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“Dati spezzini preoccupanti, il Comune è silente: serve uno screening di massa” In evidenza

Melley, Centi e Lanznaster presentano un pacchetto di proposte: dalle postazioni drive-through ai test antigenici a tappeto sul modello del Veneto.

Mancanza di dati sui tamponi eseguiti sul territorio, grosse difficoltà di comunicazione con l’Asl, confusione sulle quarantene scolastiche e assenza dei vaccini antinfluenzali.

Sono i principali punti critici dell’emergenza Covid-19 in città messi in luce da Guido Melley, Roberto Centi e Francesca Lanznaster del gruppo “LeAli a Spezia-Lista Sansa”, che oggi hanno presentato un pacchetto di proposte da attuare al più presto per scongiurare un’ulteriore recrudescenza dell’epidemia.

A mettere in fila i problemi più evidenti è Francesca Lanznaster, candidata alle ultime elezioni regionali con la Lista Sansa: “Non esistono dati trasparenti sui tamponi: non viene comunicato il numero di quelli diagnostici e da contatto, e questo non ci permette di fare una mappatura del contagio divisa per zone della città e del territorio provinciale. In più l’unica postazione di screening è il camper posizionato alla nuova biblioteca Beghi, che è insufficiente per rispondere alle necessità della popolazione. Abbiamo raccolto decine di segnalazioni di persone positive lasciate in quarantena senza comunicazioni né tempi certi. Non è rincuorante nemmeno la situazione nell’ambito scolastico, dove la disciplina delle quarantene infatti è molto nebulosa, e nei luoghi di lavoro, dove mancano i controlli e i tamponi. Per non parlare delle dosi di vaccino antinfluenzale che già mancano”.

Per questo gli esponenti di “LeAli”, con il consulto di medici e operatori sanitari, hanno elaborato un pacchetto di proposte indirizzate all’amministrazione comunale, all’Asl e ad Alisa con l’obiettivo di aumentare e migliorare lo screening di massa utile a contenere il contagio ed evitare la pressione sulle strutture sanitarie.

Melley e colleghi propongono di istituire postazioni “drive-through” alla Spezia e a Sarzana, aumentando nel contempo il numero di camper per tamponi in provincia; di istituire una task force per i tamponi sui luoghi di lavoro; di mettere a disposizione dei medici di famiglia spazi appositi e i dispositivi di protezione necessari per effettuare i test antigenici rapidi; di fare test antigenici rapidi con squadre di sanitari a tappeto e direttamente nelle scuole, sul modello del Veneto (“Non è pensabile effettuare meno di 100 test al giorno su una popolazione di 30 mila unità tra studenti, docenti ed Ata”).

Tra le proposte anche quella di istituire un team per le risposte telefoniche agli utenti e il tracciamento dei contatti, attraverso l’assunzione di nuovi operatori e valutando anche accordo con i call center; il potenziamento dei tamponi, delle cure e delle assistenze domiciliari; un piano straordinario e immediato per l’assunzione di infermieri e tecnici di laboratorio; il potenziamento delle scorte di tamponi, reagenti e vaccini antinfluenzali e il lancio di una campagna informativa per l’utilizzo dell’app Immuni, a partire dai social network del Comune della Spezia e degli altri Comuni.

I dati di ieri nel nostro territorio sono molto critici – fa notare Melley – Dobbiamo evitare a tutti i costi un nuovo lockdown, che rappresenterebbe un forte rischio per la tenuta economica e sociale. Speriamo che queste nostre proposte vengano accolte dal sindaco, dall’Asl e da Alisa. Crediamo anche che sia giusto e utile costituire un tavolo permanente sull’emergenza con maggioranza, opposizione e sindacati: bisogna superare le divisioni politiche e lavorare assieme. Il modello Spezia di cui parla Peracchini? Non esiste. Le restrizioni sul quartiere Umbertino sono state calate dall’alto senza nessuna giustificazione medico-scientifica. La colpa principale del Comune è di essere sempre stato troppo passivo, supino e silente nei confronti di chi doveva intervenire, cioè Asl e Regione”.

Roberto Centi infine lancia l’allarme sulle difficoltà che stanno incontrando le strutture scolastiche: “La situazione delle scuole è abbastanza serie: sono organizzatissime, ma ciò che è insufficiente è la gestione dei flussi di chi fa i tamponi e va in quarantena, in questo senso bisogna incentivare le comunicazioni dell’Asl. Il numero di alunni e classi in quarantena aumenta ogni giorno: temo già ora quello che potrebbe succedere nelle scuole a causa dell'incapacità di distinguere sintomi Covid e influenzali”.

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