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Flavio Cavallini: "Escrivà non rappresenta la Chiesa di Gesù" In evidenza

 Un nuovo intervento sul "caso Escrivà"

Gli ultimi fatti relativi all'intitolazione a San Josemaria Escrivà di piazzetta del Gallo (lui sì che fu un vero prete) avvalorano la giustezza di quanto ho affermato in precedente intervento, sebbene sia certo che il Sindaco non ha mentito sul beneplacito della Curia, nonostante "radio scarpa" mi confermi, tramite l'appellativo collodiano che affettuosamente gli hanno affibbiato alcuni suoi collaboratori politici, che non è un caso isolato la vicenda che ho vissuto con Peracchini. Tale (mia) certezza discende da un inequivocabile legame che Peracchini ha con la Curia (designato nella Fondazione della Cassa di Risparmio della Spezia) e dalle nomine che ha fatto (non solo in Fondazione) da Sindaco. Tuttavia S.E. il Vescovo ha fatto sapere che non ha espresso alcun parere sull'intitolazione ad Escrivà, quindi chi nella Curia ha supportato la decisione del Sindaco?

Da quanto si è appreso, nel 2008 Peracchini aveva formulato al Comune della Spezia l'istanza di intitolazione toponomastica a Josemaria Escrivà da «portavoce di persone che frequentano l'Opus Dei» e nel 2012 ci aveva riprovato, sempre senza successo. Dunque è un militante dell'Opus Dei che presumibilmente dialoga anche con quelli che operano nella Curia spezzina. Ma perché non ha detto delle sue richieste e si trincera dietro alla correttezza delle procedure?

A mio parere in Commissione comunale non è stata data l'importanza dovuta quando l'intitolazione è stata definita "una decisione politica", perché Escrivà è stato un religioso che ha sostenuto il fascista Francisco Franco e pure "famoso" per voler mantenere alle donne un ruolo subalterno. Ed in Italia l'organizzazione da lui creata non si distingue per l'opera cristiana, come ho già evidenziato citando La Repubblica del 23 aprile 2012. Ma ciò che ha scritto Panorama -un settimanale decisamente vicino alla politica di Salvini, Meloni, Toti, Peracchini & c.- nell'articolo sul "russiagate" pubblicato il 23 ottobre è ben più grave: "La storia di questo documento partirebbe da una piazza di Roma, Sant'Apollinare, intorno a cui fioccano leggende. Qui si trova l'omonima basilica affidata alla gestione dell'Opus Dei, la prelatura fondata dallo spagnolo Josemaria Escrivà. Nella chiesa era stato sepolto uno dei capi della Banda della Magliana, Renatino De Pedis, ma nel 2012 la Procura di Roma ne ha ordinato la traslazione. Nella stessa piazza ha sede il palazzo di Sant'Apollinare, dove sorge l'Istituto superiore di Scienza religiose e la Pontificia università di Santa Croce, sempre legati all'Opus Dei. Nel 2016, secondo le fonti di Panorama, Vannucci conduce Merenda in quelle stanze per trovare un buon contatto con l'ENI, la compagnia petrolifera italiana controllata dal governo".

L'articolo di Panorama fa tornare in mente altre pagine buie della storia italiana (P2, faccendieri, Calvi, Ior, Marcinkus etc) e con esse pure i comunicati stampa con i quali l’Opus Dei evidenziava che ha finalità di natura esclusivamente spirituale, e si ispira, nella sua azione, con totale adesione, al Magistero della Chiesa e ai principi della morale cattolica. Tuttavia il giudizio politico è che va revocata l'intitolazione, perché Escrivà era in antitesi con i valori dell'Italia democratica ed antifascista e l'Opus Dei non è in sintonia con quanto ha definito il Concilio Vaticano II per «peculiari diocesi e prelature personali».

Flavio Cavallini
socialista

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