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La Sinistra unita ribadisce il "no" al biodigestore di Saliceti In evidenza

"Proseguiremo, in collaborazione con il Comitato No(Bio)digestore, a portare avanti iniziative atte a sensibilizzare la popolazione sui rischi esistenti"

Nei giorni scorsi, presso il centro Sociale del quartiere Corea nel Comune di Vezzano Ligure, si é svolto un incontro tra il comitato No(Bio)digestore Saliceti e i rappresentanti provinciali dei partiti di Articolo Uno, Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, È Viva.

Il COMITATO NO(BIO) DIGESTORE Saliceti ha illustrato la sua posizione, i gravi rischi ambientali documentati per il tipo di impianto previsto e le azioni in corso sul tema della proposta di biodigestore.

I segretari dei partiti, concordi con l'analisi proposta e con le iniziative da sviluppare hanno ribadito che il piano provinciale dei rifiuti vigente e il PRG di Vezzano Ligure non prevedono né l'ampliamento né nuove attività di trattamento di rifiuti a Saliceti.

Il sito di Saliceti, gli abitanti dei comuni di Vezzano, S.Stefano M. e la provincia Spezzina si sono già fatti carico della loro parte nel ciclo dei rifiuti e ancora lo stanno facendo a Saliceti dove si continua a trattare il rifiuto indifferenziato proveniente anche da realtà extraprovinciali da Genova est al Tigullio.

Nell’ambito del piano dei rifiuti stiamo già facendo e faremo la nostra parte, ma al tempo stesso chiediamo il rilascio del Parere sanitario per quanto riguarda l'impianto già esistente che tratta il rifiuto indifferenziato in quanto riteniamo che il sito di Saliceti non sia adeguato ad ospitare il nuovo impianto (bio)digestore anche per i rischi ambientali che andrebbero ad aggiungersi ai disagi già presenti. In particolare si creerebbe un grave pericolo per le falde acquifere direttamente collegate ai pozzi di Fornola che servono quasi tutta la provincia spezzina e, non solo, un approvvigionamento per più di 150mila abitanti.

Riteniamo inoltre che l’inchiesta pubblica approvata dalla Regione sia stata, in questo caso, una scelta errata che ha visto la nostra contrarieta’ in quanto non solo si é andata ad inserire in quello che possiamo definire un procedimento illegittimo, ma si fonda su un iter di autorizzazioni già avviato che ha come oggetto il solo progetto su Saliceti.

Bene hanno fatto i sindaci di Santo Stefano M., Vezzano Ligure ed Arcola a non partecipare.

Sarebbe invece servita e ancora servirebbe una nuova Vas, al fine di individuare non solo un nuovo sito, che a quanto risulta nessuno ha mai cercato, demandando così a ReCos spa il problema con dimensioni extraprovinciali non comprensibili e sovrastimati rispetto ai rifiuti prodotti a La Spezia.

Vas che dovrebbe valutare anche tecnologie alternative funzionali a smaltire l’umido in modo meno rischioso per la salute e soprattutto senza la messa a rischio della qualità ambientale, evitando in tal modo anche una 'guerra tra comuni'.

È stata perciò ribadita la contrarietà e l'impegno a tutti i livelli locali, provinciali e regionali per far sì che la chiusura del ciclo dei rifiuti venga affrontata come un servizio alla cittadinanza e non come un business a favore della società incaricata di costruire e gestire l'impianto Biodigestore.

Presenteremo Ordini del giorno nei vari Consigli Comunali e in Provincia per sensibilizzare anche i cittadini e amministratori che apparentemente potrebbero sembrare non coinvolti.

Proseguiremo, in collaborazione con il Comitato No(Bio)digestore, a portare avanti iniziative atte a sensibilizzare la popolazione sui rischi esistenti, pronti ad eventuali mobilitazioni e manifestazioni pubbliche di protesta.

Il centro destra con Costa e Giampedrone non paiono curarsi della SALUTE del nostro territorio rifiutando di farsi carico dell'indirizzo politico per una gestione del Ciclo dei Rifiuti che sia compatibile con la tutela dell'ambiente e che non metta a rischio la qualità dell'acqua bene primario e imprescindibile per la vita di tutti.

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