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"L'OBI nell'area ex SIO metterebbe a rischio più di 580 attività" In evidenza

di Elena Voltolini - La preoccupazione delle associazioni di categoria. L'Assessore Brogi: "Vigileremo perchè, se realizzato, non diventi un centro commerciale".

 

Si torna a parlare dell'area ex SIO in Commissione consiliare. Si sono riunite oggi, in seduta congiunta, la II Commissione (Assetto Territoriale – Ambiente – Traffico e Mobilità – Qualificazione Sistema Urbano – Turismo) e la III Commissione (Lavori Pubblici – Partecipazione e decentramento - Impianti Sportivi – Cooperazione Internazionale – Economia Lavoro e Occupazione) per audire le associazioni di categoria.
A rappresentarle Roberto Martini e Sabrina Canese, che hanno parlato a nome di Rete Imprese Italia, ovvero la realtà che unisce CNA, Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti, a testimonianza di una posizione che sul tema è assolutamente condivisa da tutte le associazioni di categoria.

 

“Il tema è stato affrontato piu volte – ha esordito Martini - Dobbiamo distinguere aspetti tecnici e politici. Sappiamo quanto la politica potrebbe fare per fermare qualcosa che secondo noi sarà devastante”.

E spiega: “In passato si parlava di centri commerciali come fonte di lavoro e ricchezza. L'esperienza ci ha dimostrato che non è cosi. Si deve considerare non solo quello che arriverà in termini di economia e di occupazione, ma anche quello che si perderà. I fatti testimoniano che i centri commerciali non creano lavoro, non più, almeno, di quello che distruggono”.

Poi entra nello specifico della questione legata all'area ex SIO, dove, lo ricordiamo, allo stato attuale delle cose, è in atto l'iter per la realizazzione di un punto vendita di grande distribuzione della catena internazionale OBI: “Non vogliamo che tra qualche anno ci venga detto che noi non ci siamo opposti. Vogliamo che la nostra contrarietà sia messa nero su bianco, anche se siamo consapevoli che la contrarietà delle associazioni di categoria non impedirà di procedere. Noi siamo sicuri che se questo centro aprirà, un'altra parte della città morirà. La zona di Mazzetta è destinata a finire male”.

Martini non cita solo la questione occupazione tra i problemi che questo cetro di grande distribuzione, secondo Rete Imprese, arrecherà, non solo alla zona di Mazzetta, ma a tutta la città: “Chi viene dalla Val di Magra verso Spezia, soprattutto a certi orari, sa bene il traffico che si trova ad affrontare sul raccordo. Questo punto vendita non farà altro che peggiorare notevolmente le cose”.

Poi allarga lo sguardo alle dinamiche economiche complessive: “Non dobbiamo sottovalutare che certi investimenti a volte non hanno il fine di portare vantaggi economici sul territorio, ma di fare crescere la potenza della società che li attua, a livello nazionale e internazionale”.

A sottolineare la dimensione del rischio che secondo le associazioni di categoria è costituito da questo insediamento di grande distribuzione nel caso in cui si concretizzasse è Sabrina Canese: “Abbiamo calcolato che metterebbe a rischio 580 attività sul territorio provinciale e 2000 addetti”.

Poi fa una domanda provocatoria, rivolta prettamente all'assessore al Commercio Lorenzo Brogi: “Se si realizzasse questo centro avremmo da una parte della città l'OBI e dall'altra Le Terrazze....Volete un centro storico fatto solo di bar e ristoranti, senza negozi?”

Non solo tra i rappresentanti delle associazioni di categoria, ma anche tra i commissari delle due commissioni, come emerge dagli interventi, è prevalente, se non unanime, la contrarietà all'insediamento del punto vendita OBI nell'area ex SIO, ma bisogna fare i conti con la realtà dei fatti, che parla di autorizzazioni già concesse e di iter in corso.

Che cosa si può fare? Il Consigliere Baldino chiede un atto di coraggio da parte dell'amministrazione. E' chiaro, però, che questo esporrebbe a possibili conseguenze economiche rilevanti. Per cercare di capire di che ordine di spesa si sta parlando, Maria Grazia Frijia avanza la proposta, poi approvata dalle due Commissioni, di chiedere il parere dei legali del Comune.

La replica dell'Assessore Brogi su questo è chiara: “L'aministrazione non esporrà la città a cause che potrebbero avere gravi conseguenze, anche dal punto di vista prettamente economico”.
E chiarisce: “La realizzazione potrebbe essere legittimamente fermata nel caso in cui si riscontrassero non conformità sul fronte ambientale. Insediamenti di grande distribuzione sono previsti dal piano regionale esistente, salvo motivi ostativi, ambientali o di altra natura”.

E sulla questione più generale fa una distinzione: “Centro commerciale e grande distribuzione non sono la stessa cosa. Noi siamo fermamente contrari ai primi e vigileremo perchè nell'area ex SIO non si venga a creare un centro commerciale. Ma quello di cui si parla ora non lo è, è un punto vendita di grande distribuzione. Voglio anche sottolineare un aspetto importante: un soggetto come OBI ragiona per bacino di utenza, quindi se ha deciso di aprire in quest'area, se non lo facesse alla Spezia lo farebbe in qualche altra zona della provincia".

Di area ex SIO si tornerà a parlare in Commissione il 24 settembre, con l'Assessore Sorrentino.

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