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Rsa Mazzini, "Necessario non illudere nessuno: non tutti torneranno a lavorare a breve"

Proseguono le audizioni in commissione consiliare, dopo sindacati e Asl, oggi si ascolta Kcs.

E' stato ascoltato in commissione consiliare Michele Crecchi, dirigente di Kcs, per proseguire il percorso di chiarimento che la commissione consiliare sta portando avanti sulla Rsa Mazzini, anche, marginalmente, legato alla situazione di emergenza sanitaria dettata dalla pandemia.

"Una situazione difficile, da ben prima dell'emergenza sanitaria", ha commentato Crecchi ricostruendo tutte le fasi del percorso che hanno portato all'attuale assetto gestionale della Rsa.

"Il primo di ottobre doveva partire con la firma della concessione come da gara bandita nel 2017, ma a quella data la situazione era molto cambiata rispetto al bando, perchè al terzo piano non erano più presenti i posti letto concordati, ma 23. Facendo una consultazione con gli amministrativi di L1, cooperativa uscente, abbiamo capito che i posti letto per il 2020 non avrebbero rispettato gli accordi di gara, ma ci sarebbero stati dei problemi economici che non permettevano la sottoscrizione del contratto. Noi ad oggi non sappiamo ancora in che condizioni sono gli immobili: se hanno superato i criteri antisismici, ad esempio. Gli incontri poi sono proseguiti fino al peggioramento della situazione sanitaria, dovuta alla pandemia".

Crecchi è intervenuto più volte per chiarire uno degli aspetti più discussi, quello che riguarda l'occupazione: "E' stato fatto un grande sforzo per assorbire tutto il personale, ma sappiamo già che il personale è in esubero. Ad oggi abbiamo ancora molti operatori a casa per malattia, perchè contagiati, o per altri motivi, ma a proposito degli attacchi subiti soprattutto riguardo ai Dpi, posso dire che molto spesso sono usati male o non usati, anche se forniti sempre regolarmente".

"La nuova configurazione della Mazzina- ha commentato Guido Melley (LeAli)- è iniziata nel 2017, vicenda scombussolata poi dall'emergenza Covid. Il contratto e l'appalto mi danno la sensazione che sia stata fatta molta confusione perchè all'inizio prevedeva nuovi responsabilizzazioni al soggetto che sarebbe intervenuto, ma successivamente sono intervenute molte variazioni e su questo non credo che Kpc abbia responsabilità, ma credo che i problemi derivino da Asl. Il comune che idea si è fatto sulla gestione dell'appalto da parte di Asl?".

Ha risposto l'assessore Giorgi: "Il primo atto di volontà di attivare un percorso di questo tipo per la Rsa è stato in consiglio comunale del 2015, quindi molto prima che l'attuale Giunta si insediasse e che io ricoprissi questo ruolo. Poi, per tutta la partita gestionale e per gli atti di gara, come amministrazione non eravamo presenti se non per presentare delle relazioni tecniche. Sulla gestione di Asl non mi sento di dare colpe, perchè gli atti di gara erano già fuori prima dell'insediamento di una figura di direttore socio sanitario, se ci fosse stata questa figura molti problemi non ci sarebbero stati".

Per chiedere chiarimenti sui Dpi è intervenuta Frijia, che ha chiesto a Crecchi di chiarire quanto detto durante il primo intervento. Così Checchi ha spiegato: " "Noi applichiamo le direttive ministeriali: non per tutto il personale è previsto l'utilizzo dei medesimi dispositivi, perchè un operatore sociosanitario è esposto ai droplets in maniera differente rispetto a un'altra figura che deve applicare sugli ospiti pratiche particolari. Abbiamo notato personale che indossava, senza averne bisogno, più calzari, guanti e tute. A volte poi si usano i Dpi in modo errato, io personalmente ho visto alcuni operatori con la mascherina abbassata che fumava dentro ad un reparto Covid".

La commissione si è conclusa con un ulteriore passaggio sulla situazione occupazionale da parte di Crecchi: "Sappiamo già che non tutti i lavoratori potranno rientrare una volta finita l'emergenza perché bisogna tener conto anche dei lavori di ristrutturazione e con i sindacati sono stato molto chiaro. Si tratta di un processo poi molto lungo, perchè i lavori non si potranno certo concludere in un mese, ma parliamo di almeno un anno, riaprendo nel 2022. Tra le soluzioni che abbiamo proposto c'è quella di spostarsi in altre strutture di nostra gestione, sia in Liguria che fuori Regioni. Dobbiamo essere molto chiari e non illudere nessuno: il personale è in esubero, perchè su 50 dipendenti ce ne bastano 20 in questa fase: il personale piano piano sta rientrando e insieme stiamo valutando come fare per tutelarli, ma non tutti potranno tornare a lavorare all'indomani della fine dell'emergenza sanitaria".

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