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Coronavirus, sull'uso e il numero dei tamponi è scontro tra PD e Lega In evidenza

Il PD: "Gravi ritardi, il rischio è di aumentare i contagi". La Lega: "Vengono utilizzati al meglio, evitando inutili sprechi".

 

"Oggi è partita ufficialmente la Fase 2, ma la Liguria, come abbiamo denunciato nelle scorse settimane, è arrivata impreparata e in forte difficoltà a questo appuntamento. Siamo la Regione del Nord che fa meno tamponi - afferma il gruppo PD in Regione - Gli ultimi dati del Ministero della Sanità (aggiornati alle 17 di ieri) ci dicono che la Liguria ha effettuato finora solo 54492 tamponi su 34613 persone, a fronte di una popolazione di 1 milione e 600 mila abitanti. La Toscana ne ha fatti 150 mila, il triplo di noi pur avendo poco più del doppio della nostra popolazione. In Emilia Romagna i tamponi, al momento sono 197 mila: 4 volte la Liguria con meno del triplo degli abitanti. D'altra parte la Giunta Toti ha iniziato molto tardi a effettuare test e tamponi e anche l'obiettivo di farne almeno 2000 al giorno non sempre viene rispettato (ieri, per esempio, i tamponi sono stati appena 1290). Con questi numeri è difficile capire se chi oggi torna al lavoro sia positivo o negativo. E il rischio è quello di aumentare ancora la curva dei contagi, che già vede la Liguria fra le regioni con il maggior numero di contagiati per abitanti. Anche i medici di famiglia continuano a chiedere più test e tamponi. Ma i loro appelli restano inascoltati.

Prosegue il PD: "Gli errori compiuti dalla Giunta Toti e da Alisa sono stati molti. Prima di tutto sulla Rsa, dove i tamponi per operatori e ospiti sono arrivati in forte ritardo. E poi l'incredibile sottoutilizzazione del laboratorio di virologia molecolare del Santa Corona di Pietra Ligure, capace di eseguire l'analisi molecolare su circa 600 tamponi in 12 ore, fornendo i risultati in circa 3 ore: un'opportunità mai colta, che avrebbe consentito di smaltire i test sulle residenze per anziani. La Giunta ha provato a dare la colpa al Ministero della Salute sostenendo che mancasse l'accreditamento da Roma, ma sono le Regioni che devono segnalare i laboratori da accreditare. E la Liguria, anche in questo caso, l'ha fatto con grave ritardo".

"Per affrontare questa Fase 2 è importante fin da subito impostare una strategia legata alle tre T: testare, tracciare e trattare. E cioè fare tamponi e test a tappeto, isolare i positivi e curarli, quando si può a casa, per evitare che la malattia degeneri. Dovrebbe essere questo il mantra della nostra Regione per cercare di contenere l'epidemia. Questo sistema è stato rilanciato recentemente dall'epidemiologo Vespignani, viene utilizzato in tutto il mondo e in molte Regioni italiane (come il Veneto), ma è praticamente sconosciuto sul nostro territorio. Bisogna invertire la tendenza", conclude il Gruppo PD in Regione Liguria.

 

“Il Pd continua a sostenere che in Liguria si fanno meno tamponi rispetto ad altre regioni. Sarebbe un valido ragionamento se non fosse che per trovare un positivo la Liguria fa 4 tamponi e la Toscana 11 - replica Paolo Ardenti, vice capogruppo regionale Lega Nord Liguria Salvini - Pertanto, spendere risorse pubbliche per fare il triplo di tamponi e ottenere lo stesso risultato appare propaganda politica e senz’altro è un cattivo utilizzo dei soldi dei cittadini in un momento in cui, invece, viste e considerate le difficoltà generali e il dissesto economico pubblico e privato, bisognerebbe utilizzare al meglio ogni centesimo per aiutare le nostre aziende e le famiglie".

"Ricordo - prosegue l'esponente del Carroccio - che il Governo dovrebbe sostenere le Regioni, come la Liguria, che hanno già fatto acquisti di strumentazione per potenziare i laboratori, ma che vedono i tempi di consegna allungati. Infatti, molte nazioni del mondo stanno richiedendo tali strumentazioni e il Governo italiano non sta tutelando questi acquisti con una precisa ed efficace azione politica, che dovrebbe essere messa in campo almeno a livello europeo. Lo stesso discorso vale per i reagenti".

"Inoltre, ricordo ai consiglieri regionali del Pd che l’utilizzo dei tamponi segue precisi protocolli emanati dal Ministero e quindi dal Governo di cui fanno parte e che il buon utilizzo varia al variare della fase del contagio”, conclude Ardenti.

 

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