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PD e Linea Condivisa a fianco dei lavoratori dello spettacolo

Chiedono di utilizzare i fondi europei per il reddito di continuità.

"Siamo al fianco dei lavoratori dello spettacolo che oggi hanno manifestato fuori del Consiglio Regionale, rivendicando il diritto al lavoro e alla dignità - afferma il gruppo PD in Regione - Il 70% dei piccoli teatri non ha riaperto. L’80% dei lavoratori (attori, musicisti, scenografi, costumisti, elettricisti...) non ha ripreso l’attività dopo il Covid. Molti durante l’emergenza hanno perso tutto, altri hanno ricevuto sussidi per poche centinaia di euro in cinque mesi. Stiamo parlando di un comparto di circa 4.000 persone in Liguria. Chiedono un reddito di continuità, risorse per riparare i danni subiti dagli organizzatori di spettacoli che hanno dovuto sospendere la programmazione, bandi pluriennali a sostegno della creatività diffusa. Noi siamo con loro in questa giusta battaglia.

 

"Abbiamo acclarato - prosegue il PD - che le risorse ci sono attraverso i fondi europei riprogrammati e grazie al rimborso degli stessi da parte del governo che mette si disposizione le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc). Quando arriveranno queste ultime (entro settembre) si potranno individuare misure finanziate dai fondi del Fondo Sociale Europeo (fse) per dare a questo comparto una risposta sociale, reddituale e formativa. Domani voteremo un ordine del giorno e ci auguriamo che ci siano impegni precisi e un voto condiviso da parte di tutto il Consiglio".

 

"Dicono che con la cultura non si mangia. Eppure oggi davanti alla Regione ci sono moltissime persone che protestano, perché la cultura è il loro lavoro. O almeno dovrebbe esserlo", aggiunge il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, che durante la giornata odierna ha partecipato alla mobilitazione dei lavoratori dello spettacolo, condividendone pienamente lo spirito e i contenuti.

"Il tanto sbandierato ritorno alla normalità con loro non si applica. La riapertura dei luoghi di cultura e spettacolo, infatti, tarda ad arrivare. Oppure è parziale, visti i limiti imposti dal contingentamento del pubblico –spiega Pastorino - Stiamo parlando di lavoratori con tipologie contrattuali complesse e molto diversificate. Una categoria a rischio di invisibilità, messa economicamente in ginocchio dai mesi del lockdown, che non riesce ancora a vedere la luce in fondo al tunnel".

"Insieme alle altre forze di opposizione abbiamo insistito per scrivere e votare un OdG che impegnasse la giunta a utilizzare le risorse del Fondo Sociale Europeo, per avviare politiche integrative sul piano economico e della formazione, a beneficio di questi lavoratori così colpevolmente trascurati – sottolinea Pastorino -.Ma Linea Condivisa vuole di più. Vogliamo una politica che aiuti l’imprenditoria culturale, con attenzione alla sostenibilità dei progetti e alla loro utilità per il territorio. Vogliamo reti di accesso ai fondi diretti, per garantire le infrastrutture, le produzioni di spettacolo e la formazione di professioni culturali. Vogliamo incentivi per le residenze artistiche: siamo fra le ultime regioni prive di un sistema che ospiti le energie creative, e ciò ci impedisce di beneficiare di appositi finanziamenti nazionali e comunitari".

Fa il punto Pastorino: "In Italia, per quasi un milione e mezzo di persone cultura significa lavoro. E col lavoro si deve poter mangiare: stabilmente, con professionalità riconosciuta e diritti certi".

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