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Enel, Veschi chiede la mobilitazione contro la centrale a turbogas In evidenza

L'esponente di Articolo Uno chiede al Sindaco Peracchini una azione incisiva.

Cosa succede a proposito della centrale Enel della Spezia?

Il consiglio comunale, all’unanimità, vota un chiaro NO alla costruzione di una centrale a gas in sostituzione della attuale a carbone. Ma, subito dopo il voto del consiglio, l'Enel propone di accompagnare la proposta della centrale a gas con un investimento di 500 milioni per un generico “polo green”.

Qualcuno abbocca subito. Una consigliera comunale di Fratelli d'Italia, dopo aver votato l' o.d.g che dice no alla centrale a gas, ora dice sì perché non si possono perdere 500 milioni. La stessa posizione di Fratelli d'Italia l'ha assunta il consigliere regionale di sinistra Francesco Battistini.

La centrale Enel della Spezia è da più di 50 anni nel perimetro urbano. Abbiamo dato molto alla Nazione. Un premio lo meritiamo.

Per questo, non è normale che l'Enel dia alla città 500 milioni senza costruire una nuova centrale a gas (sempre combustibile fossile è) come invece vuol fare? Credo di sì, ci è dovuto.

Il Comune doveva e deve chiedere questo e lavorare per un progetto alternativo alla centrale a gas, cosa che il sindaco Peracchini non ha voluto fare.

Non si sa neppure se il sindaco, dopo il voto del Consiglio regionale, abbia preteso da Giovanni Toti, presidente della giunta regionale, una chiara posizione di rifiuto dell'intesa con il governo per la costruzione della nuova centrale.

È necessaria una più incisiva mobilitazione.

Nel 1997, l’amministrazione comunale di centrosinistra ottenne il depotenziamento della centrale da 1800Mw a 1200Mw, ma dopo anni di battaglie: il No alla proposta di desolforazione (eliminazione dello zolfo e suoi derivati) i 4 gruppi della centrale, consolidando un sito da 1800Mw. Il sì del referendum del 1990 all'obiettivo della dismissione della centrale.

La chiusura della centrale per l'ordinanza del sindaco Burrafatto per il superamento dei limiti di legge del riscaldamento delle acque del Golfo. Per riaprirla, i parlamentari cambiarono la legge, senza risolvere il problema, all' italiana.

Ho partecipato con un ruolo non secondario a tutte queste vicende.

Il Comune non ha poteri in materia energetica, ma la battaglia politica, come si diceva una volta “di massa”, può fare la differenza.

Ma bisogna volerlo, sempre nella difesa dell'ambiente e del lavoro.


Moreno Veschi
Articolo Uno - MDP

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