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Emergenza Covid-19, Paita: "Le mie proposte per Spezia" In evidenza

Dalla necessità di aumentare il numero di tamponi e la velocità degli esiti, alle cure a domicilio, al bisogno di reperire sistemi di protezione individuali.

Vorrei provare a ragionare della situazione della nostra provincia, una delle più colpite: un territorio in difficoltà, con cittadini in ansia e operatori della sanità allo stremo. Non rinunciando a critiche puntuali, ma sperando che esse possano trovare ascolto e condivisione.

I posti di terapia intensiva sono aumentati in tutta Italia e anche a Spezia, ora è importante capire se può diminuire la pressione sui pronto soccorso.
Su altre questioni nella nostra provincia ci sono stati ritardi ed errori che ci hanno portato in una situazione molto critica.

TAMPONI
Il Veneto è stata la prima regione a farne tanti (mirati), seguita poi da molte realtà. Toti prima ha dichiarato che non servivano, poi ha cambiato idea ma si è perso molto tempo. I dati ufficiali dicono che, in rapporto agli abitanti, la Liguria è agli ultimi posti in classifica. In più gli esiti hanno spesso ritardi folli e a Spezia moltissimi sono stati addirittura persi.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
È un problema diffuso ma qui più che altrove. Col nostro ordinamento la competenza è regionale, ma ci vuole una cooperazione a tutti i livelli. Altre regioni sono più avanti nell'autoproduzione. Bisogna individuare anche a Spezia un'azienda che riconverta la sua attività per produrli in quantità sufficiente per il territorio e in modo stabile.

PAZIENTI A CASA
Qui ci sono le lacune più evidenti da parte di Regione e Asl 5. Le persone sono senza tampone, senza saturimetro e senza farmaci specifici, che non possono essere prescritti perché manca la diagnosi di Covid. Famiglie e malati sono quasi sempre lasciati soli. Scelta pessima se vogliamo evitare di tornare a saturare i pronto soccorso.
Medici di medicina generale e guardia medica sono praticamente impossibilitati a operare. Spesso senza Dpi, con pazienti senza diagnosi, impotenti perché non spetta a loro fare il test: ridotti a lavorare per telefono e per di più attaccati da Toti. In Veneto e in Emilia sono avanti anni luce.

GLI OSPEDALI
Salvo il Tigullio non si è fatta una separazione netta tra nosocomi Covid e no-Covid, la stessa cosa spesso vale per i reparti. A cosa servono le tende di pre-triage se poi non si separano i percorsi dei pazienti tra positivi e negativi? Con due ospedali relativamente vicini la nostra era la provincia ideale per questa strategia, e invece si è creata una commistione pericolosa.

Alle critiche giunta e maggioranza hanno spesso risposto con repliche su FB del tutto fuori luogo. Non siamo in un periodo normale. Poi tornerà il tempo della battaglia politica. In molti Paesi sono venuti esempi di collaborazione tra maggioranza e opposizione , che a Roma e Genova faremmo bene a seguire. Questo è il tempo della responsabilità.

Raffaella Paita Camera dei Deputati Italia Viva

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