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Toti presenta il suo programma di Governo, sanità al centro In evidenza

"Sarà una legislatura impegnativa, dobbiamo lavorare per affrontare l'oggi, ma anche per costruire il futuro".

La seduta del Consiglio regionale La seduta del Consiglio regionale

“Oggi lo spunto che uniforma un programma di governo molto vasto è quello che ci fornisce Martin Luther King: Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno. Perché l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa. Noi abbiamo una certa esperienza in tal senso, ce la siamo costruita in questi cinque anni, a partire dalla tragedia del Morandi, dalle mareggiate che hanno devastato le nostre coste e dalle alluvioni e ora in queste ore anche dalla crisi Covid che stiamo affrontando”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, presentando il programma di governo in occasione della seconda seduta del consiglio regionale.

 

Nel presentare il programma dell’esecutivo per i prossimi cinque anni, Toti si è soffermato particolarmente sull’emergenza sanitaria. “Un’emergenza – ha detto Toti – che sta interessando l’Europa intera e tutto il mondo. Per questo ritengo che banalizzare la ricerca delle responsabilità o sottolineare le incomprensioni sia un esercizio che la politica dovrebbe astenersi dal fare”.

“Dobbiamo tenere presente – ha ribadito Toti - che sarà un legislatura impegnativa non solo nelle prossime ore e mesi, ma nei prossimi anni. Per questo dobbiamo riuscire nel nostro agire a costruire un doppio binario che ci consenta di affrontare l’oggi, ma anche il futuro, nella consapevolezza che il Covid finirà. Come sono finite tante disgrazie dell’umanità, come ci insegna ad esempio la peste che ha colpito alla fine del 1300, da cui poi sono nati l’Umanesimo e il Rinascimento. Per questo mi auguro che il Covid porti un orizzonte di prospettiva per il domani. Pur nell’urgenza dell’emergenza, non dobbiamo smettere di pensare al futuro per chi abiterà in questa regione”.

OSPEDALI

Per quanto riguarda gli ospedali Toti ha ricordato il piano incrementale attivato per i nosocomi.

“Si tratta di un piano di Fase 4 – ha aggiunto il governatore – che porta ad aumentare i posti letto, oggi aggiornato alla luce della malattia. Abbiamo 1.200 ricoverati, soprattutto sull’area metropolitana e solo 50 terapie intensive aperte. Facendo un paragone con il picco dello scorso aprile quando avevamo 1.400 ricoverati e le terapie intensive occupate arrivavano a 200, si capisce che siamo ben lontani da quei numeri. Anche se l’allargamento della pandemia ci ha indotto ad un aumento dei posti letto ospedalieri. Per questo stiamo chiedendo uno sforzo alla nostra sanità, quello di raggiungere i 2000 posti letto in Liguria”.

Per far fronte all’emergenza Toti ha ricordato di avere potenziato le squadre territoriali in tutte le ASL secondo un piano condiviso con il governo. “Squadre che di fronte alla pandemia non sono però sufficienti – ha detto Toti – per questo abbiamo incrementato il tracciamento attraverso l’apertura dei ‘drive through’ e ‘walk trough’ che hanno fatto scaturire un accordo con i medici di medicina generale, cosa che non era accaduta a marzo. Oggi ci auguriamo quindi che la potente macchina dei medici di famiglia, questa sì molto diffusa, possa venire in parziale soccorso alla pressione ospedaliera, a cui abbiamo dato una ulteriore risposta attraverso l’attivazione di 13 Residenze Covid, divise in proporzione agli abitanti delle ASL”.

“Strutture – ha continuato il presidente – che servono a garantire ai nostri reparti ospedalieri un turn over sufficiente. Il vero problema, che è di tutto il Paese, è dato dall’impossibilità di avere tutte le professionalità che ci servirebbero per rispondere alla crisi. Ci servono medici e infermieri, come servono in tutta Italia, ma per formare un medico servono anni su questo il nostro Paese deve riflettere anche dopo la fine dell’emergenza. Un tema delicato quello del personale e delle regole di ingaggio, su cui non si può banalizzare”.

