Così dichiara Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori in Regione, che questa mattina in I Commissione Affari generali ha presentato la proposta di legge di riforma nell'elezione del consiglio regionale e del presidente della giunta della Liguria. «Inoltre – spiega Piredda – con l'introduzione della doppia preferenza l'elettore ha una scelta più ampia di espressione rispetto a oggi: infatti potrà, all'interno della stessa lista, esprimere due nomi, ma di genere diverso: un uomo e una donna. Ovviamente questa è solo una possibilità in più, per cui l'elettore potrà continuare a votare solo sul simbolo "di lista o del presidente" o esprimere una sola preferenza o, ed è questa la vera novità, esprimerne due.
La facoltà della doppia preferenza potrà servire alle donne a raggiungere un ruolo sostanziale nelle liste, nei programmi dei partiti e del dibattito politico, che a oggi, numeri alla mano, è assolutamente sottostimato. Non solo: i giovani candidati, sia uomini che donne, avranno l'opportunità di affacciarsi alla politica senza il rischio di essere espulsi, ancora prima dell'esordio, dal sistema elettorale
Questa proposta di legge recepisce le significative modifiche già attuate in altre regioni come la Campania, finalizzate a incrementare la presenza femminile nell'assemblea elettiva regionale, e si fonda sulla legge di revisione costituzionale 3/2001, che ha inserito il principio secondo cui le leggi regionali promuovono "condizioni di parità di accesso tra uomini e donne tra le cariche elettive". Gli effetti, dove si è già andati al voto con questo nuovo sistema, dimostrano l'efficacia della legge: in Campania la presenza delle donne in Consiglio è aumentate di circa il 30%. Inoltre, come ribadito dalla circolare del prefetto di Genova del 19 aprile 2013, i Comuni potranno introdurre la doppia preferenza secondo quanto previsto dalla legge n.215 del 23 novembre 2013 in merito alla parità di accesso alle cariche elettive dei Comuni.
La ratio di fondo della riforma proposta è ottenere un riequilibrio della rappresentanza politica dei due sessi all'interno del Consiglio regionale. Ritengo che se oggi le donne sono sottorappresentate in politica è per un fattore puramente culturale dato che non è condizionato da nessuna preclusione formale che incida sui requisiti di eleggibilità. Tuttavia, penso anche che il passaggio formale, inserito come conditio sine qua non della rappresentatività di genere, sia indispensabile e necessario per scardinare le condizioni culturali esistenti e rendere maggiormente rappresentative della società attuale».