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PD in subbuglio: battaglia per il capogruppo. Si scatenano gli appetiti per le regionali In evidenza

di Gabriele Cocchi – Dopo l’addio di Paita e Pecunia gli orlandiani stappano lo spumante. Paradosso in consiglio. Rebus Michelucci per le elezioni 2020.

Definirlo “un terremoto” non è avventato. Nel giro di qualche giorno, dopo l’annuncio della fondazione del nuovo partito di Matteo Renzi, anche il Partito Democratico spezzino ha subito una vera e propria rivoluzione.

Dopo l’addio della deputata Raffaella Paita, oggi ha salutato il PD anche Federica Pecunia, ormai ex segretaria provinciale, senza però annunciare ufficialmente il passaggio in “Italia Viva” di Renzi, che sembra comunque lo sbocco naturale per la consigliera comunale paitiana di ferro.

La prima partita che si apre di riflesso è quella per il ruolo di capogruppo in consiglio comunale, fino ad oggi ricoperto proprio da Pecunia, che ora dovrebbe passare nel gruppo misto. I consiglieri dem, di fatto, rimarranno solo tre: Dina Nobili, Marco Raffaelli e Luca Erba.

Le fiches dell’area dell’ex ministro Andrea Orlando sono tutte puntate sulla consigliera Nobili, espressione della corrente che ha vinto il congresso nazionale, quella del segretario Luigi Zingaretti.

Ma il cammino non sarà di certo in discesa: non tutti, infatti, sono convinti che Nobili abbia il “profilo” adatto per ricoprire il ruolo di capogruppo. Gli immancabili tavoli tra le diverse anime del PD spezzino - è assicurato - nei prossimi giorni sono già tutti prenotati e apparecchiati per la discussione.

Ma le sorprese non finiscono qui. Con il passaggio di Pecunia nel gruppo misto, insieme alla consigliera di centrodestra Patrizia Saccone, scatterebbe infatti un meccanismo paradossale.

Se l’ex capogruppo PD non dovesse partecipare alle commissioni comunali, come avrebbe già detto ai colleghi, il voto di Saccone varrebbe doppio, per via del calcolo ponderato sul gruppo di riferimento. La maggioranza di centrodestra, così, vedrebbe inopinatamente accresciuto il suo peso nelle votazioni di provvedimenti importanti in commissione.

Altra partita decisiva è quella per l’elezione del nuovo segretario provinciale del PD. Da diverso tempo Pecunia era aspramente criticata per non essersi dimessa dopo una serie di amare sconfitte per i dem in Provincia, tra cui quelle a Spezia e Sarzana.

Mentre gli orlandiani, in segreto, stappano lo spumante per essere finalmente riusciti a “liberarsi” della componente paitiana – seppure con modalità inaspettate – si rincorrono le voci sui papabili per la guida della federazione provinciale.

Il profilo del giovane Gianmarco Franchi, consigliere comunale a Bolano e alla guida dei Giovani Democratici della Liguria, che in un primo momento sembrava poter mettere d’accordo le diverse anime del PD, sarebbe oggi un’ipotesi tramontata.

C’è chi, fra l'altro, non lo giudica un profilo abbastanza forte per prendere le redini del partito a livello provinciale, incarico gravoso ancor prima che delicato.

Nel totonomi, quindi, compaiono anche Federico Barli, che aveva già sfidato Federica Pecunia nel 2016, e anche l’ex senatore Massimo Caleo.

Ma il dossier politicamente più succulento è quello delle elezioni regionali 2020, ormai dietro l’angolo. Cruciale, nel gioco a incastri delle candidature e delle tante ambizioni personali, sarà la prossima mossa del sarzanese Juri Michelucci, consigliere e vicesegretario regionale del PD, che non si è ancora espresso su un suo eventuale passaggio a “Italia Viva” di Renzi.

Alcuni giurano che sia solo questione di tempo, ma fino ad ora Michelucci si è mantenuto in silenzio. Se il consigliere regionale restasse nel PD, infatti, gli sarebbe garantita la ricandidatura in Regione per la corrente dell’ex segretario nazionale Maurizio Martina.

Un'eventualità che automaticamente sbarrerebbe la strada agli appetiti di altri esponenti dem, che già si sono messi in moto, rigorosamente dietro le quinte, per riuscire a strappare un posto in lista.

 

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