PRONTO SOCCORSO

“Nei pronto soccorso – ha chiarito Toti - ci sono molti malati in questi giorni, come è stato più volte detto. Ma questo deriva dal fatto che non abbiamo mai mandato a casa nessuno. Di questo siamo orgogliosi, tutti hanno avuto l’appropriatezza della cura. Sia nella prima che nella seconda ondata di Covid. Siamo la prima regione per numero di terapie intensive spendibili in caso di emergenza. Nessuno veramente poteva aspettarsi un’ondata di queste dimensioni e così diversa dalla passata. Tutte le nostre strutture sanitarie stanno lavorando per assumere personale di ogni genere e di ogni tipo. Ad esempio si chiuderà il corso di laurea in scienze infermieristiche nel mese di novembre e di qui a 3 settimane, circa 180 infermieri potranno entrare in attività. Ne avremmo bisogno di più, ma questa è la disponibilità al momento”.

Il presidente ha proposto di incontrare l’ufficio di presidenza del consiglio e i capi delegazione, nel reciproco carico di ruoli, per portare avanti una strategia comune di fronte alla crisi Covid.

FUTURO

“Spero che da questa emergenza si impari qualcosa – ha concluso Toti - non solo per quanto riguarda nuovi criteri sanitari di cura, ma di organizzazione della sanità territoriale, a partire dalla collaborazione con i medici di medicina generale con cui abbiamo siglato un accordo per la presa in carico dei pazienti covid e poi la realizzazione di nuove case della salute, insieme al piano di edilizia ospedaliera che comprende il nuovo pronto soccorso del Policlinico San Martino, il nuovo ospedale della Spezia e l’ospedale di Vallata nel ponente della città di Genova”.

Toti si è soffermato sull’importanza della digitalizzazione nella regione. “Per essere sempre più competitivi” e ha ricordato l’arrivo a Genova prossimamente “del più grande cavo transoceanico di dati presente nel nostro Paese e diretto in Lombardia e poi in Germania, un’opportunità per un utilizzo sempre più diffuso delle nuove tecnologie a cui anche il Covid ha contribuito”.

MODELLO DI SVILUPPO

“Non è cambiato il nostro modello di sviluppo, alla sommità c’è sempre la messa in sicurezza del territorio, attraverso le opere e i cantieri – ha ricordato il governatore - Nella scorsa legislatura abbiamo utilizzato fondi di protezione civile per la resilienza del territorio e per la mitigazione del rischio. Si pensi al porto di Santa Margherita Ligure, agli interventi per adeguare le difese a mare, alla legge sulla rigenerazione urbana che ha portato con sé alcune delle operazioni più importanti del paese: l’abbattimento della diga di Begato e la ricollocazione delle famiglie; e poi il waterfront di levante, la gara per Hennebique, il waterfornt di Ventimiglia, quello della Spezia che è un nostro obiettivo strategico finanziato e coordinato insieme alla settore della nautica.”

Toti ha ricordato che nella prossima seduta del consiglio si avrà più chiaro l’orizzonte di quanto deciso dal governo e pertanto di come poter lavorare per far sopravvivere la Liguria a un’ondata pandemica molto pesante.

“Il governo si appresta infatti a varare – ha dichiarato Toti – un nuovo dpcm, rispetto a questo le regioni unitariamente hanno suggerito misure; alcune saranno nazionali, altre saranno territoriali, sulla base delle fasce di rischio. Oggi la Liguria è nella seconda fascia di rischio con Rt da 1.4 a 1.5, mentre alcune regioni hanno raggiunto il fattore 2 di RT. E’ chiaro che la Liguria difficilmente reggerebbe lo shock di un altro lock-down generale. Soprattutto pensando al porto che deve poter continuare a lavorare per rifornire le imprese del Nord Italia, impegnate a produrre quello che ci auguriamo i cittadini possano trovare sulle loro tavole”.

“Ci aspettano scelte complesse e non facili per invertire la curva dei contagi – ha concluso Toti – Ma ogni uomo deve fare il suo dovere, senza panico e senza alcuna speculazione politica. Tutti sappiamo di dover remare nella stessa direzione per uscire dalle secche e per fare in modo che la regione che ha tenuto aperto il cantiere del ponte Morandi durante la prima ondata, non sia travolta da questa”.

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