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Cittadinanza a Segre, Baldino: "Ancora una volta la maggioranza si è voluta smarcare" In evidenza

Il resoconto di quanto avvenuto ieri sera in consiglio comunale di Baldino, che ha presentato la mozione per la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. 

Cittadinanza onoraria per Liliana Segre. L’ho proposta ieri sera in Consiglio Comunale con una mozione che raccogliendo le firme di tutta l’opposizione esprimeva lo sdegno di tutta la società civile nei confronti di una vittima delle persecuzioni nazifasciste che sopravvissuta ai campi di concentramento debba oggi rischiare la vita, tanto da dover vivere sotto scorta, in una nazione che si professa repubblicana, democratica, e nata dall’antifascismo.

Pensavamo, dopo le parole del Sindaco che insieme alla solidarietà di tutti gli spezzini le aveva rivolto “l'invito a tornare presto alla Spezia, città Medaglia d'Oro al Merito Civile per le iniziative e gli atti umanitari all'indomani del secondo conflitto mondiale nell'accogliere ed assistere i profughi ebrei scampati ai lager nazisti, per poter testimoniare ancora una volta tutti quei Valori che rappresenta così mirabilmente” la nostra proposta non avrebbe trovato impedimenti di sorta.

Invece, ancora una volta questa maggioranza di centrodestra si è voluta smarcare presentando un suo ordine del giorno differente dal mio laddove nel dispositivo finale nell’invito alle scuole “ad attivarsi affinché, a partire da quelle comunali, venga promosso un percorso contro qualsiasi tipo di odio razziale” il “razziale” scompare per rimanere più laconicamente solo “odio”.
Ma odio verso chi o che cosa mi chiedo io?
Odio verso i cani? I gabbiani? Quelli con il naso grosso o gli obesi?
Perché, voglio ricordare, il dramma che ha segnato l’esistenza di Liliana Segre nasce proprio dall’odio e la discriminazione razziale e religiosa e dunque questo aspetto non lo si può né lo si deve censurare.

Dal dispositivo scompare anche la parte ove si invitava i consiglieri “al momento della votazione ad alzarsi in piedi”. Scompare perché ha sottolineato la solita censora delle “Baldintrovate” non siamo a teatro. Infatti evidentemente la signora quando si alza durante l’esecuzione dell’inno nazionale non lo fa per una forma di rispetto ma solo perché crede di trovarsi alla Scala di Milano o d un concerto di Laura Pausini.

Comunque, Baldinate o non Baldinate, la nostra Mozione non l’avrebbero votata e quindi noi tutti dell’opposizione abbiamo preferito abbandonare l’aula in segno di sdegno verso una maggioranza che piuttosto di votare un nostro documento sottilizza anche sul doversi alzare in piedi o votarlo da seduti!

Si sono votati il loro, “arianizzato e ripulito dall’odio razziale” con Giulio Guerri, ormai irriconoscibile, in prima fila.
Peccato che, non sapendo neppure tenersi in piedi da soli il “numero legale” la votazione non sia risultata valida e dunque andrà ripetuta quando questa maggioranza risulterà un po’ più presente in aula e un po’ più compatta. Magari allora riusciremo a sapere anche cosa decideranno di fare per Piazza del mercato.

Massimo Baldino Caratozzolo (Per la nostra città)

Il nostro resoconto sull'accaduto potete leggerlo qui 

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