade, ma che rientrano nella normale amministrazione e non possono essere vendute come una straordinaria conquista. Non sono sui social, il mio lavoro mi richiede dedizione e mi impedisce distrazioni durante le ore che dedico alla mia attività professionale; mi sorprende come possa farne invece uso smodato un amministratore pubblico, fino a perdere il senso della realtà delle cose, proiettando se stesso in una realtà virtuale come le promesse fatte ai cittadini.

Nell’esprimere la mia vicinanza alle famiglie a cui il Covid ha sottratto un loro caro, a tutti coloro che stanno soffrendo gli effetti di questa pandemia ed a tutti i miei concittadini, formulo gli auguri di una serena Pasqua".

Nanni Grazzini

 

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