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Alla riunione sulla sanità spezzina si presentano solo 12 amministratori su 32 Comuni In evidenza

di Gabriele Cocchi – Il tema accende ogni giorno il dibattito politico, ma alla conferenza dei sindaci quasi due terzi degli enti locali non erano presenti.

68 milioni di euro. Tanto perde l’Asl per la cosiddetta mobilità passiva.

Quando gli spezzini si rivolgono a strutture fuori provincia, per l’azienda sanitaria sono dolori dal punto di vista economico. Si tratta di un tallone d’Achille della sanità locale che non è certo una novità degli ultimi anni.

Su questa cifra, che si riferisce al 2016, 15 milioni di perdita sono dovuti a “fughe” dei pazienti all’interno della Liguria: un dato negativo per l’Asl 5, certo, ma che in questo caso viene almeno riassorbito dal sistema sanitario regionale.

I restanti 53 milioni, invece, non rimangono sul territorio e vengono incassati da altre Regioni.

È solo una parte del quadro emerso ieri durante la conferenza dei sindaci che si è tenuta in Comune.

Hanno partecipato soltanto 12 amministratori – tra sindaci e assessori – dei 32 Comuni dell’intera provincia: 7 espressione del centrosinistra (Santo Stefano, Bolano, Vezzano, Arcola, Castelnuovo, Riomaggiore e Zignago) e 5 del centrodestra (La Spezia, Sarzana, Beverino, Riccò del Golfo e Borghetto), compreso il presidente dell’assemblea Pierluigi Peracchini.

Un tasso di partecipazione al ribasso, soprattutto considerando che ogni giorno il tema della sanità alimenta il dibattito politico, con il consueto e costante gioco delle parti.

Ad illustrare il bilancio d’esercizio 2018 dell’Asl (approvato in base al peso dei voti dei singoli Comuni; l’assemblea esprime comunque un parere non vincolante), sono stati Fabio Cargiolli e Luca Ricciardi del dipartimento amministrativo e bilancio. Assente per altri impegni, invece, il direttore generale facente funzioni Riccardo Zanella.

I numeri non delineano un quadro a tinte rosee, anzi. Nel 2018 l’Asl ha ricevuto 6 milioni di euro di finanziamento in meno rispetto al 2017: una diminuzione che per 3 milioni deriva dall’assorbimento di servizi da parte di Alisa, l’Asl regionale, che quindi non sono più ricaduti sulle spalle dell’azienda sanitaria spezzina.

“Dal lato dei costi – ha spiegato Cargiolli – la situazione è sostanzialmente difficile, ma si è riusciti a contenerla con le risorse programmate. I costi sono aumentati di 3 milioni, che salgono a 6 tenendo conto della diminuzione dei finanziamenti. L’aumento è dovuto in parte all’incremento della spesa per il personale per la firma del nuovo contratto di comparto, in parte all’incremento degli acquisti dei servizi di assistenza ospedaliera e all’aumento della mobilità passiva”.

Risultato: una perdita di esercizio di 8 milioni di euro, superiore rispetto al 2017, che la Regione per legge ha l’obbligo di coprire.

La vera spina nel fianco resta la costruzione, ad oggi bloccata, del nuovo ospedale del Felettino: una svolta potrà forse arrivare dalla conferenza dei servizi in programma martedì 16 luglio, quando il Comune e la Provincia daranno il loro parere, rispettivamente dal punto di vista idrogeologico e sismico, sulla variante alla costruzione delle fondazioni presentata da Pessina, l’azienda costruttrice.

“La nostra è l’Asl peggiore di tutta la regione in termine di servizi – ha attaccato il vicesindaco di Arcola Gianluca Tinfena – Se ci sono sempre più persone che vanno fuori regione, significa che la nuova struttura di Alisa non ha funzionato”.

“È un quadro di grande sofferenza – ha rilanciato il sindaco di Bolano Alberto Battilani – Non mi rallegra molto il fatto che la perdita debba comunque essere coperta dalla Regione, perché a fronte di questa perdita abbiamo una qualità dei servizi molto bassa. Dobbiamo ringraziare tutti gli operatori che lavorano nella sanità spezzina: in condizioni molto difficili continuano ad occuparsi della salute di tutti noi”.

Fare della conferenza dei sindaci a tema sanità un appuntamento fisso: questa la richiesta unanime degli amministratori di centrosinistra, accolta anche da Peracchini.

“Credo che sia necessario un maggiore coinvolgimento di noi sindaci, vogliamo essere protagonisti dell'organizzazione e della programmazione della rete sanitaria di questo territorio – ha spiegato il primo cittadino di Santo Stefano Paola Sisti – Chiediamo che questa conferenza si riunisca in maniera continua. L’Asl è fatta anche di eccellenze, è vero, ma sono eccellenze legate alla perseveranza e all’eroismo dei singoli medici, e questo non va bene. Le liste di attesa sono troppo lunghe: personalmente avevo bisogno di un’indagine diagnostica e ho ricevuto il primo appuntamento nel 2021, quindi sono stata costretta a rivolgermi al privato”.

Sul fronte opposto il vicesindaco di Sarzana Costantino Eretta, medico di professione, ha rintuzzato gli attacchi: “Purtroppo a volte si parla senza conoscere la vera realtà del servizio ospedaliero. Tanto per iniziare la qualità del servizio è molto alta, anche se è vero, soffriamo di deficit strutturali dovuti soprattutto alle condizioni delle strutture. Il coordinamento regionale di Alisa serve proprio a migliorare la qualità dei servizi locali”.

A tirare le somme è stato il sindaco della Spezia Peracchini, in qualità di presidente dell’assemblea: “Condivido la necessità di migliorare la situazione, da parte mia c'è la disponibilità totale. Per essere più efficaci penso che dovremmo attendere la nomina del nuovo direttore generale, che arriverà massimo tra dieci, quindici giorni. Appena verrà nominato, possiamo incontrarci con lui e stilare un piano di lavoro. Ma ricordatevi che fino a 24 mesi fa questa Asl era guidata da dirigenti nominati dalla sinistra: stiamo attenti a non fare demagogia su questo tema”.

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