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di Massimo Guerra - Aquile senza fantasia e capacità di sorprendere gli avversari. L'ennesima sconfitta esterna dello Spezia deriva in parte da un deficit di carattere, ma anche da un deficit di gioco.

Da osservatori e non da tecnici patentati ci sia permesso sottolineare come nello Spezia - spesso anche al Picco, pur riuscendo magari a vincere alla fine - manchino idee e creatività in fase di impostazione del gioco. Nel calcio, per vincere senza disporre di campioni in grado di fare la differenza è necessario, anzi indispensabile, che prima dell'organizzazione del gioco venga la capacità di sorprendere gli avversari, ad esempio trovando soluzioni alternative a quelle adottate da Di Carlo da inizio campionato con il suo 4-3-3, in realtà molto più simile ad un 4-5-1 scelto sempre e comunque in campionato, a prescindere da chi avesse a disposizione in squadra.

 

Il centrocampo dello Spezia è imbottito di buoni giocatori, con un però: Errasti, Pulzetti, Sciaudone, Signorelli, in parte Vignali e Djokovic sono ottimi incontristi ma nessuno di loro ha le caratteristiche di un "regista", eccetto forse il solo Maggiore ancora un po' acerbo per mettersi la squadra sulle spalle, ma forse l'unico capace di verticalizzare in modo efficace le trame offensive. Con quali conseguenze? Nel modulo decarliano la spinta offensiva proviene dagli esterni, ovvero Piccolo e Fabbrini. L'hanno capito anche i sassi, per quanto bravi e difficili da marcare le squadre avversarie hanno iniziato a prendere le contromisure, mettendo in conto magari qualche cartellino giallo in più ma riuscendo a spegnere sul nascere le velleità offensive dei due attaccanti aquilotti. Juande non era adatto alle idee tattiche di Di Carlo? Allora per il 4-3-3 doveva essere preso un altro centrocampista di costruzione: avere solo incontristi è un limite tecnico grosso come una casa.

Senza riuscire a sorprendere gli avversari c'è davvero poca possibilità di aspirare ai play-off: se non hai in squadra giocatori di qualità superiore alla categoria è impensabile accumulare risultati positivi con un gioco monocorde come quello messo in mostra dallo Spezia nelle ultime trasferte. Che dovrebbe fare Di Carlo? Forse decidersi di cambiare drasticamente assetto: il 3-5-2 schierato con buoni risultati in Coppa aveva fatto vedere anche davvero buoni sprazzi di gioco.
Con quali uomini? Ipotizziamo un undici: Chichizola; da destra Valentini, Terzi e Ceccaroni, larghi più avanti De Col e Migliore, in mezzo Maggiore tra Fabbrini e Djokovic, in attacco Piccolo (o Giannetti) e Granoche.

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